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Recensione: Oblivion

Creato il 15 aprile 2013 da Giobblin @MrGiobblin
Recensione: Oblivion
And how can a man die better Than facing fearful odds, For the ashes of his fathers And the temples of his Gods
Joseph Kosinski torna al cinema dopo Tron:Legacy con un film fortissimamente voluto e tratto da una sua graphic novel (non pubblicata): Oblivion. Premetto che Kosinski mi piace: Legacy non brillava certo per l'originalità della storia, ma il talento del regista era più che evidente e l'attenzione per il comparto visivo assoluta. Lo stesso vale per Oblivion, anche se la sceneggiatura risulta molto più ambiziosa (merito del tocco di Michael Arndt?) e il protagonista è un pelo più carismatico (dite quel che volete su Tom Cruise- che personalmente non trovo simpaticissimo- ma è un bravo attore). Il film è una lettera d'amore alla cinematografia fantascientifica degli anni '70, fatta di film come Solaris e Soylent Green: film meno "spaziali" e più interessati ad indagare le sfaccettature psicologiche dei protagonisti e ad infilare spiazzanti colpi di scena qua e là. Tipo il perizoma di Sean Connery in Zardoz. Ma non divaghiamo.
Recensione: Oblivion
Oblivion non parte nel migliore dei modi. Ad accogliere lo spettatore ignaro troviamo un insopportabile, irritantissimo voice over che ci spiega nei minimi dettagli il background del film. Siamo nel 2077, la Luna è stata distrutta dagli alieni, c'è stata una guerra, gli umani hanno vinto ma adesso la Terra è un deserto nuclearizzato. I sopravvissuti sono fuggiti su Titano e sul pianeta sono rimasti solo due soldati/tecnici addetti alla manutenzione di gigantesche idropompe: Jack (Cruise) e Victoria (Andrea Riseborough). Mancano solo due settimane per il congedo e il ritorno su Titano, ma una nuova serie di attacchi da parte degli Scavengers, alieni sopravvissuti e allo sbando, rende la vita dei due tecnici molto più difficile. Jack fa fatica a dormire, Victoria no. Tutto questo ci viene raccontato fin da subito, in un paio di minuti. Ma poi... l'estasi. Perchè il mondo post-apocalittico di Oblivion è spettacolare. Montagne innevate, ampi spazi deserti, rovine nascoste: un look minimal, candido, scenario perfetto in cui far muovere il nostro soldato di bianco vestito e armato di un potentissimo Super Scope Nintendo. Un mondo che è doppio speculare di quello di Tron:Legacy, caratterizzato da toni scuri attraversati da striscie di luce al neon. C'è chi ritiene i mondi di Kosinski troppo "asettici", io li trovo stupendi. De gustibus.
Recensione: Oblivion
Il mondo candido di Oblivion, l'aspetto minimal e perfettamente pulito degli apparecchi tecnologici, l'abbigliamento dei due protagonisti: tutto contribuisce a dare al film un sapore onirico, finto. Qualcosa di meticolosamente ricostruito ma impercettibilmente irreale. Dovrebbe farvi suonare un primo campanello d'allarme. A meno che non siate troppo impegnati a meravigliarvi di fronte alla fotografia del premio Oscar Claudio Miranda, che ci regala vedute spettacolari (come la sequenza della piscina durante la tempesta: incantevole). Insomma, come in Tron:Legacy Kosinski mostra di essere perfettamente a suo agio in mondi immaginari ricreati da zero. Ma la storia ha abbastanza sostanza, questa volta?

Recensione: Oblivion

Ovvio, c'è Morgan Freeman!

Le ambizioni narrative di Oblivion sono sicuramente più elevate del suo predecessore, su questo non ci sono dubbi. La storia parte benissimo (voiceover a parte) e pur perdendo energia nella seconda parte riesce comunque a piazzare un bel paio di colpi di scena.
Niente che possa spiazzare un maniaco di sci-fi all'ultimo stadio, ma lo spettatore medio avrà pane per i suoi denti. A conti fatti la trama di Oblivion- pur essendo sopra la media di moltissimi fanta-action odierni fatti coi piedi- frulla senza vergogna idee ed elementi da:
  • 2001 Odissea nello Spazio
  • The Matrix
  • Total Recall
  • Wall-E
  • La jétee (o L'Esercito delle 12 Scimmie, se preferite)
E soprattutto, Moon di Duncan Jones. Posso dirlo con certezza: Oblivion può essere benissimo considerato un remake di Moon, solo con un budget da blockbuster, più esplosioni, un cast numeroso e Tom Cruise che gira con una moto. Non c'è niente di male a pescare da altri film per crearne uno nuovo- Tarantino ci ha costruito su una carriera- ma lo dico per chi si aspetta qualcosa di originale: narrativamente parlando non c'è niente di innovativo, circolare. (Vi aspettate ancora originalità dal cinema? Ma in che epoca vivete?)
Recensione: Oblivion

Avrei anche qualche piccola lamentela riguardo a personaggi come Julia Rusakova (Olga Kurylenko) e Sykes (Jamie Lannister Nikolaj Coster-Waldau), che potevano avere più spazio. Specie la prima, considerata la sua importanza all'interno della storia. Morgan Freeman invece migliora del 110 % ogni film in cui si trova, è un talento che il mondo gli invidia. In ogni caso, state leggendo per sapere se io consiglio o meno la visione di questo film, e la risposta è... Si. Oblivion merita. Nonostante il voice-over, nonostante la mole di elementi "presi in prestito", nonostante la sequenza post-finale da tarallucci e vino, e nonostante Tom Cruise che fa il macho con la moto. Perchè il risultato finale poteva essere qualcosa di estremamente freddo, mal costruito, e invece Oblivion un pò di cuore ce l'ha, e ci regala una storia ambiziosa ed esaltante. A conti fatti troverete una dose inaspettata di "cibo per la mente" rispetto al blockbuster medio. Memoria, libero arbitrio, obbedienza cieca VS curiosità ed intraprendenza. Non male per un film considerato "vuoto", direi. Merita sicuramente di più per le incredibili visuali, per la fotografia mozzafiato e per l'ottima colonna sonora elettronica degli M83, e non va sottovalutato il fatto che non si tratta di un remake. Vista la situazione odierna, è incoraggiante vedere film così ambiziosi uscire in sala. Diventerà un classico della fantascienza anni '10? Ai posteri l'ardua sentenza: voi intanto potete gustarvelo al cinema senza eccessivi sensi di colpa.

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