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Recensione: Oltremondo

Creato il 30 settembre 2011 da Topolinamarta

Nuovo libro del progetto “Libri in cambio di recensioni” e, come al solito, nuova recensione. A chi tocca questa volta? Ma al romanzo Oltremondo di Marta Leandra Mandelli.

Recensione: Oltremondo
Titolo: Oltremondo
Sottotitolo: Petali di rosa e fili di ragnatela
Autore: Marta Leandra Mandelli
Genere: fantasy, urban, bidimensionale
Editore: Gruppo Albatros – Il Filo
Collana: Nuove voci – Imago
Pagine: 472
Anno di pubblicazione: 2011
ISBN: 9788856739954
Prezzo: € 21,50
Formato: brossura
Valutazione
Recensione: Oltremondo

 

Forse vi stupirà il fatto che stia scrivendo la recensione di un libro pubblicato dal Gruppo Albatros, ovvero una delle case editrici che meno mi vanno a genio – come ho scritto in questo articolo. Ma come?, direte voi. Questa si fa in quattro per fare cattiva pubblicità all’editoria a pagamento e poi decide di dare spazio nel suo blog a un libro pubblicato con contributo?
Un motivo c’è, ed è molto semplice: sono fermamente convinta che un romanzo debba essere giudicato per lo stile con cui è scritto, per la trama che racconta e per come è stata resa l’idea, non in base alla reputazione della casa editrice che lo ha scelto. Ritengo che un libro debba giudicarsi da solo: casa editrice a pagamento o meno, ormai è stato pubblicato, e se un libro è scadente lo sarà sempre, sia pubblicato dalla Einaudi, sia dalla Pinco&Pallo.
Nel caso specifico di Oltremondo, per buona parte del libro mi sono dimenticata che sulla copertina e sul retro figurava il nome della casa editrice, e questo per il motivo che ho scritto sopra. L’unica cosa che mi ha fatto un pochino sorridere è stato leggere tra i ringraziamenti “Se la casa editrice Gruppo Albatros non avesse creduto in me, non stareste leggendo queste righe”, conoscendo la politica della casa editrice nello “scegliere” i libri da pubblicare. Ma questi sono dettagli del tutto irrilevanti.

Ho impiegato più tempo del previsto a leggere questo romanzo, sia per il numero di pagine, sia per l’impaginazione piuttosto fitta delle stesse, sia perché, ahimé, la narrazione tende a procedere un po’ lentamente.
Delle 470 pagine totali, l’introduzione ne conta ben 200. Ho notato che la storia fatica un bel po’ a decollare: fino circa a pagina 180 troviamo un lungo capitolo introduttivo che, a mio parere, avrebbe potuto essere sfoltito e alleggerito almeno di 40-50 pagine, non tanto perché queste ultime raccontino fatti inutili, quanto perché questi fatti vengono narrati in un modo piuttosto lento. Vengono, per esempio, analizzati nel dettaglio molti elementi della vita quotidiana dei protagonisti, viene descritto dove vanno, cosa fanno, come si comportano in varie situazioni e tanto altro. Questo, naturalmente, non è un male, perché grazie a questo lungo capitolo di introduzione i personaggi sono risultati, a mio parere, molto ben caratterizzati, ma quando dopo quasi 200 pagina non avevo ancora capito dove l’autrice volesse andare a parare, avrei desiderato che questa presentazione delle persone e dei luoghi dove si svolge la vicenda scorresse un poco più rapidamente.

Parlando dei luoghi, mi è piaciuta l’idea di ambientare il romanzo in due zone a distinte: la prima parte a Milano, in un’Italia di un futuro non troppo lontano; la seconda, invece, in una dimensione parallela: Oltremondo, appunto.
In questa Milano del futuro incontriamo Siobhan, una ragazza di quasi 20 anni appartenente a una famiglia benestante, così benestante che si può permettere un maggiordomo tutto per sé, lezioni private di tiro con l’arco con un istruttore personale e soprattutto vestiti, attenzioni e lussi vari a non finire. Sua grande amica è la giovane Rowan, anche lei 20enne. E non dimentichiamoci dei due protagonisti maschili, ovvero il dolce Ian e l’affascinante Adrian.
È Siobhan che, in prima persona, ci racconta le avventure sue e dei suoi amici. La narrazione è sempre al presente: una scelta ardua e un poco criticabile, a mio parere, perché si è costretti a rimanere rinchiusi per tutta la durata della storia all’interno della testa di un singolo personaggio. Se questo personaggio è in gamba, allora bene, ma se ci si ritrova a dover a che fare con una certa Bella Swan o una sua parente, le cose cambiano, e di tanto. Per fortuna, Siobhan è una ragazza interessante, il che ha reso abbastanza piacevole la lettura, nonostante non apprezzi molto il narratore in prima persona, soprattutto se al presente.
Di Siobhan sappiamo che, oltre a essere ricca, ha una particolarità che la distingue dai suoi coetanei; anzi, che a volte la fa sentire addirittura a disagio: una macchiolina chiara nell’iride dell’occhio, che lei considera una falla, un’anomalia di se stessa. Ma anche i suoi amici, come si scopre presto, hanno qualcosa di speciale: Rowan, per esempio, possiede una voce incredibile e una capacità empatica fuori dal normale; Ian è un bravo guaritore ed è capace di comunicare con gli animali; Adrian ha uno spiccato talento per il combattimento.
L’incontro di questi quattro ragazzi – dopo un po’ non è difficile intuirlo – non è casuale: essi fanno parte di un disegno preesistente, di un intreccio di fili appartenente al passato che li porterà in un mondo al di là della realtà che conoscono; Oltremondo, appunto. Qui scopriranno di essere gli eredi del regno, nonché i Prescelti destinati a sconfiggere il male.

Che peccato, penserete. Una storia che si prospettava originale e innovativa finisce per scadere nella solita solfa dei quattro prescelti che vengono catapultati in un universo parallelo e a cui viene affidato il compito di salvarlo. Invece no, perché Oltremondo non è soltanto questo. C’era un qualcosa, mentre leggevo, che non me lo faceva apparire come il solito fantasy trito e ritrito senza un briciolo di originalità. Prima di tutto, perché non si tratta dell’ennesimo fantasy scadente: entrambi i mondi – il “nostro” del futuro e quello di Oltremondo – sono dipinti in un modo che ho trovato molto efficace e ben riuscito. Nel romanzo tutto è programmato nei dettagli, non c’è niente lasciato al caso: sembra davvero che ci siano dei “fili di ragnatela”, sottilissimi e invisibili, a muovere tutto.
Mi è piaciuta anche la scelta di inserire all’interno di Oltremondo non sempre le solite creature fantasy, bensì molte varietà di felini, come tigri, leoni e puma, che nella storia hanno un ruolo importante.

Insomma, per quanto riguarda la trama, la programmazione degli eventi e l’originalità della situazione, Oltremondo è un romanzo davvero ben fatto. Però… sì, c’è un però, ed è a causa di questo però che il mio voto si è fermato a un livello medio: come accennavo poco sopra, la trama fatica parecchio a decollare, e credo che il motivo principale per cui accade questo è lo stile. In linea di massima è corretto, per carità, ma in certi punti l’ho trovato veramente molto, forse troppo descrittivo.
Per esempio, quando Siobhan va nel negozio a comprare l’arco che poi chiamerà Arjuna, viene fatto un uso massiccio di termini tecnici sul tiro con l’arco: non intendendomene un granché e non avendo la possibilità di cercare informazioni in modo istantaneo, ho avuto un po’ di difficoltà a seguire questa scena. Ma non solo: il fatto è che lo stile di Marta Mandelli – che il retro di copertina definisce “limpido e perfetto” – in realtà è fin troppo minuzioso e descrittivo: a causa di questo, la narrazione, soprattutto nella prima parte, procede lenta. Avrei gradito, come ho già detto, che il tutto andasse avanti più velocemente.
Un abbondante numero di refusi, imperfezioni stilistiche e di punteggiatura, poi, non rence più facili le cose.

In definitiva, Oltremondo è un romanzo in cui obbiettivamente c’è del buono. Sarebbe risultato senz’altro più godibile, però, se fosse passato tra le mani di un editor esperto in grado di sfoltire dov’era necessario e aggiustare le varie pecche di stile, cosa su cui probabilmente, conoscendo la casa editrice, non ha potuto contare. E questo è un peccato, perché si tratta senza dubbio di una storia che vale.


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