Un altro bellissimo libro di questa autrice, premio Nobel meritatamente, che racconta con delicate pennellate un mondo cinese ormai così lontano da far credere non sia mai esistito. La Cina rurale tra le due guerre mondiali, quando la terribile forza di attrazione dell’Occidente stava a poco a poco cancellando la vecchia cultura millenaria, con la sua vita lenta ma fatta di certezze e di ritmi naturali. E’ un paese che l’autrice conosce alla perfezione, in cui ha vissuto per molti anni, proprio quelli in cui questa trasformazione è completamente in atto con tutti i contrasti e le problematiche che pone. Un mondo fatto di vite chiuse all’interno delle famose case cortile, ormai completamente scomparse, dove le tradizioni di secoli appaiono naturali e scolpite nella pietra.
Un mondo, come sempre nei suoi libri, visto attraverso l’ottica femminile, che è certo quello che la interessa. Un’ottica fatta di sfumature, di sensibilità, di educazione e di intelligenza, in cui prevale sempre il desiderio di ottenere le cose senza imporle, ma piuttosto inducendo le decisioni con cortesia. Un dichiararsi servitrice per essere padrona, succube per superare ogni contrasto ed in realtà imporre sempre il proprio punto di vista. Una femminilità anche questa incomprensibile agli occidentali, così come le nuove abitudini non possono essere comprese da queste donne allevate secondo la tradizione. Il personaggio centrale, quello di Madama Wu è proprio quello della padrona di una di queste case, prima moglie di un uomo in realtà debole, che pure essendo nella Cina profonda e all’apparenza chiusa ad ogni novità, viene sfiorata dal forte vento dell’ovest e dal cambiamento che inevitabilmente si porta dietro. Contrasti, problemi e novità, che soltanto una saggezza davvero profonda e che pur venendo dal passato non rifiuta il presente, riuscendo ad ottenere quello che è sempre stato il vero scopo della vita cinese, una perfetta armonia, la sola attitudine che può dare la serenità. Un libro molto piacevole per chi ama la Cina, forse e soprattutto quella che non c’è più.
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