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Recensione: Pearl Buck - Vento dell'est: vento dell'ovest.

Creato il 08 luglio 2011 da Enricobo2
Recensione: Pearl Buck - Vento dell'est: vento dell'ovest.Altro consiglio per l'estate. Grazie ad una amica mi è capitato per le mani questo bel libro di Pearl S. Buck, la sua opera prima del 1930. Ovviamente non potevo che essere sensibilissimo all'argomento, dato il titolo, ma davvero questo libro è di grandissimo interesse. Intanto la storia, costituita da tre racconti che si svolgono nella Cina dell'inizio del secolo scorso con tutti i suoi cataclismatici accadimenti declinati tutti al femminile, con una delicatezza ed una poeticità davvero accattivante. Ognuno di questi personaggi viene a trovarsi nel pieno del cambiamento epocale che l'ingresso dell'occidente, con il suo devastante apporto di idee nuove e completamente contrastanti con la millenaria cultura che andava a sostituire e ne viene in modi diversi totalmente devastato. Kwei Lan, giovane sposa intelligente, riesce ad adattarsi a suo modo grazie all'aiuto della comprensione del marito, pur nella sofferenza di chi deve dichiarare sbagliate tutte le credenze che fin da bambina le erano state inculcate. 
Le altre soccombono in maniera tragica egli eventi, mentre il mondo avanza spazzando via in maniera spietata l'antico con la ferocia tipica di tutti i nuovi che tendono a liberarsi del vecchio etichettandolo come tutto sbagliato. Un libro che, letto oggi, è di una straordinaria attualità, visto nell'attuale cambiamento che di nuovo sta spazzando violentemente tutto  nell'impero di mezzo, senza dimenticare che è già la terza volta che questo accade in un secolo. La nuova cultura che arriva, con il suo fascino dell'esotico, tende irrimediabilmente a soppiantare quella precedente, in quanto i vantaggi positivi ed innegabili che presenta, pretendono di catalogare come comunque buono tutto il resto, compresi i gravi difetti che si porta dietro e tutto cattivo in quello che vuole lasciarsi alle spalle. E' una strada ben conosciuta che hanno percorso non soltanto i cinesi naturalmente; come non ricordare le file di 800 metri che si formarono davanti al primo McDonald aperto a Mosca. Comunque non perdetevelo, al di là della ambientazione orientale, rimane un bellissimo quadro di situazioni psicologiche ritrovabili anche in ambiti  molto diversi.
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