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Recensione: Per quanto mi riguarda sono sempre innamorato
Creato il 18 ottobre 2014 da Miriam Mastrovito @miriammasL'autore:
Nato a Roma nel 1963, Sandro Settimj, dopo una laurea in Lingue, è partito per fare l’istruttore e l’animatore nei villaggi turistici sparsi per il mondo. Scrive soggetti e sceneggiature tv e attualmente lavora per la Rai. Per quanto mi riguarda sono sempre innamorato è il suo primo romanzo. La mia recensione:
Che le donne sognino il principe azzurro è risaputo, ma gli uomini? Nemmeno loro sono del tutto immuni ai sogni. Ugo, che alle favole ha dedicato addirittura la sua tesi di laurea, sogna in segreto la sua Cenerentola: una ragazza pura e semplice di cui innamorarsi perdutamente. Il problema è che le ragazze moderne, si discostano un bel po’ dal cliché: di certo sono più spigliate e poco propense alla castità. Ma l’ostacolo più grande alla felicità di Ugo è l’Amore. La verità è che questo sentimento lo terrorizza, benché non sia disposto ad ammetterlo, e ogni volta che sta per sfiorarlo, l’istinto gli suggerisce di scappare. Certo, per uno che ha scelto di fare l’animatore turistico, tenersi a distanza di sicurezza dall’altro sesso non è per niente facile. Viaggi e avventure ‒ anche e soprattutto romantiche ‒ si sa, sono legati a filo doppio. Cosicché Ugo finirà per girare il mondo, inseguendo e rifuggendo al tempo stesso un ideale che, forse, non esiste. Nell’incipit lo ritroviamo sul lettino di uno psicanalista. Il suo racconto tragicomico fluisce in un lungo monologo, intervallato da brevi scambi con il dottore che, tra un silenzio terapeutico e l’altro, snocciola le sue improbabili teorie. L’ironia è il perno su cui ruota l’intero romanzo che, di fatto, si rivela essere un originalissimo chick lit raccontato dal punto di vista maschile. Quasi una Bridget Jones in pantaloni, Ugo cerca la principessina da fiaba in un mondo post femminista in cui di fanciulle da salvare non ce ne sono più e si dà spesso il caso che tocchi agli uomini doversi mettere in salvo da loro. Agli antipodi dello stereotipo del macho tutto muscoli e sex appeal, Ugo si approccia all’universo femminile con curiosità e tanta buona volontà, ma nondimeno con un cinismo, che non giova all’esplosione del sentimento, e una goffaggine destinata a trasformare anche la situazione più romantica in una gag, esilarante per il lettore, un po’ meno per i soggetti coinvolti. Il racconto procede spedito all’insegna del puro divertimento, complice anche uno stile frizzante e ridanciano che non risparmia nemmeno le sedute psicanalitiche. I duetti tra Ugo e il suo terapeuta son, spesso, più spassosi delle avventure rocambolesche in cui si trova coinvolto, suo malgrado. Quello di Sandro Settimj è un racconto scanzonato che ci offre un prospettiva diversa dal solito sui rapporti amorosi e sulle difficoltà nella gestione degli stessi ‒ dai primi approcci ai tentativi di costruire in due qualcosa di più serio ‒, ma è anche un originale racconto di formazione. Tra numerose disavventure, infatti, Ugo vivrà davvero un’esperienza molto simile a una favola. A calzare perfettamente l’ideale scarpina non sarà Cenerentola ma una ragazza con un inverosimile nome da presepe, Betlemme, che riuscirà sul serio a farlo innamorare. Il finale sarà tutt’altro che scontato, sicuramente molto diverso da quello di una fiaba, eppure, a suo modo, sarà comunque un happy end, poiché il protagonista scoprirà di aver raggiunto la sua meta. Lascio a voi scoprire quale sia e se il suo lungo viaggio, reale e interiore, sia valso la pena. Di certo accompagnarlo lungo il percorso sarà un’esperienza molto divertente!
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