Titolo:
Perché ci siamo lasciati. Inventario di un amoreAutore:
Daniel HandlerEditore:
SalaniNumero
di pagine: 360Prezzo:
€ 16,80Sinossi:
Una storia d'amore che finisce. Due persone che si lasciano. Min e Ed
hanno 16 anni e stanno insieme. Min ha la passione del cinema e
vorrebbe diventare regista, Ed è il capitano della squadra di
basket. Parlano due lingue diverse, sono l'una l'antitesi dell'altro.
All'inizio la sfida è entusiasmante, ma presto si rivela per quello
che si sapeva già fin dall'inizio: impossibile. Min lascia Ed, e per
spiegargli il perché gli scrive una lettera destinata ad
accompagnare una scatola contenente tutti gli oggetti che hanno
segnato la loro breve, intensa storia d'amore. La recensione"Il
bello dei desideri più profondi è che non sai quali sono finché
non te li trovi davanti".In
questi folli giorni di Marzo, con il sole e la pioggia, le T-Shirt
leggere e i piumini col pellicciotto, il tepore primaverile e uno
strano grigiore tipico del due Novembre, ho indossato un accessorio
che sta bene su tutto – jeans, tute e camicie eleganti – e sotto
ombrelli, pensiline in plexiglas grondanti pioggia e cieli dorati di
sole: un disteso, spontaneo, naturale sorriso. Potevate tirarmi i
capelli, sputarmi in un occhio, infastidirmi con i peggiori scherzi,
ma quel sorriso non sarebbe venuto via facilmente come un post-it
giallo con uno smile
sbarazzino disegnato sopra. Era permanente. Aveva disegnato i miei
nuovi connotati. In
questi casi com'è che si dice? Ah, sì: è l'amore... - sospiro di
chi la sa lunga - è l'amore! - sospiro di chi la sa ancora
più lunga. Non sarà l'amore, ma siamo comunque vicini al concetto.
Se avete mai gridato la vostra fedeltà a un autore, se avete mai
giurato di appartenere per sempre ad un romanzo, rendendolo testimone,
sacerdote e sposo al vostro stesso matrimonio, se su Facebook avete
spesso voluto dichiarare al mondo di avere una relazione complicata
con il libro che, tutte le sere per un'intera settimana, vi siete
portati in camera da letto, allora sì, siamo sulla stessa lunghezza
d'onda. Potete comprendermi e far sì che questa recensione non vi
appaia il febbricitante delirio che, invece, effettivamente è.Prima
che Ed e Min si spezzassero il cuore vicendevolmente, prima che le
strade dell'illustratrice Maira Kalman e dell'autore si incontrassero
su un sentiero di graffiti e mattoncini colorati a fantasia, c'era un
tale Lemony Snicket. Chi era costui?La
voce di tre sfortunati orfani, un galantuomo inglese, il personaggio
di un film per famiglie, forse. Colui che, dietro a uno stuzzicante
pseudonimo, aveva celato il talento e l'originalità di un narratore
d'altri tempi, in grado di tenere in scacco tate e bambini pestiferi,
bimbi e bimbe, genitori che, con un suo libro in mano, facevan rima
baciata con sognatori. Un autore da 61 milioni di copie vendute.
Lemony Snicket, gettata la misteriosa maschera che assocerò a vita
al naso adunco di quella canaglia del conte Olaf impersonato da Jim
Carrey, è Daniel Handler. Daniel Handler è Lemony Snicket.Gli
stessi bambini dai quali si era fatto conoscere con i suoi celebrati
romanzi d'esordio adesso sono cresciuti. Sono diventati piaghe per i
genitori, un roboante tormento per i timpani dei vicini di casa,
individui con le fattezze degli adulti e i capricci dei neonati: in
una parola, adolescenti. Tristi o infelici, arrabbiati o innamorati.
E spesso tutte e quattro le cose contemporaneamente!Lui,
anche se non sono più carini e coccolosi come un tempo, decide di
continuare il suo ruolo di amico ed educatore, fedelmente. Lo fa con questo
romanzo: una pesante scatola di ricordi lasciata sul nostro
porticato, tra ira e rimpianti, porte che sbatacchiano, furgoni che
sgommano e penne blu che, sul finale, tremolano un poco. Perché ci siamo lasciati è
tante cose.E'
una lettera d'amore che dura un libro. Si apre con un “Caro Ed”
alla prima pagina e si chiude, 360 pagine dopo, con la firma
sbavata della protagonista, Min.Ma,
come direbbe un personaggio del bellissimofilm
500 Giorni insieme, questa non è una storia d'amore: quella tra
i protagonisti è finita prima che riuscissero a celebrare il loro
secondo mesiversario, prima ancora che il romanzo vero e proprio
cominciasse. E' una storia sull'amore. L'inventario illustrato di
un'avventura sentimentale tra adolescenti; un giallo tinto dei toni
più giovanili e vivaci che, direttamente, va alle tragicomiche radici di una
rottura.Nelle
loro settimane insieme, Ed e Min hanno collezionato souvenir, folli
ricordi sparsi, simboli che rimandavano ai loro baci, alle loro
discussioni, ai loro esilaranti progetti. Min,
che ha il nome particolare di una divinità greca, è una ragazza
alternativa. Ascolta musica alternativa, guarda film alternativi,
frequenta compagnie alternative. Alternativamente unica, si innamora
del meno alternativo dei suoi compagni di scuola: Ed Slaterton, il
biondo/ bello/ muscolosocapitano della squadra di basket che, proprio secondo il
cliché, ha una lunga serie di ex: bionde, belle e popolari quanto
lui, nate con il gonnellino sexy da cheerleader e con un'ammiccante
“smorfiosaggine” nel sangue. I due in comune non hanno niente, ma si
costruiscono ricordi comuni. Anche se nessuno ci crede per davvero,
si amano per davvero. Min, che ragiona parlando attraverso le
citazioni e i titoli di film sconosciuti, che lo trascina alle calcagna
di una presunta stella del cinema, che lo sveglia all'alba per andare
a un segretissimo negozio dell'antiquariato, che lo rimprovera
continuamente quando non riesce a pronunciare una frase di senso
compiuto senza insultare i gay, è un personaggio
molto più convenzionale di quanto sembri, molto più umano di quello
che lasci intendere: è una romanticona dal cuore d'oro.Conserva
scontrini, bigliettini sdolcinati, fiori rimasti intrappolati nei
loro capelli un giorno al parco, petali appassiti, orecchini orridi
che non indosserà mai e poi mai, regali. Li custodisce per sé sotto
il suo letto, senza dirlo al migliore amico Al (un altro riuscitissimo personaggio!) e ai suoi genitori.
Quel piccolo grande amore l'ha cambiata, ma adesso che tutto è
finito ogni pensiero le provoca una fitta di dolore. Deve dire addio
ad Ed, deve dire addio all'immagine di loro due insieme.Così,
mentre Capodanno è alle porte, scarica una lettera e uno scatolone
pieno di roba vecchia sul suo uscio. Per ogni oggetto c'è un capitolo,
per ogni capitolo una splendida illustrazione. Leggere
Perché ci siamo lasciati è
stato come trovarsi a sfogliare un meraviglioso libro di John Green,
ma illustrato. Quasi in 3D.E'
come un bambino tenerissimo che ti stringe il dito, sorridendo mentre
tu stesso gli sorridi; come il banco dei baci, il tunnel degli innamorati, le
montagne russe e un'esposizione di stramberie in un emporio di
presunti filtri d'amore tra il luccichio e la musica di un luna park
non troppo lontano. E' uno dei libri più carini, adorabili,
simpatici, irresistibili, profumati, briosi e vivaci che abbia letto
in quasi diciannove anni di vita: uno stile ineguagliabile, un
romanticismo dolcissimo ma non da diabete, un'originalità espressiva
senza pari, due protagonisti da rintracciare come nel gioco di Ed e
Min tra una folla di inconsapevoli passanti, un'ironia che provoca
esplosioni di risate e lacrime agli occhi. Unico nel suo genere,
raro, fantasmagorico.Un'esperienza necessariamente da provare. Per
scoccare un bacio al vuoto, alzare il medio e tornare a sorridere a
quella vita che ti ha fatto incazzare. Per ricordarsi come da un
cuore spezzato possano nascere nuovi inizi e cose stupende. Come
questo romanzo. Un difetto però ce l'ha. Avrei voluto qualche pagina in più... boh, tipo un
migliaio o giù di lì. Così, per continuare all'infinito.Il
mio voto: ★★★★★ Il
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