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Recensione: "Pilgrim" di Terry Hayes

Creato il 18 febbraio 2015 da Saraguadalupi
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Una missione impossibile, un delitto senza colpevoli, un nemico inafferrabile: giallo, avventura e spionaggio si fondono nel caso più complesso che Pilgrim nome in codice di uno degli agenti più abili dei servizi segreti americani abbia mai affrontato. Pilgrim è giovane, ma dopo l'11 settembre il suo mondo è così profondamente cambiato da indurlo a uscire di scena. Impossibile. Richiamato in servizio per sventare il rischio che un'arma biologica spaventosa venga innescata negli Stati Uniti e da lì esploda in tutto il mondo, si troverà di fronte all'avversario più astuto ed elusivo che abbia mai incrociato, un uomo che come lui agisce per ragioni profonde e come lui reca profonde ferite nell'anima: il Saraceno. Uno scontro di mondi, di tecniche, di personalità che darà un nuovo senso al mestiere di Pilgrim.
"Pilgrim" si apre con una finestra su New York dove un detective sta indagando su un omicidio complicato e decisamente strano: in una camera d'albergo, una donna è stata trovata riversa in una vasca da bagno piena di acido. Insieme al detective, nella camera d'albergo, c'è un altro uomo, autore di un libro su delitti irrisolti e dal quale sembra che l'assassino abbia preso parecchi spunti, per farla franca. L'uomo in questione si scoprirà essere prima di tutto una spia, chiamata Pilgrim e questo omicidio che apre il libro, è lo spunto che ci porterà poi ad una trama molto più ampia rispetto a quella del semplice poliziesco che tutti si aspetterebbero: in un attimo ci ritroviamo in un arco temporale post 11 settembre, con i terroristi alla riscossa contro l'America. Ecco, questo mi ha fatto storcere un po' il naso perchè mi aspettavo un thriller, si, ma senza implicazioni politiche, terroristiche e quant'altro. Colpa mia che mi sono fidata semplicemente di un consiglio, senza fermarmi a leggere la trama attentamente (a volte funziona come metodo, altre volte invece..).
E sotto quella volta celeste, mentre navigavo sul mare color del vino, mi resi conto che ero nato per quel mondo, che il mio destino era essere un agente segreto. Non l’avevo scelto, non l’avevo mai davvero voluto, ma era ciò che mi era toccato. Avevo cominciato quel viaggio pensando che fosse un peso, e quella notte capii che era un dono.
Ad ogni modo, sebbene mi aspettassi altro, devo dire che il libro è scritto molto bene e non annoia, probabilmente anche grazie ai numerosi flashback che ci aiutano a capire chi sono veramente i nostri protagonisti ed, accanto ad essi, troviamo la più classica delle cacce al terrorista che uccide persone innocenti senza un apparente motivo, ma basandosi solo su un qualsiasi paragrafo di religione. La trama si snoda attraverso culture e sentimenti molto diversi e che, per spiegare al meglio tutto, arriva a coprire quasi 900 pagine che, alla lunga, possono sembrare non tutte necessarie, soprattutto se consideriamo che, in certi momenti accadono vicende decisamente improbabili e quasi irreali. Si può dire che il punto di forza di questo romanzo di spionaggio - non mi sento di definirlo thriller - siano principalmente i personaggi che Hayes è riuscito a combinare: una spia veterana, un integralista islamico, una killer che lascia dietro di sé una scia di cadaveri infinita ed infine un tenente della polizia ferito durante l'11 settembre. Apparentemente sembra un'accozzaglia di personalità senza capo né coda ma, credetemi, una volta che si inizia a leggere "Pilgrim", tutto torna al suo posto e si scopre che, ognuno di questi personaggi, ricopre un ruolo che altrimenti risulterebbe come un enorme buco nero all'interno della trama.
Altro punto di forza è il ritmo serrato di Hayes che ci regala una suspense tale da farmi divorare pagine su pagine quasi senza rendercene neanche conto - peccato che, però , non ho sentito questo ritmo per tutto il romanzo, anzi, ho trovato alcuni capitoli un po' lenti. Detto questo devo riconoscere che lo stile narrativo dell'autore è scorrevole e che, alla fine, ci regala un libro che risulta essere un piacevole intrattenimento, forse grazie anche alla sua esperienza come sceneggiatore di film come Cliffhanger.
In conclusione ci troviamo di fronte alla più classica delle lotte fra bene e male, la stessa lotta che possiamo vedere tutti i giorni al telegiornale ma molto coinvolgente grazie al mix  di protagonisti implicati ed al ritmo quasi sempre scorrevole per tutta la narrazione. E' catalogato come un thriller di spionaggio,, ma in realtà io non ci ho trovato molto del thriller..se amate lo spionaggio vero e puro, invece, qui troverete sicuramente pane per i vostri denti!
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