Nintendo mescola due delle sue serie più famose, assemblando un puzzle game enigmistico con la progressione tipica dei Pokemon, e sperimentando una formula di distribuzione chiamata Free-to-Start.
Versione analizzata: Nintendo 3DS
Pokemon Picross rappresenta il punto d'incontro di due storiche serie prodotte da Nintendo. Da una parte abbiamo i Pokemon, celeberrima saga ventennale a cui alcuni danno addirittura il merito di aver salvato la casa di Kyoto durante i suoi anni più bui; dall'altra Picross, una serie di videogame basati sul gioco enigmistico anche conosciuto come nonogramma ed i cui episodi hanno cominciato a riscuotere un discreto successo a partire dall'apprezzatissimo Picross DS.
Come coniugare due serie amate per opposte modalità di gameplay? Nintendo ha provato a proporre la sua soluzione, approfittandone per sperimentare una particolare forma di commercializzazione dalla stessa grande N denominata free to start.
Gotta solve'em all!
La base del gameplay di Pokemon Picross è data appunto dalla componente "picross" del titolo. Per chi non fosse familiare con i giochi di questa serie, un picross non è altro che una griglia le cui caselle vanno annerite seguendo le indicazioni e gli indizi dati dai numeri presenti in corrispondenza di ogni riga e colonna, sfruttando dunque la logica per arrivare a comporre la pixellosa immagine celata. Il solito basilare tutorial che ci accompagna appena avviato il titolo non mancherà di spiegare le regole base da usare per riempire o marcare come vuote le celle, nonché far luce su alcune strategie non immediatamente evidenti, ma necessarie per portare a termine i vari schemi. Da questo punto di vista il titolo non rappresenta nulla di diverso rispetto a quanto visto nei vari episodi 2D e touch della serie (Picross DS su DS e i vari Picross e1-e6 su 3DS), proponendo il solito impeccabile sistema di controllo e una giocabilità in grado di provocare assuefazione negli amanti di questo particolare gioco enigmistico.
Ci che invece rappresenta una novità e giustifica la stessa esistenza del titolo è l'aggiunta per la prima volta di una struttura di gioco diversa dalla semplice lista di rompicapo, ma che invece propone una progressione volta al raggiungimento di nuove aree senza disdegnare l'esplorazione necessaria all'acquisizione dei Pokemon piú potenti. Ogni picross rappresenta una diversa creatura, ed il suo completamento corrisponde alla cattura del relativo Pokemon e dunque la possibilità di utilizzarlo per completare gli schemi successivi. Prima di affrontare ogni rompicapo il giocatore è infatti chiamato a comporre la sua squadra di Pokemon, ognuno dotato di una certa abilità in base al suo tipo: mentre i mostri d'acqua ci permettono di avere delle indicazioni su quali righe o colonne possiedono sufficienti informazioni per poterne annerire le caselle, le creature di tipo elettrico rallentano lo scorrere del tempo; altre abilità sono poi utili a riempire automaticamente porzioni dello schema, correggere automaticamente gli errori che commetteremo ed altro ancora. Pokemon migliori, o addirittura leggendari e mega-evoluti, possiedono abilità più efficaci e possono essere utilizzati nei picross di dimensioni maggiori. Possedere un consono rooster di creature è necessario per portare a termine gli obbiettivi associati ad ogni schema, ma non bisogna dimenticare che ogni Pokemon ha un diverso tempo di cooldown, che ci costringe dunque a variare continuamente la composizione del party.
A questa struttura così inusuale per un titolo della serie Picross si aggiunge poi la possibilità di affrontare tutti gli schemi di gioco in modalità mega, nonché la presenza di due imponenti mosaici. La modalità mega (presente giá in Picross e4 e seguenti) è una variante alle classiche regole dei nonogrammi in cui alcune coppie di righe o colonne hanno una serie di indizi numerici condivisi: la presenza di questo nuovo tipo di informazione rappresenta una sfida leggermente maggiore ed una gradita variazione al gameplay classico, nonché un buon motivo per riaffrontare il gioco nella sua interezza e raddoppiarne la longevità. I mosaici invece sono delle griglie la cui singola cella rappresenta un diverso picross da risolvere, arrivando a comporre un'immagine molto più grande del normale; ogni tessera dei mosaici va sbloccata completando i vari obiettivi nella modalità principale prima di essere affrontata.
Aggiunte degne di nota sono poi un sistema interno di achievement ed una modalità allenamento giornaliero in cui completare alcuni piccoli schemi in successione nel minor tempo possibile.
Free-to-what?
Pokemon Picross propone dunque un gameplay assolutamente rodato ed una mole di contenuti in grado di tenerci occupati per un enorme numero di ore, ma a quale prezzo? Non si tratta di una domanda retorica o esistenziale, bensì di un dubbio assolutamente veniale: quanto è necessario pagare per poter giocare Pokemon Picross.
Chiariamo subito una cosa: chi avesse intenzione di scaricare gratuitamente il gioco e portarlo a termine senza sborsare un euro, ha di fronte a se un'impresa titanica dal punto di vista della pazienza necessaria. La valuta presente nel gioco e che può essere rimpinguata con l'ausilio di pecunia vera è necessaria per azzerare il cooldown dei Pokemon nonché sbloccare le nuove aree, avere accesso alla modalità mega picross, acquistare l'oggetto necessario per attivare le mega evoluzioni, avere accesso a nuovi slot per avere un party più numeroso e rimpinguare e potenziare la barra dell'energia (necessaria per annerire ogni singola casella e che si riempe lentamente col passare dei minuti).
Da questa lista è facile capire che passata la prima ora di gioco non è possibile muovere un passo senza imbattersi in un muro abbattibile solo pagando; il tutto è reso ancora più esasperante dal fatto che la valuta venga elargita col contagocce e solo completando gli obiettivi e portando a termine gli allenamenti giornalieri.
Provare a non spendere un solo euro si rivela ben presto proibitivo, ma non possiamo dire che questo rappresenti una sorpresa, del resto il titolo è un free to start e non un free to play: cominciare è gratis, giocare no. Superata la primissima parte gratuita, che quindi può essere vista come un misto di un tutorial ed una demo, è necessario spendere qualche euro.
É qui che il giudizio si fa negativo: nonostante lo store del gioco proponga diverse opzioni di prezzo, l'unico vero modo per godersi davvero Pokemon Picross (partendo dal presupposto che lo si voglia portare a termine e non in tempi biblici) è di pagare così tanto che la valuta in-game diventi infinita, e questo limite è intorno ai 39 euro.
In buona sostanza dunque possiamo affermare che Pokemon Picross non sia altro che un gioco a prezzo pieno. Che poi questo sia un problema per il giocatore è una questione soggettiva: chi aspettava da tempo un degno erede di Picross DS in quanto a sfida e longevità non rimarrà deluso dal rapporto qualità/prezzo, ma è importante non cadere in quella che alcuni potrebbero vedere come una mera trappola di marketing.
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