ISBN: 9788806175023
Pagine: 514
Traduttori: Anna Nadotti
Editore: Einaudi
Roland Michell, giovane studioso londinese mite e riservato, trova accidentalmente in un libro appartenuto a un poeta vittoriano due minute di una lettera indirizzata a una donna. Roland s'improvvisa detective, scopre l'identità della destinataria di quella missiva e coinvolge nelle ricerche la collega Maud Bailey. Ripercorrendo i passi della donna e dell'uomo vissuti un secolo prima, visitando i luoghi dei loro incontri e studiando le opere, i due giovani ricostruiscono e ben presto rivivono, una perduta storia d'amore. I successi di pubblico e di critica mettono in luce quella passione che s'impadronisce del lettore impedendogli di separarsi dal libro finché non sarà arrivato a scoprire la traccia di verità, svelata nel rocambolesco finale.
FONTE
Recensione:
A. S. Byatt è un genio. Ho avuto il piacere di ascoltare una sua conferenza sul romanzo "Middlemarch" due anni fa al Cheltenham Literature Festival e presa dall'entusiasmo ho ingenuamente deciso di scrivere la mia imminente tesi di laurea sul romanzo di cui vi parlerò. Dico ingenuamente perché ho scelto l'argomento basandomi sulle innumerevoli recensioni positive a riguardo, ma senza aver effettivamente nemmeno provato a leggere il romanzo. Dopo un tentativo di lettura finito in partenza, sconforto e rimpianti, sono finalmente riuscita a leggere questo complicato romanzo e ne sono immensamente orgogliosa. Anche perché adesso posso finalmente iniziare a scrivere la mia tesi con idee chiare in testa, ma questa è un'altra storia.
La copertina della versione inglese
che ho letto.
Ho letto questo romanzo, vincitore nel 1990 del Booker Prize, in una settimana e ho dedicato animo e corpo a questa lettura. La fitta rete di riferimenti mitologici, il linguaggio spesso accademico e la specificità degli argomenti trattati mi avevano fatto abbandonare prematuramente il romanzo bollandolo come un romanzo elitario e un po' spocchioso, ma sotto a tutti questi paroloni l'autrice ha creato un puzzle perfetto che coinvolge il lettore e lo trasporta fisicamente in un'altra dimensione: i mondi di Randolph Henry Ash e Christabel LaMotte, due autori ottocenteschi non realmente esistiti, ma estremamente verosimili. La loro vita e la loro produzione letteraria è ricostruita talmente con maestria che ho dovuto controllare che fossero davvero personaggi fittizi. Anche i personaggi "contemporanei" sono caratterizzati in modo molto particolare e ho apprezzato particolarmente la dottoressa Maud Bailey, che ho preso in simpatia da subito. Descritta come una "donna gelida", mi è sembrato uno dei personaggi più umani ed interessanti del romanzo e la la rivelazione nel finale l'ha automaticamente eletta mio personaggio preferito.
Il pastiche di stili e generi creati dall'autrice è notevole e forse uno dei migliori che abbia mai avuto il piacere di leggere. Byatt inserisce nel suo romanzo lettere, diari, poesie, saggi, in un valzer di stili molto particolare. Ovviamente questa ricchezza letteraria ha i suoi pro e contro. Accresce il valore letterario, ma diminuisce la scorrevolezza rendendo, così, il romanzo un po' criptico per un lettore non abituato a questa varietà di registri e stili. Più volte ho dovuto rileggere interi paragrafi per non fraintendere il significato di alcune parole e con rammarico devo ammettere che non ho letto interamente tutte le poesi. I temi affrontati nel romanzo sono ancora più numerosi degli stili. Il rapporto con il passato, la competizione dell'ambiente accademico, il femminismo, l'omosessualità femminile, l'ossessione legata al possedere oggetti e persone, l'amore sono solo alcuni dei temi sviluppati in Possessione ed è proprio il titolo, sul quale ho riflettuto a lungo, a legarli tutti assieme.
Non penso sia un romanzo per tutti e per questo motivo l'ho definito elitario. Questa mia definizione, però, non ha necessariamente una connotazione negativa. Per apprezzare al 100% un lavoro di questo genere bisogna avere una certa familiarità con la letteratura inglese ottocentesca ed essere pronti a sacrificare un paio di neuroni per il bene della conoscenza. Sono uscita vittoriosa da questa sfida e ne vado molto fiera. Sono pronta a mettere di nuovo in gioco le mie sinapsi a breve.
Independent women must expect more of themselves, since neither men nor other more conventionally domesticated women will hope for anything, or expect any result other than utter failure. ― A.S. Byatt, Possession
4 STELLE e un piccolo meno per i neuroni consumati durante la lettura.
(5 stelle alla traduttrice per il lavoro immenso)