Titolo: Prep
Autrice: Curtis SittenfeldTraduzione: Annalisa CreaCasa editrice: RizzoliPagine: 495Data di pubblicazione: Marzo 2006Prezzo: 17,50
Sinossi: Lee Fiora, quattordicenne cresciuta in una cittadina dell'Indiana, ottiene una borsa di studio per la preparatory ("prep") school di Ault, nel Massachusetts, un prestigioso liceo che prepara all'università. È - come prometteva il dépliant - un ambiente esclusivo di antichi edifici e prati curatissimi, di ragazzi dai sorrisi smaglianti e belle ragazze in kilt. Ciò che non diceva il dépliant, e che Lee capisce subito, è che lei sarà sempre un'outsider tra i rampolli delle ricche famiglie della East Coast, intimidita e attratta dai suoi compagni. Proprio perché è un'estranea, un pesce fuor d'acqua, Lee riesce a cogliere con spietata acutezza i tratti essenziali dei caratteri, delle relazioni, dei rituali di alunni e insegnanti.
La mia opinione: Questo libro l'ho lasciato in libreria 7 anni prima di leggerlo: nonostante l'avessi preso scontato del 65% sospettavo, date le negativissime opinioni lette in giro, di aver comunque fatto un pessimo acquisto. E invece no. "Prep" (il cui didascalico titolo altro non è che l'abbreviazione di "Preparatory School", ma è anche l'abbreviazione di "Preppy", come indicazione dei giovani benestanti del nord-est degli Stati uniti che frequentano le scuole private) ha ampiamente superato le mie aspettative. La peculiarità di questo libro è che sembrerebbe quasi privo di trama perché la storia non è altro che un resoconto di 4 anni di collegio, che si dilunga per ben 500 pagine. Noioso? Nient'affatto. Per me questa lettura è stata quanto di più distante possa esserci dalla noia! La protagonista è una ragazza molto introversa che passa praticamente inosservata per tutti i suoi anni trascorsi a scuola e la narrazione, scritta dal suo punto di vista in prima persona, è incredibilmente vivida, una delle narrazioni più credibili e veritiere che abbia letto, capace di trasportare il lettore in tutto e per tutto nella storia, a patto però che si riesca ad immedesimarsi almeno un po' nella protagonista, cosa che a me è riuscita molto bene. Penso non sia necessario essere caratterialmente tali e quali a lei per capirla, però è certamente necessario essere introversi per riuscire a capire molte delle scelte che fa, o sarebbe meglio dire molte delle scelte che NON fa. Perché in questo romanzo c'è più riflessione che azione, più cose non dette o cose non fatte che il contrario. E' affascinante come ogni cosa non detta o non fatta abbia sempre un elaborato retroscena e l'autrice è bravissima a descrivere ogni avvenimento capiti alla protagonista con estrema lucidità e in maniera molto semplice e scorrevole.
Poteva essere un romanzo banale ma vincente, ciò che il pubblico avrebbe maggiormente apprezzato, in cui la protagonista inizia la sua avventura scolastica da "nullità" ma poi ha un processo evolutivo sorprendente e sul finale si riscatta e diventa la ragazza più ammirata e popolare della scuola. Ma no, la realtà raramente funziona così e i romanzi in cui i protagonisti hanno questi salti di qualità sinceramente non fanno per me. Invece questo romanzo nella sua "normalità" è stato per me straordinario e pieno di spunti interessanti, una lettura nel complesso leggera e poco impegnativa, anche se con un fondo di introspezione acuta, che purtroppo temo non possa venire colta da tutti a causa dell'insormontabile divario che da sempre le persone timide creano con il resto del mondo. Ma non è colpa del libro.
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