RECENSIONE: PRIGIONIERA DEL TEMPO, di Laura Gay
Anno: 2009
Pubblicato in Italia da: Boopen
Formato: paperback
Livello di sensualità:s ubtle
Genere: time travel
Ambientazione: Italia, 2009
Voto: 8/10
La diciottenne Elisa vive a Roma, divisa tra scuola, amici e famiglia. Un pomeriggio, durante una visita a Castel Sant’Angelo, trova una porta che non aveva mai visto e che la incuriosisce tanto da farle decidere di sfidare il cartello “vietato l’ingresso” e oltrepassarla….e così Elisa si ritrova catapultata nella Roma , la Roma dei Borgia.
Ovviamente spaesata, Elisa viene aiutata da Cristiano e Betta, due servitori della famiglia Borgia che riescono a procurare anche a lei un posto a corte. La ragazza si trova così a vivere una vita totalmente diversa da quella finora condotta: duro lavoro, vestiti miseri, comportamento più austero…quanti errori fa inizialmente Elisa, sia nel parlare che nel comportarsi!
Ma diverse sono anche le persone con cui viene a contatto; ed Elisa si ritrova ad essere affascinata dal bellissimo e spietato Cesare Borgia, l’ambizioso figlio maggiore del Papa, attrazione ricambiata e che causerà vari guai…
Solitamente non leggo time travel, ma avendo avuto modo di leggere alcuni stralci di questo romanzo sul blog della sua autrice Laura Gay, ho deciso di provare a leggerlo per intero.
Come a volte capita, è stata una piacevole sorpresa rispetto a quei pochi romanzi appartenenti a questo genere che finora non mi aveva per nulla coinvolto; e mi sono anche molto divertita a leggere le avventure di Elisa, ragazza dei tempi nostri, attraverso un viaggio nel tempo di circa 500 anni.
Elisa è una diciottenne che, colpevole una irresistibile curiosità, si ritrova improvvisamente catapultata nientemeno che nella Roma dei Borgia; e da subito capiamo che la nostra eroina, per ovvi motivi, in un simile contesto avrebbe avuto vita breve se non avesse trovato due amici disposti ad aiutarla ( e diciamolo, anche con vedute abbastanza larghe rispetto alla loro epoca e condizione sociale; visto che Elisa, quando incontra per la prima volta Cristiano, indossa i suoi abiti del 2009, e credo che all’epoca per una donna bastasse vestirsi in maniera strana per essere scansata o, peggio, accusata di stregoneria…).
Grazie a Cristiano e a sua sorella Betta Elisa viene introdotta nel palazzo della famiglia Borgia come domestica, precisamente come cameriera personale di Sancha, la giovane moglie di Giovanni Borgia . In questa veste conoscerà anche Lucrezia, la figlia del Papa, e soprattutto il temibile Cesare Borgia, personaggio centrale della storia, in quanto da subito Elisa rimane vittima di un’inspiegabile attrazione verso questo personaggio che lei sa già, sia per averlo studiato sia per i preoccupati avvertimenti di Cristiano di stargli lontano, essere un uomo crudele e spietato. Ma Cesare è anche giovane, ricco (eddai, mettiamocelo), bellissimo e soprattutto passionale, visto che dimostra da subito interesse verso la nuova arrivata; e quella che dapprima è sicuramente solo attrazione sessuale, vista anche la fama di dongiovanni del Valentino, piano piano si trasforma in amore, ma un’amore che come avremo modo di capire è un amore morboso e malato, che arriverà a disgustare Elisa tanto quanto prima l’aveva attratta.
Anche perché, come contraltare del focoso Cesare( un personaggio a mio avviso molto ben riuscito, visto che nonostante tutto anche la lettrice più diffidente non potrà non esserne affascinata) accanto a Elisa c’è il tranquillo Cristiano, anche lui innamorato della giovane e in un modo non meno appassionato del rivale ma più silenzioso, più costante, più disinteressato, come dimostrerà nel corso della storie e soprattutto nel finale;
la nostra protagonista si ritrova così divisa fra due uomini talmente diversi da essere praticamente l’opposto, e nonostante sia facile intuire chi sceglierà alla fine (e, a mio avviso, è sempre questa la cosa che mi piace meno di un time travel), l’autrice muove le fila dell’intreccio tra i tre personaggi principali in modo davvero convincente e che lascia comunque quel senso di “suspence” necessario ad invogliare la continuazione della lettura.
L’autrice ha anche saputo ricostruire e rendere con cura l’ambientazione dell’epoca, soffermandosi non solo su costumi e arredi, ma anche su sapori, odori e sensazioni : chissà cosa ha provato Elisa respirando un’aria completamente priva di inquinamento?
Certo le perplessità non mancano: innanzitutto, perché a volte succede che Cristiano (un servo) dia a Cesare (il padrone) del tu? E’ vero che succede più spesso nel concitato finale….
O anche: parte del fascino di Elisa sta sicuramente nel suo non essere una donna comune per l’epoca, ma quando confessa a Cesare di scrivere racconti e lui le crede e non dice nulla? Non dimentichiamoci che per Cesare Elisa è solo una serva, e all’epoca (come ho già detto) per una donna era facile essere accusata di stregoneria per molto meno…solo potenza dell’amore?
La parte migliore- e divertente- del romanzo comunque sono le scene dell’inevitabile contrasto tra il modo di fare e di parlare della moderna Elisa e gli altri personaggi; e a questo proposito, la scena in cui Cesare Borgia ascolta Laura Pausini con L’I pod è davvero indimenticabile!
Il finale è aperto, in quanto l’autrice sta lavorando al secondo episodio della storia.