Generose manciate di spezie per lenire la nostalgia di casa; curry bollente in cui dissolvere la vergogna per un errore inconfessabile; croccanti frittelle contro l’incertezza del futuro: è in cucina che Sarna esercita la sua magia. Incantatrice di aromi, sa come annegare i brutti ricordi in fragranze inebrianti. Si ribella così alle parole della madre, che l’aveva ammonita: «Solo due cose non si possono nascondere: ishq e mushq, l’amore e il profumo». Perché Sarna sa che, se usato con astuzia, il secondo può mascherare vecchi fantasmi d’amore. Quando è partita dall’India, si è portata appresso una montagna di spezie, utensili e manghi (la sua passione proibita), incorrendo nelle lamentele di Karam, il suo neo sposo, per quel bagaglio costoso e ingombrante oltremisura. Ma Karam era ignaro del fardello che Sarna si portava dentro: un carico di ricordi ben più pesante e sgradito, per via di un amore sbagliato che aveva rischiato di disonorare per sempre lei e la sua famiglia. Anche lui, tuttavia, aveva qualcosa da nascondere: un episodio umiliante rimasto sepolto nel caos della separazione tra India e Pakistan, lo sfondo non esattamente romantico che aveva incorniciato il suo incontro con Sarna. Divisi dai segreti, uniti dal desiderio di fuga, i due hanno lasciato l’India per ripartire da zero, diventando compagni di un turbolento viaggio lungo una vita. Destinazione finale: l’Inghilterra. Ma proprio là, a migliaia di chilometri dal passato, una lettera arriverà a sconvolgere l’equilibrio precario della loro unione, ridando corpo a una verità impossibile da cancellare. E a quel punto Sarna dovrà inventarsi un antidoto ben più forte della più piccante delle spezie.
RECENSIONEPiccante come peperoncino, intenso come curry, pungente come curcuma. Profumo di spezie proibite è un romanzo che bisogna assaporare pagina dopo pagina, come un mix di spezie inebrianti, lasciandosi trasportare dalla penna vivace di Priya Basil che, con tocco a volte leggero, a volte cinico, c’introduce nella storia e nella vita dei personaggi che ne fanno parte.
Agli inizi, c’è l’India. I suoi colori, i suoi profumi, il suo fascino e c’è… Sarna. Come la sua terra, è una giovane ragazza bellissima e piena di vita, con una vera ossessione per il frutto del Mango, di cui divora intere casse, senza alcun pentimento. Novella sposa, parte alla volta del Kenya dove troverà la famiglia di Karam, il marito. Ma la realtà che l’attende è totalmente diversa da quella romantica che si è immaginata. La verve di Sarna, i vestiti sgargianti che ama indossare, e la sua smodata passione per la cucina vengono visti di cattivo occhio dalla suocera e dalla cognata che ne fanno oggetto di cattiverie inaudite, dettate dall’invidia. Per sfuggire a una vita che detesta, ormai madre di due gemelle, Sarna si rifugia tra le sue amate spezie, nel loro profumo, e tra i ricordi. Tuttavia, altre avventure l’attendono, in una città lontana e a lei totalmente sconosciuta: Londra.
Sarna, Karam e i loro figli si trasferiscono in Gran Bretagna, dove hanno acquistato una casa. E il vento del cambiamento soffia di nuovo tra le pagine del libro e su di un’esistenza già messa a dura prova. Sarna e i suoi figli stentano ad ambientarsi, a differenza di Karam che ha sempre considerato Londra la Mecca dei propri sogni. I rapporti tra marito e moglie si fanno più tesi, Sarna è sull’orlo di una crisi di nervi. E, di nuovo, la sua unica salvezza sembra nascondersi nelle spezie, di cui ha fatto incetta, anche nella città inglese. Negli impasti colorati, tra zuccheri, canditi e praline di ogni tonalità, Sarna ritrova il proprio equilibrio e s’illude di poter rimediare il collante che terrà unita la propria famiglia. Ma non saranno né l’amore di Karam né il profumo delle spezie, ishq e mushq come un tempo lontano, in India, li chiamati sua madre, a cancellare i fantasmi del passato.
“In fondo (...) il mondo é fatto per finire in un bel libro.” Così affermava Mallarmè. Ed è un po’ quello che è successo a me. Era tempo che non leggevo una storia così sfaccettata, ironica, tagliente e piena di passione. Una trama di una semplicità disarmante e, tuttavia, densa di sentimento, con una protagonista femminile che, accentra su di sé, magnetica come una dea orientale, intensa nelle proprie, seppur a volte insopportabili contraddizioni, tutti gli altri personaggi che le ruotano intorno. Una donna che inebria chiunque, come le sue spezie, che impone, comanda con un’inflessibilità che solo una volontà ferrea sa donare. Una donna complessa, insomma, con un segreto inconfessabile che le ha marchiato l’esistenza. Karam, il marito, i figli, gli altri attori che si muovono sulla scena come se non fossero le pagine di un libro, ma i meandri della vita reale, convincono nella loro tridimensionalità, Commuovono, divertono, incantano. E, poi, che dire dell’ironia con cui l’autrice descrive le scene di vita di questa originale e un po’ bislacca famiglia indiana a Londra? Più volte mi sono ritrovata a ridere seguendo i battibecchi, le piccole ripicche e vendette, le tenerezze celate. Uno stile, quello di Pirya Basil mai banale, con alcuni tratti in cui rasenta la poesia.
Un esordio davvero travolgente.