Recensione, PROIBITO di Tabitha Suzuma

Creato il 10 marzo 2014 da Leggiamo
Avevo Proibito sul comodino da due anni. Esatto, non in libreria, ma proprio sul comodino vicino al letto, perché da quando l'ho ricevuto tramite uno scambio è sempre stato uno di quei romanzi a priorità alta. Invece nonostante fosse a distanza ravvicinata, quasi strategica, ha preso polvere per più di 700 giorni.
Devo ringraziare la Andrews e Fiori Senza Sole che con la sua storia incestuosa mi ha spinto in questo territorio delicato e spinoso, forte e controverso, struggente e contraddittorio. Sono felice di averlo letto, anche se adesso sono ufficialmente morta.
Forbidden di Tabitha Suzuma
| Mondadori, 2011 | pag. 360 | € 16,00 | romanzo autoconclusivo |- goodreads - anobii -
Lochan ha quasi 18 anni, è chiuso e solitario. Maya ne ha 16, è molto sensibile e più matura di quello che la sua età richiederebbe. Sono fratelli, e hanno altri tre fratellini più piccoli da accudire: Kit, Tiffin e Willa, la loro ragione di vita e la loro preoccupazione più grande da quando il papà li ha abbandonati per una nuova famiglia e la mamma ha iniziato a bere e si è trovata un altro uomo. I giorni passano e solo una cosa ha senso: essere vicini, insieme, legati, forti contro tutto e tutti. Per Maya, Lochan è il migliore amico. Per Lochan, Maya è l’unica confidente. Ma cosa succede quando il vortice dei sentimenti ti trascina verso un’attrazione fatale? Se il legame diventa così stretto e subentrano l’attrazione fisica, la passione, la gelosia, la dipendenza? Un bacio, un momento di passione e poi la catastrofe è inevitabile. 

Voto:  
Per sopravvivere, il corpo umano ha bisognodi un flusso continuo di cibo, di ossigeno e di amore.Senza di lei perderei tutti e tre.
Ecco un romanzo che andrebbe venduto con allegate le istruzioni per l'uso e un dettagliato elenco degli effetti collaterali che potrebbero insorgere durante e dopo la lettura. Sapevo che non sarebbe stato emotivamente facile iniziare Proibito, ma non credevo che la bolla di dolore che mi avrebbe imprigionata ci avrebbe messo tanto a scoppiare... così sono ancora qui a pensare a Lochan. Nonostante il romanzo alterni la sua narrazione a quella della sorella Maya io penso a lui, a ogni capitolo dedicato a questo ragazzo di diciassette anni intrappolato in una routine infinita fatta di bambini da svegliare, pranzi da preparare, compiti da fare, bollette da pagare. Lochan condivide il peso della famiglia con Maya, fanno da genitori ai loro fratelli più piccoli e anche se sono pieni di casini si spalleggiano a vicenda e insieme sanno di essere forti. Ma per Lochan questa regola vale solo tra le quattro mura di casa sua, mentre fuori la realtà è come un terribile incubo claustrofobico, un luogo troppo grande per lui che si smarrisce così facilmente, un luogo cacofonico in cui anche solo dire una parola richiede uno sforzo sovrannaturale. Lochan vorrebbe solo essere invisibile ed esistere unicamente per i suoi fratelli e per Maya, in quella casa che anche se di "casa" ha poco, anche se non c'è un padre ad abbracciarli e la madre sempre ubriaca sembra essersi dimenticata di loro, è uno scudo che lo protegge dal dolore che lo consuma.
Innamorarsi non rientrava certo nei piani di Maya e Lochan. Sembra addirittura l'ennesimo scherzo del destino, un ulteriore casino in quella vita già così precariamente instabile, eppure è solo quando sono insieme che tutto il resto si annulla e possono essere felici. Lochan può addirittura essere se stesso. Non sente quel fastidioso bisogno di strisciare fuori dalla sua pelle, quella costante sensazione di essere sbagliato, perchè con Maya non ci sono muri da abbattere o barriere da erigere.
» continua a leggere sul sito
Acquista su Amazon

Nota: I commenti rilasciati a questo post, saranno visibili anche nella pagina del sito dedicata alla recensione.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :