Carissimi Lettori e Amici di Old Friends & New Fancies,
nell’ambito dei festeggiamenti per il Bicentenario di Pride and Prejudice noi Lizzies stiamo leggendo di derivati di varia natura. Questa volta LizzyGee si è dedicata alla sezione Young Adult, con uno spin-off in chiave moderna: Prom and Prejudice di Elizabeth Eulberg. Durante la lettura ha coinvolto una cara amica di Old Friends & New Fancies, appassionata di Jane Austen e di Young Adult, Tintaglia, del blog La città dei libri sognanti, anche se – purtroppo – l’esperimento non è riuscito come avremmo voluto… vedrete. Il titolo di questo romanzo dice tutto: prom è infatti il famoso ballo di fine anno delle scuole superiori americane; un ballo a cui tutte le ragazze sognano di partecipare, accompagnate da un cavaliere più o meno adatto, sfoggiando eleganti abiti da sera – che probabilmente verranno utilizzati per quell’unica occasione – e corsage offerti dagli accompagnatori, rigorosamente in smoking.
SCHEDA LIBRO
Autore: Elizabeth Eulberg
Titolo: Prom and Prejudice
Casa Editrice: Point
Pagine: 240
Data Pubblicazione: Gennaio 2011
Trama: È una verità universalmente riconosciuta, che una ragazza single di alto rango dell’Accademia di Longbourn, sia alla ricerca di un appuntamento per il ballo di fine anno. Dopo le vacanze natalizie, le ragazze dell’ultraprestigiosa Accademia di Longbourn ne sono ossessionate. Lizzie Bennet, che frequenta Longbourn in virtù di una borsa di studio, non ha alcun interesse negli abiti di alta sartoria e nelle scarpe firmate, ma la sua migliore amica Jane lo potrebbe essere – soprattutto perché Charles Bingley è appena rientrato da un semestre a Londra. Lizzie è felice per la storia d’amore in boccio della sua amica, ma molto meno interessata all’amico di Charles, Will Darcy, che è snob e pretenzioso. Neanche a Darcy sembra piacere Lizzie, ma la ragazza presume che sia perché non proviene da una famiglia ricca. Ovviamente, Will Darcy è un imbecille… ma allora, perché Lizzie si sente, suo malgrado, attratta da lui?
RECENSIONE di LizzyGee e Tintaglia Proprietà transitiva
Kristen Stewart e Robert Pattinson arrivano al ballo di fine anno in Twilight (2008)
Ma torniamo a noi: anche in Twilight c’è di mezzo il ballo di fine anno a cui Bella viene invitata dai suoi vari ammiratori. L’atteggiamento di Bella e di Lizzie sono molto simili. Insomma, sembra che questo, più che uno spin-off di Pride and Prejudice, sia uno spin-off di Twilight (senza vampiri). E, dato che la Meyer ha dichiarato di essersi ispirata a Pride and Prejudice mentre scriveva Twilight, per la proprietà transitiva… che poi è una sorta di cerchio, o un triangolo ai cui vertici troviamo i tre libri... (povera zia Jane, che si sta rotolando al vertice del triangolo!) E qui LizzyGee si dimostra come sempre più informata di me: mi sono lasciata travolgere dall'idea di Longbourn e della Pemberley Academy – se avessi saputo che il romanzo era in qualche parte ispirato a Twilight ammetto che me ne sarei tenuta lontana.(Beh, ma anch’io l’ho saputo dopo; inoltre non faccio commenti sui romanzi della Meyer, mi limito a fare un sorrisetto sotto i baffi…)Anche perché da quel che ho letto del romanzo di Twilight ha i difetti principali: la povertà dello stile e la scarsità della caratterizzazione. Ma forse è meglio andare con ordine. E andare subito al sodo: abbiamo scelto di dare al libro due Austenstars, perché?[Per me è logico, ne darei anche meno, dopotutto ho scelto di non terminare la lettura! ma LizzyGee è come Jane Bennet: troppo buona! ;)]Dunque: diciamo che il linguaggio è povero, ma povero… sciatto fino all’inverosimile. Il che non consente la minima caratterizzazione dei personaggi, visto che tutti si esprimono nello stesso identico gergo, utilizzando gli stessi intercalari… (e mi chiedo che accadrebbe se venisse tradotto in italiano, dato che la traduzione, di solito, impoverisce ulteriormente il linguaggio!)
Concordo in pieno: stilisticamente è di una sciatteria imbarazzante: la cosa che mi infastidisce è che pubblicano questa roba "perché è per ragazzi" – quindi mica si meritano pulizia e correttezza, se non eleganza di stile. NERVI!!!!
L’unico che sembra distinguersi è Colin Williams (ovvero il corrispettivo di Mr. William Collins), che ha un po’ più di stile… se non fosse che la natura dei suoi discorsi lo rende estremamente noioso. Però magari, a lungo andare migliora! Lo scoprirà Charlotte (uno dei migliori personaggi del romanzo). Ma da quello che ho letto Colinèil migliore! Gli altri sono tutti di un piattume desolante, reso ancora più sconfortante dal fatto che lui si sa che dovrebbe essere borioso e noioso, mentre gli altri dovrebbero essere brillanti! Ma voglio dire, hai letto quella Lizzie? Lo spirito di una patella sullo scoglio! Darcy, poi, è da abbattere sul posto: almeno le lettrici smettono di soffrire. I tentativi di spirito che fa Lizzie sono talmente slavati da mettere tristezza: vogliamo parlare della scena nella caffetteria? O è meglio stendere un velo pietoso? Sì, hai ragione, Tintaglia, Lizzie non mi è piaciuta proprio: in fondo in fondo è un po' invidiosa. Poverina, non ha tutti i torti: le tipe snob dell’Accademia di Longbourn gliene fanno passare di tutti i colori. Prime fra tutte Caroline Bingley e Cat De Bourgh (che in questa versione fa la studentessa!) Ma non capisco bene il suo atteggiamento: mi sembra che anche lei dia troppo peso alle firme e alle feste, esattamente come tutte le altre. Invece, dato che è arrivata a Longbourn con la borsa di studio, forse sarebbe meglio che si facesse di più i fatti suoi e si dedicasse allo studio (cosa che probabilmente farà, visti i risultati, il problema è che nel libro NON se ne parla!); invece per tutto il tempo Lizzie – che è la narratrice – sta a raccontare gli avvenimenti relativi alle stesse cose che interessano a tutte le altre ragazze di Longbourn... ecco perché colgo una forma di invidia. Io non so se sia una forma di invidia: lei sogna da sempre il ballo da favola e il principe azzurro – e in questo decisamente non è diversa dalla ragazze di Longbourn, ma è diversa dalla Lizzie originale, che pur volendo sposarsi (e parliamo di una società in cui non avrebbe avuto altra maniera non dico di realizzarsi, ma anche solo di sostentarsi!) non lo aspettava né lo bramava. Mi pare però che si senta da una parte inferiore (e questo è normale) dall'altra ribadisca con una sorta di spocchia la sua condizione (e lei è brava, e lei s'è fatta da sola, eccì eccì) proprio per mostrare che non gliene importa nulla, mentre invece (hai ragione, alla fine è invidia...) non è che si tiri indietro davanti a feste, eventi e cose del genere. E non è che dia un occhio "ai prezzi": le secca essere inferiore sotto quel punto di vista, se ne vergogna, ma di certo non ha quella suprema indifferenza che la vera Elizabeth aveva. Nonono, non ci siamo: aggiungo che (ne ho letto solo un terzo) secondo me è stato un errore madornale eliminare la madre (motore comico) e fornire Elizabeth non solo di un talento fuori dal comune per la musica, ma anche di tanti cari e affettuosi amici a casa. Brutta come soluzione, IMHO. Beh, Tintaglia, tu non l'hai letto fino alla fine, la madre di Lizzie c'è ma, effettivamente, è una normalissima signora borghese che vuole il meglio per sua figlia (niente a che vedere con il motore comico - come lo chiami tu - di Pride and Prejudice!) Bè, un conto è volere il meglio per la propria figlia in termini di educazione, un altro volere il meglio in termini di marito ricco. ;)
Ritornando al discorso del linguaggio povero, paradossalmente la Eulberg utilizza espressioni ripetitive che mi sono suonate come una sorta di ‘a me mi’ (un po' meno scorretto grammaticalmente, d'accordo) inglese… non capisco se lo abbia fatto per ‘arricchire il linguaggio’ o semplicemente per allungare il brodo…
- nodded her head;- clapped her hands together;
- shrugged his shoulders...
Sai, sono le sciatterie che mi irritano: uno lo stile non se lo può dare, ma la correttezza grammaticale dovrebbe essere il minimo, se non si sta volontariamente facendo mimesi di un certo linguaggio. mi chiedo dove fosse l'editor: alle Maldive?
La cosa più interessante del libro, quella che dà un lieve guizzo alla trama, è l'unica che un po’ si differenzia da Orgoglio e Pregiudizio, un colpo di scena – che corrisponderebbe in all'arrivo di Lizzie a Pemberley, quando incontra Darcy fortuitamente – ma naturalmente non lo posso svelare, per non spoilerare l'unico elemento originale del romanzo. (Tintaglia, visto che non finisci il libro, a te lo dico in un orecchio!)... dovrebbe essere il quinto (nemmeno terzo, nemmeno quarto!) segreto di Fatima per scuotermi! XD Comunque, se fossi nei panni dei genitori di Lizzie... avrei scelto di non mandare mia figlia in una scuola simile! Era logico che in un’Accademia così esclusiva fossero tutti dei grandi snob e che Lizzie dovesse soffrire per la sua borsa di studio! Certo, lo studio della musica costa tantissimo e comporta enormi sacrifici, ma possibile che questa fosse l'unica alternativa? Prendimi per matta, ma se avessero scelto (almeno la madre) di mandarla a Longbourn con lo scopo preciso di accaparrarle un marito ricco, avrei apprezzato di più la soluzione: avrebbe dato carattere alla madre e spiegato il perché di una scelta che può lasciare sconcertati, come fai notare.
In conclusione: consiglierei questo romanzo alle ragazzine appassionate di Twilight, che non si sentono ancora pronte per leggere Orgoglio e Pregiudizio. Poi però è necessario che IL ROMANZO venga letto: mica vorrete leggere romance e chick-lit per tutta la vita? Mah... Io non credo molto in queste cose. Dare in pasto una scatoletta di Manzotin non prepara il palato a un arrosto raffinato. Per me bisogna dare il tempo al tempo. Io ho letto per la prima volta Orgoglio e Pregiudizio a quindici anni – e l'avevo trovato sciocco e frivolo; l'ho ripreso in mano per caso a venticinque, e mi ha aperto un mondo. Ci vuole tempo, e abituare le giovani lettrici a letteratura scadente come Twilight o Prom e Prejudice contribuisce, anzi, ad allontanare la possibilità che arrivino ad apprezzare le finezze stilistiche e di caratterizzazione della buona letteratura. Non saprei: in questo caso credo che dipenda dall'intelligenza dei lettorio, più probabile, delle lettrici, non credi? Una Manzotin ogni tanto è anche buona, ma deve essere fatta a dovere, non con carne avariata! CONCLUSIONI Ho già detto che consiglio questo libro alle ragazzine appassionate di Twilight, che non si sentono ancora pronte per leggere Pride and Prejudice. Aggiungo ora ANGLOFONE! Sconsiglio infatti la traduzione di questo romanzo (è uno dei rarissimi casi, e lo sapete!!!), perché temo che il traduttore sia costretto a fare harakiri nel tentativo di migliorare lo stile, o debba partire alla ricerca del Sacro Graal per trovare dei sinonimi ai vocaboli ripetuti a oltranza! Sarebbe una bella sfida, però. XD
Ringraziamo Tintaglia per la sua grande disponibilità e ci auguriamo che voglia ripetere presto l'esperimento (sperando di essere più fortunate nella scelta del derivato!) A presto, The Lizzies L’Autrice
Elizabeth Eulberg è nata e cresciuta in Wisconsin, prima di partire per la Syracuse University e cominciare a lavorare nel mondo dell’editoria. Vive alla periferia di Manhattan con tre chitarre, due tastiere e un tamburo. Durante le ricerche per il suo libro d’esordio The Lonley Hearts Club (Il Club dei Cuori Solitari), ha cercato di rinunciare per sempre ai ragazzi. Non ce l’ha fatta. Invece ha imparato a suonare l’ottava variazione della Rapsodia su un tema di Paganini di Rackmaninoff durante la stesura di Prom and Prejudice, dunque non è una complete scansafatiche. Recentemente è stato pubblicato il suo terzo romanzo Take a bow.