Se qualcuno si stesse domandando perché diamine leggere questo libricino sulle allucinate vicende di un insignificante uomo americano, la risposta è solo una: questo libricino è geniale. L’ironia, presente sempre, continuamente, in ogni domanda, risposta, gesto, silenzio, sguardo. La più pura finzione narrativa che si fonde perfettamente con una visione cinica e poi disperata della vita. La perfezione di dialoghi paradossali, che non avrebbero nessuna ragione d’essere, ma che non potrebbero essere espressi con altre parole. C’è da rimanere incantati per la fantasia letteraria, la lucidità di fronte all’evidente (ed imminente) disastro, l’ironia che lascia sempre con l’amaro in bocca. Ma i giudizi sono inutili, le riflessioni superflue, non perdete più tempo qui. In fondo, Bukowski resta Grande anche senza le mie parole, piuttosto, andate subito a recuperare questo gioiellino, non c’è spazio per la delusione.
Voto: 4 mele!
Veronica.