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Recensione Punch Club

Creato il 17 gennaio 2016 da Lightman

Punch Club permette di immergersi in un'atmosfera dal forte taglio anni '90, seguendo le orme di un aspirante pugile professionista che vuole vendicare la morte del padre. Un riuscito mix fra gestionale e RPG.

Versione analizzata: PC

Recensione Punch Club
Recensione Punch Club

Alessandro "Neon" Mazzega prende confidenza fin da tenera età con pad e tastiera e si appassiona rapidamente al mondo dei videogiochi, lavorando come giornalista sulle principali realtà online e occupandosi di sviluppo, attualmente in Forge Reply. Bassista fallito, ha ormai venduto lo strumento per passare dietro al microfono, sia per cantare che per condurre il podcast Gaming Effect. Cercatelo su Facebook, su Twitter e su Google Plus.

Con l'uscita nelle sale di Creed, pellicola che si fregia della partecipazione di Sylvester Stallone e di una trama molto legata al passato, il mondo del pugilato torna sul grande schermo. Nello stesso periodo, anche se in maniera del tutto casuale, il publisher indie tinyBuild ha pubblicato Punch Club, un mix tra gestionale e RPG che ripercorre le classiche tappe della carriera di un giovane pugile, dai primi scambi in strada fino ai ring professionistici.
Dal giorno del lancio il successo di Punch Club non ha fatto che crescere, non tanto per una copertura stampa epica ma per una strategia di pubblicazione completamente basata su Twich: una versione speciale del gioco gira ininterrottamente sul sistema di streaming più famoso del mondo da giorni e gli utenti possono giocare in remoto, scegliendo come comportarsi tramite l'uso di specifici hashtag. Dopo aver partecipato allo streaming per un paio d'ore, abbiamo deciso di provare Punch Club direttamente, immergendoci in solitudine in un'atmosfera dal fortissimo taglio anni '90.

Dalla tragedia al riscatto

A differenza della maggior parte dei gestionali, uno dei punti di forza di Punch Club è la trama. L'impianto narrativo non è nulla di rivoluzionario, chiaramente, e anzi si tratta di avvenimenti che già moltissimi altri videogiochi hanno portato sullo schermo di PC e console (tra i quali sua maestà Shenmue). Il protagonista che andremo ad impersonare ha infatti perso il padre, in strada e in circostanze poco chiare. Purtroppo l'allora ragazzino ha assistito alla morte del papà e questo lo ha segnato profondamente, al punto tale da spingerlo aseguire le orme dell'adorato genitore, una volta campione di pugilato. Per fortuna un ufficiale di polizia incaricato del caso lo aiuterà negli anni più difficili, quelli dell'adolescenza, facendo sì che rimanga lontano dai pericoli e si costruisca invece una vita normale. È un periodo intermedio che non abbiamo la possibilità di giocare, in quanto interverremo a gestire la vita del ragazzo quando ormai è un adulto, nel momento in cui si appresterà ad andare a stare da solo in un modesto appartamento e a guadagnarsi da vivere. Poiché tutto ciò che accade in Punch Club gravita intorno al mondo della boxe, le prime locazioni sulla mappa che si sbloccheranno saranno la palestra e il negozio di prodotti alimentari. La prima offre un'ampia scelta di allenamenti, tra i quali gli scambi sul ring, un'ampia gamma di esercizi di pesistica, e anche metodi più "esotici" (realmente utilizzati da chi pratica allenamento funzionale).
nel negozio di alimentari, invece, si trova tutto, dagli alcolici (venduti ovviamente solo a chi ha più di ventuno anni) alle pizze surgelate di dubbio gusto, fino ad arrivare a bistecche delle quali è meglio non chiedere la provenienza, in quanto mancanti del cartellino di tracciatura della filiera produttiva.
Inizialmente si imparano le meccaniche alla base del gioco facendo la spola tra queste zone della cittadina, abbastanza vicine sulla mappa e che si possono raggiungere a piedi, spendendo un po' del proprio tempo, o istantaneamente pagando il biglietto dell'autobus. Le giornate sono infatti scandite da un orologio posto in alto a destra sull'interfaccia, area che espone anche gli svariati parametri vitali del nostro aspirante campione: fame, sonno, felicità ed energia sono quelli che hanno a che fare con i suoi bisogni, mentre forza, agilità e resistenza offrono un colpo d'occhio sulla tipologia di combattente che stiamo sviluppando. Una volta notati questi dettagli, come giocare a Punch Club diventa praticamente chiaro: all'inizio della giornata, tendenzialmente dopo una buona dormita, bisogna decidere cosa fare, sempre tenendo d'occhio i propri bisogni. Frigo vuoto? Meglio andare ad acquistare qualcosa da mangiare e bere, magari passando dalla palestra per un leggero allenamento e spendendo quindi qualche ora in attività ricreative come guardare la TV, in modo da non far scendere troppo la propria felicità e vanificare i risultati dell'attività fisica.
Dopo pochissimi giorni inizieremo a finire i soldi, quindi sarà necessario trovarsi un posto di lavoro: magari in un cantiere cittadino, guadagnando di più ma stancandosi molto, oppure consegnando a domicilio le pizze del vicino ristorante. Se inizialmente le attività di incastrano tutte molto bene e la componente gestionale è leggera e piacevole, proseguendo si comincerà ad accusare una ripetitività abbastanza marcata

. Per fortuna il team di sviluppo ha quindi aggiunto parecchie varianti sul tema, facendo proseguire la storia grazie all'introduzione di svariati personaggi aggiuntivi, alcuni dei quali memorabili, che a loro volta sbloccano nuovi luoghi da raggiungere, con specifiche funzionalità. La narrazione resta comunque in disparte, affiora di tanto in tanto, restando sempre abbastanza sopra le righe e leggera, soprattutto grazie all'introduzione di "easter egg" e citazioni di vario tipo: chi sono ad esempio i due ragazzi che passano il loro tempo con una gigantesca radio portata "a spalla" fuori dal negozio di alimentari, o la coppia poco raccomandabile seduta al bar della tavola calda? E quel tizio con il ciuffo ribelle che una sera, dopo aver bevuto qualche birra, ci chiede cosa pensiamo dell'autodistruzione del proprio corpo invitandoci al suo club esclusivo? Il titolo sviluppato da Lazy Bear Games è, in parte, un tributo ai film, alle situazioni ed alle serie TV che hanno fatto parte della cultura popolare di un intero decennio, una fitta ragnatela di omaggi intrecciata con fare divertito e nostalgico.

Sul ring

Il mondo del pugilato rientra con prepotenza al centro del gioco quando dalla palestra inizieranno a notare i progressi dell'ultimo arrivato, provando a invitarlo a svariati tornei di boxe dilettantistica. Qui emerge l'altra grande parte gestionale, in quanto in base alle tipologie di allenamento svolte potremo sviluppare un lottatore molto diverso: qualcuno punterà sulla forza bruta, in modo da infliggere parecchi danni ad ogni colpo andato a segno, mentre altri sperimenteranno con un pugile veloce, molto bravo a schivare e con una resistenza invidiabile, in modo da sfiancare l'avversario fino alla decima ed ultima ripresa. Combattendo è possibile sbloccare svariate abilità, spendendo dei punti vinti durante gli incontri e selezionandole da uno skill tree abbastanza intricato, che si ramifica delineando tre differenti approcci al combattimento, strettamente legati ai tre parametri di allenamento di base.

Gli scontri sono purtroppo meno interessanti di quanto si penserebbe, in quanto completamente passivi: si guarda il proprio lottatore e l'avversario mentre combattono e utilizzano le proprie abilità autonomamente, tenendo sempre d'occhio la salute e la stanchezza di entrambi. Tra una ripresa e l'altra è quindi possibile cambiare le abilità, sostituendo eventualmente quelle utilizzate in quel momento con altre che meglio si adattano a quel preciso avversario.
La strategia è quindi insita nel capire chi si ha di fronte e come combatte, cercando nel limite del possibile di modificare il proprio stile al volo, nel tentativo di tenergli testa. Anche i match, quindi, alla lunga stancano, benché il team abbia nuovamente cercato di ovviare al problema inserendo alcuni incontri veramente particolari, all'infuori delle classiche corde del ring, a volte in strada e altre in luoghi assolutamente incredibili, calcando nuovamente la mano su una narrazione leggera e scherzosa.

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