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Recensione: "Pyramisia" di Dean Lucas

Creato il 17 settembre 2014 da Saraguadalupi
"PYRAMISIA" di Dean Lucas
• Serie: Aegyptiaca #2
• Editore: Alcheringa  • Pagine: 366 • Prezzo: 12,60 € (cartaceo) “Nella profondità dell'oceano quattro sono essi. Maschi non sono, femmine non sono. Essi sono turbini che si scatenano. Moglie non prendono, figli non generano. Come cavalli selvaggi scalpitano dalle montagne. Come avvoltoi famelici piombano dalle nuvole. Quattro sono essi e tutti gli altri moriranno.” Mentre le Delicate annunciano l’imminente catastrofe, Gavri’el si prepara ad affrontare l’avversario più temibile: se stesso. Chi è davvero l’Araldo? A chi è destinata la terrificante spada che brandisce? In un Egitto sconvolto da rivolte e carestie, in balia di falsi profeti e spietati conquistatori, la Sfinge sta per dare alla luce il dio atteso da tremila anni. A molte leghe di distanza, nella mezzaluna fertile tra il Tigri e l’Eufrate, il regno di Sargon è minacciato dai Gutei e da un nemico ancora più letale. Ma quando il momento decisivo si avvicina e la vita di ogni protagonista sembra in pericolo, una donna è in grado di cambiare il destino dell’umanità. A lei spetta la scelta finale. Cosa vuol dire amare qualcuno più di se stessi?

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Bene bene, eccoci qui con una nuova recensione! Questa volta è il turno del secondo volume di una saga fantasy che è stata una sorta di rivelazione del 2013: sto parlando di Aegyptiaca, seguito quest'anno da Pyramisia, fortunate opere letterarie dell'italianissimo Dean Lucas (non fatevi ingannare dallo pseudonimo). Come potrete leggere nella mia recensione del primo volume (qui) mi sono appassionata a questa saga fin da subito, sia per l'ambientazione - non capita tutti i giorni di leggere romanzi fantasy popolati di particolari e di misteri provenienti dall'antico Egitto - che per i personaggi. Personaggi che sono molto felice di aver ritrovato tra le pagine di questo sequel: oltretutto, se devo essere sincera, non ho sentito molto la mancanza di alcuni personaggi lasciati un po' in disparte rispetto alla narrazione di Aegyptiaca, e questo è indubbiamente merito delle abili mani di Lucas che riesce ad introdurre nuovi personaggi senza stravolgere tutta la storia in sé e a renderli subito amabili agli occhi del lettore, anche quelli apostrofati come "antagonisti" o "cattivi" trovano comunque il loro spazio tra le grazie di chi legge. Come vi dicevo prima, l'ambientazione è sempre la stessa. Un Egitto vittima di guerre, carestie e disordini di ogni tipo, con nuovi nemici pronti a minare il percorso dei protagonisti che avevamo già incontrato lo scorso anno: la Sfinge, ovviamente, e poi Gavri'el e Tary, ma colui che più di tutti, secondo me, ha il ruolo fondamentale in questo secondo capitolo è Abel, l'unico in grado di entrare nel cuore (e nelle grazie, se volete) della cara ed implacabile Sfinge, portandola un po' più "in basso" rispetto alla sua altezzosità e rendendola "a portata di lettore". Come in Aegyptiaca, ci troviamo davanti a molti personaggi, con altrettanti punti di vista ed avventure diverse: tuttavia, la bravura di Lucas traspare proprio in questo: nel riuscire a costruire un puzzle narrativo di dimensioni notevoli, senza mai confondere il lettore, senza mai procurargli il dubbio di non aver capito chi stia parlando o cosa stia succedendo. Ogni personaggio ha il suo ruolo e la sua strada, che s'intreccia con tutti gli altri perfettamente e senza creare grovigli troppo stretti per essere sciolti e capiti. Speravo proprio che l'autore non perdesse questa sua grande capacità e, anche questa volta, non mi ha delusa. Ma più di tutti, ho apprezzato l'intervento di Eva, con le sue riflessioni sul suo stesso ruolo iniziale di tentatrice e vittima allo stesso tempo!
Tralasciando però, per un momento, i personaggi, credo che il punto di maggiore forza di questa saga sia la mescolanza tra scene molto diverse tra loro: è come se ci trovassimo di fronte ad un libro fantasy, che d'improvviso diventa un romanzo d'avventura, per poi lasciare lo spazio all'amore e ad un velo di erotismo che, sebbene io non apprezzi molto, devo ammettere che trovava la sua giusta collocazione. Ci sono scene di guerriglia, contrapposte a momenti di rilassante (seppur breve) spensieratezza. Ah, una piccola puntualizzazione per i futuri lettori di questo romanzo: le scene di violenza e combattimenti, non sono velate come l'erotismo eh, quindi preparatevi ad una bella dose di sano realismo! Bene, detto questo, posso assegnare tranquillamente quattro cuori a questo notevole sequel, in attesa del terzo volume in cui finalmente (spero) si tireranno le somme di un sacco di questioni sospese.
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