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Recensione: Quel treno per Baghdad

Creato il 28 maggio 2013 da Annalisaemme @annalisaemme
Recensione: Quel treno per Baghdad
Quel treno per Baghdada cura di Stefano Malatesta
Prezzo Brossura: € 15,00
Editore: Neri Pozza
Pagine: 158
Genere: Racconti, attualità/storico, viaggi

Viaggio in treno con suspense è la precedente raccolta di racconti curata da Stefano Malatesta dedicata a tutto quello che di esilarante, di tragico e di misterioso può succedere in un viaggio in treno. Quel treno per Baghdad è la nuova raccolta, che riguarda questa volta i trasferimenti in treno che parlano dell’avventura e del piacere del viaggiare. Ci sono viaggi nella famosa transiberiana percorsi da un giovanotto che per pagarsi il biglietto organizza dei giochi di prestigio nel ristorante del treno. E c’è la storia di un altro notissimo treno, dalla fama sinistra, che andava da Mombasa fino al Lago Vittoria, sempre assediato da leoni famelici che avevano ucciso e divorato durante la costruzione della ferrovia oltre mille operai indiani. In una storia che assomiglia alle vie dei Canti di Bruce Chatwin, uno straordinario imprenditore di vini siciliano percorrendo le rotaie di un tratto di ferrovia abbandonata rievoca il suo passato. E un principe siciliano racconta quando accompagnò la madre su un trenino a scartamento ridotto e stava per precipitare in fondo alle miniere di zolfo che appartenevano alla famiglia. Uno dei racconti più riusciti è la vicenda di un bravissimo attore, Giuseppe Cederna, chiamato a Milano da Jannacci a recitare in teatro che fa le prove sul Settebello. Il libro prende il titolo dal capitolo più lungo, quasi un saggio, che racconta la costruzione della ferrovia Costantinopoli-Baghdad inventata dai tedeschi per bypassare il Medio Oriente in mano agli inglesi. Infine l’ultimo racconto, scritto in maniera impareggiabile, parla di Norman Douglas, a Londra, che prendeva un Train Blue fatto di poltrone di cinz. 

 A cura di Stefano Malatesta. Con i racconti di Giuseppe Cederna, Maurizio Tosi, Matteo Pennacchi, Diego Planeta, Stenio Solinas, Francesco Alliata, Boris Biancheri, Mario Fales.


Recensione: Quel treno per Baghdad
Il treno tra tutti i mezzi di trasporto è quello con più fascino, attrae la fantasia dei lettori e riporta innegabilmente all’atmosfera del viaggio. In questa seconda raccolta di racconti a tema troviamo una carrellata di nuovi autori conosciuti o meno, di nuove avventure e di percorsi reali od immaginari che hanno come denominatore comune il viaggio in treno. Non stupisce che dopo il primo volume (Viaggio in treno con suspense, QUI la recensione) si sia voluto creare un’antologia che narra di vicende realmente vissute, di incontri e di esperienze uniche raccontate dalla penna di otto autori che ci faranno visitare luoghi esotici e gli splendidi paesaggi italiani, che ci accompagneranno tra amori improvvisi e leggende perdute. Il viaggio in generale rimanda nell’immaginario collettivo ad un crocevia di sogni, conoscenze e speranze ma se a questo aggiungiamo locomotive e cabine di lusso, viaggi sulla transiberiana o in rotta verso l’oriente in un solo libro potremmo rivivere molte avventure e molte vite, com’è nello stile e nell’intenzione di questa raccolta. Ogni autore racconta una sua esperienza in maniera molto personale, qualcuno è più valido di altri ma in ognuno rivivremmo la passione e lo stupore di un viaggio visto e vissuto da protagonisti diversi che di volta in volta riescono ad affascinare il lettore. Tutti i testi sono dei racconti brevi ad esclusione di quello da cui prende il titolo il libro che risulta un po’ più lungo e che racchiude lo spirito e l’anima di questo volume. Storie vere ed eventi storici si uniscono ad avventure immaginarie o percorsi interiori che ci faranno rivivere e rivedere il fascino intramontabile del treno in questa antologia di diari di viaggio.
Durata della lettura: una serata
Bevanda consigliata: Succo di mela
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Recensione: Quel treno per Baghdad
“Il piacere di viaggiare e di conoscere luoghi lontanissimi senza muoversi di casa!”
Recensione: Quel treno per Baghdad

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