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Recensione: "QUO VADIS?" di Henryk Sienkiewicz

Creato il 14 maggio 2015 da Blog

Recensione:
Genere: Romanzo StoricoPagine: 590Prezzo ebook: 1,05Prezzo cartaceo: 10,00LINK AMAZON
Sinossi: Nella Roma decadente e crudele dell'epoca di Nerone, centro del mondo e del crogiuolo di tutte le razze e religioni dell'antichità, il giovane patrizio Vinicio si innamora della timida Licia, figlia di un re svevo, allevata a Roma e educata alla religione cristiana. Una passione drammatica e tormentata su cui la storia rovescia tutta la folle ferocia della prima grande persecuzione contro i fedeli del nuovo culto. Introduzione di Witold Gombrovicz.
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 A CURA DI TERESA SICILIANO
Si tratta del miglior romanzo storico di ambientazione romana che sia mai stato scritto.Prescindendo ovviamente dalle Memorie di Adriano della Yourcenar, che non appartengono allo stesso genere e sono cosa molto diversa e certo più alta.La trama affianca un amore “impossibile” fra una cristiana ed un pagano alla grande storia ricostruita con scrupolo e attenzione sulla base soprattutto di Tacito. Quindi nessuna forma di revisionismo storico, al punto che a Nerone viene imputato ancora l’incendio di Roma, cosa normale visto che il libro è stato pubblicato negli ultimi anni dell’Ottocento.Il vero protagonista finisce però per essere Petronio Arbitro, identificato senza esitazione con l’autore del Satyricon, coinvolto nella congiura dei Pisoni. Il personaggio viene in qualche modo reinterpretato in chiave decadente e Sienkiewicz lo contrappone fortemente a Pietro e soprattutto Paolo, con cui si incontra senza che sia possibile fra le due parti alcuna intesa. Perché l’autore enfatizza le differenze piuttosto che le somiglianze fra cultura pagana e cultura cristiana. Ma, seppure in modo diverso, sia Petronio sia Pietro e Paolo e perfino il fanatico Crispo sanno andare incontro alla morte con coraggio e dignità, ognuno sicuro delle proprie idee. Interessante il ridimensionamento della figura di Seneca, l’aspetto che più prescinde dalla fonte tacitea.E nelle ultime righe si sottolinea che, mentre Nerone è passato come il turbine, la tempesta, l’incendio, la guerra e la morte, “la basilica di Pietro, dall’alto del Vaticano, domina ancora la città e il mondo”. Come diceva negli stessi anni Croce, non possiamo non dirci cristiani.Recensione:
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