Se mi chiedeste di descrivere i protagonisti di "Ragazze Lupo", vi risponderei: licantropi metropolitani. Qui le tradizioni e le grandi stirpi lasciano per un attimo spazio ad un contesto molto più metropolitano, regalandoci uno spaccato di vita "da licantropi" che non sempre ci è concesso: in pratica, la storia dell'antica stirpe di Kalix (licantropo di sangue reale), è l'arena in cui prende forma lo scenario cittadino di Londra, con i suoi vicoli bui e le sue stranezze. Per questa volta vi risparmio il mio excursus sulla trama, perché credo che sia ben spiegata qui sopra e, soprattutto perché, nel tentativo di spiegarvi meglio, rischierei di rivelarvi troppo: quindi accontentatevi di ciò che trovate in questo post :P
Sicuramente ci troviamo davanti ad un libro diverso per il suo genere: le lotte di stirpe con clan differenti lasciano spazio a screzi molto più profondi e radicati nella stessa famiglia della protagonista ed in particolare nella successione al trono. Non c'è il clan dei buoni e quello dei cattivi, il sangue è il medesimo, come a testimonianza che non sempre le guerre si combattono sulla pubblica piazza, anzi, la maggior parte delle volte, amici e nemici vivono o hanno vissuto in passato sotto lo stesso tetto.
I personaggi femminili hanno decisamente la meglio su quelli maschili che, a tratti, sembrano decisamente addormentati: partiamo subito con Kalix, ribelle protagonista del romanzo, fuggita dalla sua casa e dal suo mondo conosciuto ed ora vagante per le vie di Londra, alla ricerca di un qualcosa che non ha ben chiaro nemmeno lei - sembra voler morire, ma dopo due pagine, eccola fuggire proprio da coloro che vogliono ucciderla - fragile ma estremamente determinata ed in grado di nascondere la sua fragilità sotto un'aggressività degna del peggior "lupo cattivo". Vicina ma distante abbiamo sua sorella Thrix che, quasi, abbandonata la vita del licantropo, fa la stilista e spesso deve vedersela con Malaveria, la creatura più frivola e scontenta del mondo (ed è la Regina del Fuoco!) ed infine, Moonglow, straordinariamente umana e curiosa. Per quanto riguarda i maschietti invece, beh, primo fra tutti Daniel, amico umano di Moonglow che, al primo incontro con Kalix si preoccupa per lei, mentre al secondo è quasi scocciato di averla fra i piedi (e la chiamano instabilità femminile..), per lo "schieramento licantropi" invece ecco i due fratelli di Kalix - Sarapen e Makus, rispettivamente l'arrogante ed il prediletto da mammina. Prabilmente vi starete chiedendo come si faccia a non fare confusione con questa varietà di personaggi - e ce ne sono ancora molti altri - beh, la verità è che sono tutti perfettamente incastrati all'interno della storia e non si fa per niente fatica ad identificarli e a dare ad ognuno il suo spazio. Una volta ingranata la lettura, tutti i pezzi si incastrano perfettamente sullo sfondo delle tradizioni e della contemporaneità.
"Daniel era terrorizzato. Aveva diciannove anni e la sua carriera di studente non lo aveva preparato ad affrontare uomini armati di machete con chiare intenzioni omicide. Non si voltò a guardare Kalix finché non fu certo che ci fosse un bel po' di strada tra loro quell'uomo. Quando finalmente si fermò e si voltò verso di lei, fu turbato dall'intensità dello sguardo di Kalix. Aveva gli occhi più grandi e scuri che Daniel avesse mai visto e creavano un contrasto stupefacente con la sua carnagione chiara. C'era qualcosa di sconcertante nell'aspetto di quella ragazza.."
Una cosa che caratterizza questo romanzo è il fatto che ognuno ha le sue motivazioni: non si può semplicemente dividere i buoni dai cattivi, perchè nessuno è un buono o un cattivo in modo assoluto, e questo avvicina ancora di più il confine del licantropo e quello dell'umano, rendendo le loro differenze quasi solo fisiche.
C'è una buona dose d'intrecci, condita con un'altrettanta buona dose di ironia che smorza le tensioni e fa sorridere il lettore, facendogli scorrere le pagine sotto gli occhi, quasi senza accorgersene: credo che questo sia uno dei libri, con più di 500 pagine, più scorrevoli che io abbia mai letto e, considerato l'epoca letteraria in cui viviamo, popolata di licantropi e creature strane, anche più originale. Lo stile narrativo di Martin Millar è stato oggetto di opinioni divergenti tra critici e lettori, ma devo ammettere che io faccio parte della fazione che lo apprezza: e probabilmente proprio per il fatto di riuscire a scrivere un libro "imponente" senza mai annoiare il lettore né dilungarsi in particolari inutili.
In conclusione, "Ragazze Lupo" è un libro che vi consiglio vivamente e, mi raccomando, non fatevi spaventare dalla mole di pagine che lo compongono!
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