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Recensione Razer Nabu: lo smartband anti-zombie alla prova

Creato il 18 novembre 2015 da Lightman
    Recensione Razer Nabu: lo smartband anti-zombie alla prova

Razer rinnova la sua linea di wearable con il Nabu, uno smartband che riesce a sistemare in parte i problemi del suo predecessore Nabu X, senza però spiccare dalla massa di concorrenti.

Recensione Razer Nabu: lo smartband anti-zombie alla prova Recensione Razer Nabu: lo smartband anti-zombie alla prova

Alessio Ferraiuolo è cresciuto a pane, cinema e videogame. Scopre in giovane età la sua passione per la tecnologia, che lo porta a divorare tutto quello che il mercato ha da offrire, dall'hardware per PC agli smartphone, senza mai sentirsi sazio. Nel tempo libero adora suonare la chitarra, andare in palestra e guardare tonnellate di film e serie TV. Lo trovate su Google+.

Razer, famosa per le sue periferiche da gioco, torna a calcare le scene del panorama wearable con il Nabu, diretto successore del Nabu X, che non ha avuto il successo di pubblico e critica sperato. L'azienda californiana ha lanciato il prodotto con una campagna pubblicitaria a tema zombesco, molto accattivante, ed è decisa a non abbandonare questo segmento, ritenuto molto importante per il futuro. L'impegno dei principali attori del mondo tecnologico testimonia come smartwatch e smartband, nonostante i dati di vendita non certo lusinghieri, siano considerati centrali in un'ottica di diversificazione dell'offerta, anche perché le nuove categorie di prodotto sono rare al giorno d'oggi. La concorrenza è già molto ampia e agguerrita, per cui non sarà facile per Razer riuscire a trovare gli argomenti giusti per fare breccia nel pubblico. Tornando al Nabu, abbiamo avuto modo di provarlo in anteprima europea per qualche settimana, dopo la presentazione al PAX 2015, testandolo a fondo, scoprendo un dispositivo con alcuni buoni spunti ma che non riesce a spiccare dalla massa.

Buone caratteristiche tecniche, ma design da rivedere

Razer Nabu si discosta totalmente dal precedente Nabu X in quanto a design, ma vedremo anche che le funzioni sono diverse. Per ora parliamo del look, che risulta particolare ma curato. Tutta la struttura è realizzata in gomma morbida di buona qualità, che restituisce un ottimo feeling al tatto. Il braccialetto si apre con un gancetto metallico caratterizzato dal logo dell'azienda, che può anche essere espanso attraverso delle maglie, rendendo lo smartband adattabile a diverse misure del polso. Nella parete interna del Nabu troviamo due inserti di plastica verde, rigida, che contengono al loro interno l'elettronica del bracciale. Quello nella parta superiore, sotto al display, ospita il connettore di ricarica, che non è magnetico ma si incastra alla struttura tramite una clip, e la scritta "For Gamers, By Gamers", sottolineando la vocazione videoludica dell'azienda. La parte superiore del Nabu è invece occupata quasi per intero dal display OLED, di cui parleremo dopo, e da un tasto funzione, collocato nel bordo sotto allo schermo, scelta fatta per favorire l'uso dello smartband con lo schermo appoggiato alla parte inferiore del polso.
Come da tradizione Razer, il pack di vendita è molto curato. All'esterno troviamo tutte le informazioni sul prodotto, con il colore verde a dominare buona parte della confezione. Una volta aperta, il bracciale è racchiuso all'interno di un contenitore simile a quello degli orologi, anche questo ben realizzato e con un'apertura a scrigno. Un piccolo vano contiene un astuccio in cui sono collocati i libretti di istruzione e garanzia, un adesivo con il logo Razer, una maglia per allargare la circonferenza dello smartband e il cavo di ricarica. Il cavo è ricoperto di una plastica di buona qualità, meno invece la parte finale, che si aggancia al dispositivo con un "click" piuttosto sordo.
Ma veniamo a una delle note dolenti di questo prodotto, ovvero l' ergonomia. I problemi principali sono due e riguardano lo spessore dello smartband e la sua rigidità. Il primo lo si nota subito davanti al computer: mettendo lo smartband sulla mano destra, usare il mouse risulta piuttosto scomodo, visto che l'appoggio dell'avambraccio va a finire proprio sulla smartband, mentre mettendolo a sinistra porta qualche complicazione in più nell'uso della tastiera. Considerato il core business dell'azienda, è davvero strano che questo scenario d'uso non sia stato testato internamente. Se pensiamo anche al fatto che il Nabu può essere utilizzato con lo schermo capovolto, quindi con il display nella parte inferiore del polso, abbiamo qualche dubbio sul fatto che, a lungo andare, l'attrito possa provocare usura sul vetro protettivo. La struttura rigida poi non fa altro che peggiorare la situazione. Sia chiaro, anche altri smartband hanno dello parti rigide, l'elettronica deve pur trovare una collocazione, ma prodotti come il Fitbit Charge mostrano come si possa trovare il giusto compromesso tra ergonomia ed esigenze tecniche.
A proposito di caratteristiche tecniche, Razer Nabu comunica con l'utente attraverso un display OLED da 128x16 pixel e attraverso un motore a vibrazione cilindrica, mentre la connessione allo smartphone è affidata al Bluetooth 4.0. All'interno troviamo un accelerometro a 3 assi e una batteria che garantisce fino a sei giorni di utilizzo, specifica pienamente rispettata. Il braccialetto è impermeabile ma non si può immergere in acqua, ad ogni modo non si avranno problemi durante l'attività sportiva, ed è disponibile nelle misure small/medium e medium/large e nelle colorazioni verde, nera, bianca e arancione.

Software

Recensione Razer Nabu: lo smartband anti-zombie alla prova

Uno dei principali problemi del Nabu X era rappresentato dalla piattaforma software, che era formata da ben tre app distinte, ognuna deputata a gestire specifiche funzioni del bracciale. Questa volta Razer non ha commesso lo stesso errore, portando su Android e iOS (niente Windows Phone per ora) un'unica app di gestione. Se avete altre periferiche Razer e avete un account per il software Synapse basta usare il relativo nome utente/password per accedere, altrimenti bisogna creare un account, procedura standard con questo tipo di dispositivi. L'interfaccia è ben sviluppata e ricorda quella delle soluzioni concorrenti, con un menù principale diviso in pannelli.
Per la prova abbiamo utilizzato la versione iOS. Una volta avviata l'app e tappato sul proprio nome utente si ha accesso alla schermata relativa i dati personali, dove è essenziale inserire altezza, peso e genere, per calibrare il contatore delle calorie e il contapassi. Sempre da qui si può accedere alle impostazioni, dove decidere se ricevere le notifiche push, impostare località e fuso orario automatico e le unità di misura.
Tornando nel menù principale possiamo osservare il contapassi, la distanza percorsa, le calorie bruciate, i momenti di attività e le ore di sonno. Entrando in ogni sezione si possono vedere grafici dettagliati basati sui dati ricevuti, ma purtroppo non si possono differenziare e catalogare gli allenamenti, che vengono salvati come semplici momenti attivi. Presente anche una sezione dedicata agli obbiettivi, impostabili a piacimento in base ai passi, alla distanza percorsa, alle calorie bruciate o all'attività. Abbiamo poi un sezione dedicata ai dispositivi associati all'account, una guida per l'utilizzo del Nabu (in inglese) e infine una schermata con le informazioni sul prodotto, come la versione software e poco altro.

Tappando invece sull'immagine del prodotto si accede a un pannello che da accesso a diverse sezioni. La prima, chiamata "Dettagli", permette di vedere la percentuale di carica e di aggiornare il firmware del dispositivo. La seconda schermata è invece dedicata alle notifiche. Da qui si può impostare la modalità "Non disturbare", inviare una notifica di prova, scegliere l'intensità della vibrazione, la velocità di scorrimento dello schermo e le opzioni relative all'eliminazione delle notifiche lette, azione che può essere eseguita sia tramite il tasto fisico sul bracciale sia scuotendo il polso. Nelle impostazioni del display si possono gestire le informazioni visualizzate e la luminosità, scegliere il polso in cui indossare il Nabu e se attivare o meno il dispositivo in base alla rotazione del polso. Il terzo pannello permette di impostare degli avvisi silenziosi e di attivare le funzionalità social, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.

Esperienza d'uso

Razer Nabu è dotato di un buon quantitativo di funzioni, che riprendono quelle presenti nella maggior parte degli smartband, con qualche piccolo extra. Partiamo dalla parte relativa alle notifiche, che vengono gestite piuttosto bene dal piccolo display OLED, che non possiede una definizione eccezionale ma è funzionale a quello che deve svolgere. Questo segnala le chiamate in arrivo, attraverso una vibrazione e visualizzando sul display il nome del contatto, e riesce a replicare il testo di mail, SMS, e delle notifiche provenienti da diversi social/servizi di messaggistica, come Facebook, Skype e WhatsApp. Visto il display, stretto e allungato, appare chiaro come i testi lunghi non siano molto comodi da leggere, ma per i messaggi brevi la funzione si è rivelata comoda da usare. Una volta premuto il tasto fisico sul bracciale, si ha accesso rapido alle calorie bruciate, alla distanza percorsa, ai minuti di attività e ovviamente all'ora, anche se per quest'ultima basta semplicemente ruotare il polso verso il viso. Nel nostro caso, abbiamo preferito portare il dispositivo con il display rivolto verso il basso, probabilmente la posizione pensata da Razer in fase di sviluppo.
Il bracciale è riuscito a rilevare da solo i momenti di attività fisica, anche se abbiamo notato una certa incongruenza con i dati forniti da un Fitbit Charge HR usato come metro di paragone. Tralasciando il consumo calorico, influenzato dal sensore per il battito cardiaco nel caso del Fitbit, sono i dati relativi ai passi e alla distanza percorsa a essere sfasati, con un buon 20% in più in favore del Nabu, pur avendo entrambi le stesse impostazioni relative a peso e altezza. Tutti i dati raccolti vengono archiviati sia nell'app del Nabu sia in quella "Salute" dell'iPhone, e possono così essere visionati in tutta tranquillità al termine dell'allenamento. La funzione che rileva il sonno si è rivelata precisa e affidabile, segnalando i momenti di sonno leggero e pesante, e la vibrazione è abbastanza forte da funzionare come sveglia. Le specifiche parlano anche della possibilità di usare il braccialetto per controllare in remoto alcune funzioni dello smartphone, come il player musicale o la fotocamera, ma per ora si tratta di funzioni non ancora attiva e bisognerà attendere un futuro aggiornamento software. Interessanti le funzionalità social, che permettono ad esempio di scambiare il proprio contatto con un altro possessore di Razer Nabu solo stringendogli la mano, una funzione bella nella teoria ma che trova poche applicazioni pratiche. Altra caratteristica che per ora non trova un riscontro pratico è quella che permette a sviluppatori di app di integrare il Nabu all'interno dei giochi, sfruttando i sensori del braccialetto per attivare specifiche funzionalità in game, ma tutto dipenderà dal supporto dato, supporto collegato in modo diretto al successo del dispositivo.

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