Dall’autrice de Il libro dei profumi perduti è in arrivo un inquietante romanzo incentrato su una donna che scopre le lettere perdute dello scrittore Victor Hugo risvegliando un mistero che valica i secoli.
Nel 1843, muore affogata l’adorata figlia diciannovenne del romanziere Victor Hugo. Dieci anni più tardi, Hugo partecipa a numerose sedute spiritiche sperando di stabilire un contatto con lei. Nel corso di queste sedute sostiene di aver parlato con gli spiriti di Platone, Galileo, Shakespeare, Dante, Gesù e addirittura con il diavolo in persona. Le trascrizioni di queste conversazioni sono state tutte pubblicate. O almeno così si pensava. Molti anni dopo la mitologa Jac L’Etoile arriva sull’isola di Jersey – dove Hugo teneva le sue sedute spiritiche – per svelare un segreto riguardante le origini celtiche dell’isola. Ma l’uomo che l’ha invitata, un’anima inquieta di nome Theo Gaspard, spera in realtà che lei lo aiuti a trovare qualcosa di piuttosto differente – le conversazioni perdute di Hugo con qualcuno chiamato l’Ombra del Sepolcro. Quello che segue è un intricato e suggestivo racconto di suspense con al centro una coinvolgente storia di fantasmi scritta da una delle autrici americane più dotate e creative degli ultimi anni.
M. J. Rose è una scrittrice di fama internazionale con all’attivo dodici romanzi, uno dei quali (The Reincarnationist) ha ispirato la serie televisiva Past Lives. Vive a Greenwich nel Connecticut.
Pagine: 370
Editore: Atria Books
Recensione
Victor Hugo, anima inquieta e geniale, trascorse sull’isola di Jersey i primi due anni del suo esilio dalla società francese: lo testimonia anche la nota fotografia scattata dal figlio Charles che vede lo scrittore intento a riflettere appoggiato su un gruppo di rocce. Hugo soffriva profondamente per la morte della primogenita Léopoldine ed era in profonda crisi con clero e stato: i primi erano crudeli oppressori che usavano la paura per tenere sotto controllo il popolo, mentre il secondo era troppo spesso corrotto e non si dedicava al benessere dei suoi cittadini. Hugo viveva vicino al mare a St. Helier, in una casa chiamata appunto Marine Terrace, e ogni notte nel suo salotto si svolgevano sedute spiritiche che evocavano anime di ogni tipo, alcune famose come Shakespeare e Napoleone, altre meno e altre ancora misteriose, come lo spirito chiamato the Shadow of the Sepulcher, a cui poi Hugo dedicò effettivamente nel 1859 una poesia, La Fin de Satan; l’Ombra del Sepolcro aveva chiesto infatti allo scrittore di ristabilire la sua reputazione come creatura illuminata piuttosto che forza maligna.
Da questo periodo ricco di pathos e mistero ha preso spunto la scrittrice americana M. J. Rose per il suo nuovo romanzo Seduction, uscito negli Stati Uniti ai primi di maggio e ancora in attesa di traduzione e pubblicazione qui in Italia. M. J. Rose si è ispirata alle lettere e alle conversazioni trascritte da Hugo in quegli anni svolgendo ricerche molto precise; ha poi proseguito per la sua strada lavorando di fantasia e creando una trama davvero avvincente. In questo romanzo ritornano e si fanno forse più profondi tutti gli elementi già presenti ne Il libro dei profumi perduti, prima apparizione dell’affascinante mitologa Jac L’Etoile, da sempre alle prese con un passato difficile e un futuro ancora da definire. Anche in questo secondo volume il tema della reincarnazione è di nuovo al centro dell’attenzione e si dipana seguendo le vicende dei vari personaggi che si confrontano tra di loro con dialoghi sempre verosimili, coinvolgenti e palpitanti, tanto da lasciare letteralmente col fiato sospeso il lettore. Stupisce ancora una volta la capacità dell’autrice di tessere un intreccio intricato e ricchissimo di tematiche senza mai perdere però una certa semplicità di fondo.
La narrazione si alterna tra il presente di Jac e il passato tormentato di Hugo nel 1855: i due piani, anche se lontani e apparentemente diversi, si sfiorano spesso grazie ad oggetti o luoghi che attraversano i secoli; c’è poi una terza esperienza che entra nelle visioni di Jac, quella del druido Owain, vissuto all’epoca dell’invasione romana nel Jersey e snodo fondamentale per comprendere lo sciogliersi finale dell’intreccio. Veniamo quindi introdotti al dolore di Hugo, in lutto costante per la morte della figlia, e incrociamo le avventure di Jac, sempre alla ricerca di se stessa ma questa volta chiamata sull’isola di Jersey per aiutare Theo, un vecchio amico conosciuto in una clinica svizzera, nell’esplorazione e nella “classificazione” di alcune rovine neolitiche. Da qui si diparte un cammino incredibile e all’inizio quasi impensabile.
I personaggi creati da M. J. Rose sono realistici, hanno caratteristiche complesse e ben delineate e si inseriscono perfettamente nella narrazione. Spiccano soprattutto oltre a Jac, descritta in negativo e in positivo negli affetti e nei dolori, lo scrittore Victor Hugo, di cui viene data un’interpretazione credibile e affascinante sia nel modo di essere che di parlare, e Fantine, delicata e struggente ma anche forte e coraggiosa, qui personaggio in carne ed ossa che ispirerà poi la giovane madre prostituta de I miserabili. Anche i personaggi cosiddetti minori, come i fratelli Theo e Ash e le due zie Minerva ed Eva, sono finemente cesellati e risultano interessanti e protagonisti a loro modo di scene davvero toccanti e sconvolgenti.
In Seduction il lettore si lascia trasportare piacevolmente dai miti e dalle leggende dell’isola di Jersey in un universo fatto di druidi, rituali celti e menhir sapientemente rievocati. Grazie anche alla grande capacità introspettiva dell’autrice e al suo stile vario e raffinato, ci avviamo verso un viaggio che non è solo visivo ed emotivo ma diventa a tratti anche olfattivo: oltre ai pensieri e ai luoghi precisamente descritti, riusciamo infatti anche a percepire i profumi che di volta in volta la protagonista incontra, quasi sviluppando le facoltà di un novello Pierre Guerlain. M. J. Rose alterna un registro concreto e preciso ad un registro onirico e sognante, soprattutto per quanto riguarda i capitoli di Hugo o le visioni di Jac: questi due stili si alternano senza problemi, confondendosi e immergendosi a tratti l’uno nell’altro e confondendo anche la percezione del lettore, come un orizzonte appena offuscato dalla nebbia o un quadro impressionista. Grazie alle descrizioni in punta di pennello della Rose vediamo inoltre un’immagine dell’isola di Jersey davvero magica e affascinante, ricca di rovine storiche e di boschi fatati dal passato millenario. Riusciamo a capire perfettamente perché questa terra così particolare avesse a suo tempo affascinato anche l’anima di Victor Hugo.
In conclusione Seduction è un romanzo con uno svolgimento intricato e coinvolgente, dotato di un’anima delicata e raffinata che non smette di stupire e deliziare fino alla sua ultima pagina. Contiene tutta la seduzione di un profumo di Chanel ma anche il pathos cupo e ineluttabile del patto col diavolo del Faust di Goethe e l’atmosfera spesso onirica di un gotico del periodo d’oro.
Recensione a cura di Michela Favale
Ringrazio Atria Books per avermi fornito una copia del romanzo