Recensione: Romanzo Rosa di Stefania Bertola
Trama:
Olimpia fa la bibliotecaria, è un'amante del cappuccino al bar, e la vera passione - la passione che tutto travolge - l'ha provata solo per tre giorni, nel 1977. Paola è avvocato, si è lasciata un matrimonio alle spalle e indossa vistosi giubbotti da aviatore. Nicola, invece, è un tipo che non si fa notare: brunetto, sui trenta, è anche carino, ma bisogna guardarlo sette o otto volte per accorgersi di lui. Manuela, poi, ha quarant'anni ed è disoccupata, ma investe i cento euro di un Gratta e Vinci per partecipare al corso in cui tutti questi personaggi s'incrociano: Come scrivere un romanzo rosa in una settimana, che Leonora Forneris, insegnante spinosa e scrittrice di fama, tiene al Circolo dei Lettori. Con la ricetta giusta e i trucchi del mestiere per confezionare, lezione dopo lezione, pagina dopo pagina, giorno per giorno, un Melody di sicuro successo.Tra passioni di carta e flirt reali, marmellate alle arance amare e misteriose limousine, uomini che amano i cani e donne che amano i gatti, Stefania Bertola ci trasporta con ironia e intelligenza in un universo dalle tinte pastello, creando un romanzo che sa di rosa. In ogni senso.
L'autrice:Stefania Bertola (Torino 1952) ha pubblicato: Luna di Luxor (Longanesi 1989), Se mi lasci fa male (Sperling & Kupfer 1997, Salani 2007, Tea 2009), Ne parliamo a cena (Salani 1999, Tea 2005), Aspirapolvere di stelle (Salani 2002, Tea 2004 e 2006), Biscotti e sospetti (Salani 2004, Tea 2006), A neve ferma (Salani 2006, Tea 2008), La soavissima discordia dell'amore (Salani 2009). Per Einaudi ha pubblicato Il primo miracolo di George Harrison (I coralli 2010) e Romanzo rosa (Super ET 2012). È inoltre traduttrice, sceneggiatrice e autrice radiofonica.
Recensione:
Tra i tanti(ssimi) desideri della mia vita, c'è quello di poter trascorrere qualche ora con Stefania Bertola e chiacchierare con lei, magari sedute davanti ad un caffè. Non per un'intervista. Non voglio sapere quando ha iniziato a scrivere, il come e il perché, non voglio conoscere i suoi progetti futuri (vabbé, dai, li voglio conoscere... ma non in questa sede!) o quali siano le letture che la ispirano. Niente di tutto ciò. Mi piacerebbe parlare con lei in maniera semplice, raccontandoci episodi di quotidianità, magari lamentandocene, come due vecchie amiche. Voglio riconoscere la genialità dei suoi romanzi nella sua vita ordinaria. Perché quando la Bertola scrive non inventa mondi immaginari, non racconta favole, non ci stupisce con effetti speciali: ci descrive storie comuni e ordinarie aggiungendo loro quel pizzico di follia che le rende interessanti e attraenti per chi si ritrova a leggerle. Mi piacerebbe intravedere quella scintilla di esuberanza nelle sue parole, quelle descrizioni che le permettono di passare in pochi istanti da donna normale a scrittrice geniale.
Ok, avrete capito ormai che sono di parte. Adoro la Bertola e i suoi frizzanti romanzi, da leggere e rileggere perché sono un toccasana per l'umore. Aspettavo con ansia l'uscita del suo nuovo romanzo, dopo la piccola delusione ricevuta con la sua ultima pubblicazione, Il primo miracolo di George Harrison, raccolta di racconti che non riesce a decollare, perché ogni storia termina troppo presto, senza darle il tempo di diventare straordinaria.
Con Romanzo Rosa sono stata soddisfatta. Non ho ritrovato la stessa atmosfera di Aspirapolvere di stelle, Biscotti e sospetti o A neve ferma ma quel che ho letto è stato altrettanto apprezzato e applaudito. (Mi piace fare applausi mentali a quegli autori che se lo meritano.)
Mentre leggevo Romanzo rosa, mi ritrovavo a pensare alle persone a cui avrei voluto consigliarlo, sicura che sarebbe loro piaciuto. A fine lettura mi son convinta che questo romanzo dovrebbe essere letto da:
- tutte coloro che odiano il genere romance, e in particolare gli harmony
- tutte coloro che amano il genere romance e in particolare gli harmony
Sono sicura che entrambe le fazioni (??) troveranno in questa storia un pizzico o forse più di genialità.
Sembra che la Bertola voglia prendere in giro le lettrici di harmony ma allo stesso tempo essere solidale con loro.
Gli Harmony, abilmente ma non certo sottilmente trasformati in Melody, vengono analizzati, studiati, vivisezionati in maniera ironicamente seria. E allo stesso tempo, grazie a questa operazione chirurgica, nel romanzo prende forma un Melody che attrarrà sicuramente anche le lettrici più restie, quelle che "Non ho mai letto un harmony in vita mia" (lo confesso: sono colpevole!).
Romanzo rosa percorre tre strade: quella di un corso di scrittura creativa che ha per titolo "Come scrivere un romanzo rosa in un settimana", quella del romanzo rosa che la protagonista si accinge a scrivere, e quella delle dispense distribuite dall'insegnante del corso.
Tre strade unite insieme dall'ironia e che a volte sfociano nell'assurdità (a partire dall'assunto: "Per scrivere un romanzo rosa in una settimana ci vogliono otto giorni.") L'autrice vuole sottolineare la semplicità di questo genere narrativo, creato esclusivamente per solleticare le illusioni e i facili sogni d'amore di chi legge, per distrarre per qualche ora, per vivere un lieto fine, non importa in che modo assurdo ci si sia arrivati. Ma allo stesso tempo la Bertola ci regala il suo Melody, e nonostante la realizzazione a tavolino dello stesso, seguendo le regole e i criteri delle dispense, è un melody che ci diverte, che ci appassiona e ci conduce verso il finale che abbiamo sempre desiderato.
Non si può non amare questo romanzo, se si è adoratrici della Bertola: non troverete i suoi soliti personaggi, anzi qui il ruolo da protagonista è svolto dallo stesso Romanzo e non da qualcuno in particolare, ma troverete la sua ironia e il suo saper divertire i lettori.
Forse avremmo desiderato un finale diverso, un lieto fine in stile tipicamente Melody, ma accettiamo quello che ci ha voluto dare, probabilmente frutto di un'autrice che in realtà melody non è!
Valutazione: 4 stelline Data di pubblicazione: 30 Aprile 2012