264 GIORNI SEGREGATA IN UNA CELLA.Senza contatti con il mondo. Juliette non può parlare con nessuno, e nessuno deve avvicinarla, perchè ha un potere terribile: se tocca una persona la uccide. Agli occhi dell'organizzazione che l'ha rapita il suo potere è un'arma stupefacente, per lei è una maledizione. Un giorno però nella sua cella viene spinto Adam. Juliette non vuole fargli del male, e così lo tiene a distanza. Ma Adam non sa del suo potere, e mentre lei dorme in preda agli incubi la prende tra le braccia per confortarla. Da quel momento tutto cambia, perchè Adam, immune al tocco di Juliette, è l'unico che può accettarla così come è. Insieme progettano la fuga. alla ricerca di un mondo che non la consideri più nè un'arma nè un mostro, ma una persona speciale, che con il suo potere può fare la differenza.
Recensione:In questi giorni di frenetiche letture (sto mantenendo il difficile ritmo di un libro letto al giorno) corro il rischio di non assaporare ciò che leggo. Temo di non accorgermi quando tra le mani mi capita una di quelle storie di cui in altri - più tranquilli - momenti mi sarei innamorata. Il mio timore è che la fretta non mi faccia riconoscere la bellezza di determinati romanzi, allontanandomi da loro troppo alla svelta. Schegge di me mi ha dimostrato che non è così. L'ho iniziato nel pomeriggio e terminato di sera: 364 pagine che si fanno leggere in poche ore. E non solo. In quelle poche ore si ha il tempo di assaporarle, apprezzarle, di soffermarcisi su e, ogni tanto, di incantarsi rileggendole. Questo romanzo è la prova che quando un libro è lì per colpirci dritto alla mente e al cuore, non ha bisogno di tempo, non ha bisogno di giorni e giorni di lettura: il colpo di fulmine scatta appena può, è questione di attimi. Attimi in cui sono stata conquistata dallo stile dell'autrice, dalla particolare storia che mi ha raccontato, dai suoi personaggi e soprattutto dalla sua protagonista, Juliette. Schegge di me è il primo volume di una trilogia distopica che pare preveda, oltre ai due seguiti (Unravel me e l'ultimo ancora senza titolo) anche un racconto - Destroy me - in cui la storia viene raccontata dal punto di vista del "cattivo", Warner. Ormai la distopia sta prendendo sempre più piede e per ora non può farmi che piacere, essendo un genere originale e solitamente mai superficiale (quando poi se ne comincerà ad abusare, ne riparleremo). Protagonista della storia è Juliette, una ragazza di diciassette anni che vive reclusa da ben 264 giorni. Non ha nessuno con cui parlare, niente con cui distrarsi: solo lei e i suoi pensieri che la ossessionano. Che le fanno correre il rischio di diventare pazza. La sua reclusione è dovuta al suo potere: uccide le persone con il solo tocco. Involontariamente, certo, ma il rischio è altissimo. I genitori l'hanno abbandonata, a scuola l'hanno sempre tenuta lontana. Rinchiusa tra quelle quattro mura non ha più speranze, non ha più vita. La situazione cambia quando le viene affiancato un compagno di stanza, che poi si rivelerà essere un soldato mandato da lei per osservarla e controllarla. Alla ragazza sarà offerta la possibilità di uscire da quella prigionia per poter finalmente vivere in un luogo decente, purché accetti le condizioni di quello che sembra essere il capo di quel luogo: usare il suo potere per tenere sotto controllo gli altri. Magari per torturarli, se necessario ucciderli. In realtà la ragazza non ha scelta: Warner, il capo, sceglie per lei, affiancandole Adam, il soldato con cui aveva diviso la cella. Da quel momento la situazione inizia a precipitare. Ok, stoppo qui il mio riassunto personale per non rivelare troppo. A parte la storia, che raccontata così, a parole mie, non ha niente di accattivante, c'è lo stile dell'autrice a renderla perfetta. Leggendo commenti sparsi in anobii mi son resa conto che la mia opinione non è assolutamente condivisa dalla maggior parte dei lettori: c'è chi ha odiato il modo di scrivere dell'autrice e di conseguenza ha trovato debole anche la storia. Con Shatter me (titolo originale) ci troviamo di fronte ad uno young adult cui bene o male siamo abituati. E siamo fin troppo abituati alla mancanza di stile degli autori che si dedicano a questi romanzi: si tratta spesso di scritture piatte, frasi inutili e ripetitive, dialoghi banali. La Mafi (presumo che sia questo il cognome, ma non ci giurerei) usa la poesia. Prende le parole e ci gioca, le lancia in aria, le riprende, le mescola, le dipinge e le fa diventare racconto, a volte immagini. Non si limita a raccontarci gli stati d'animo della protagonista: ce li descrive in modi impensabili. Fa uno smodato uso di metafore. Lei scrive, descrive, dipinge e io leggo sognante. Mi trascina in un'altra dimensione. E' proprio grazie a questo stile che la storia, seppur non originalissima, si fa apprezzare. Gli elementi tipici di uno young adult, infatti, son presenti anche qui: una ragazza che scopre di non essere normale, l'incontro con un ragazzo che non sa se temere o amare, l'arrivo del terzo incomodo da cui si sente attratta pur non volendo e infine quel che sarà una lotta tra il bene e il male. I soliti elementi ci sono, è vero, ma attraverso la penna dell'autrice acquistano nuova forma, nuove sfumature. La narrazione acquista credibilità. Ciò che accade è giustificato, verosimile. Apprezziamo il cambiamento di Juliette: dallo stato di follia iniziale alla ragazza forte e decisa alla fine. Dalle insicurezze e paure alla consapevolezza di sé. Trasformazione inevitabile dati i cambiamenti che deve affrontare. Accettiamo la presenza dell'elemento romantico. Juliette ha 17 anni, il romanzo è destinato agli adolescenti: non si può pensare che l'amore ne sia tenuto fuori. E' vero che a volte sembra essere l'elemento preponderante, ma anche questa a me è sembrata una scelta inevitabile: la protagonista ha vissuto i suoi anni priva di qualsiasi forma d'affetto, senza poter essere mai sfiorata da nessuno. Nel momento in cui questo diventa possibile, il suo cervello va in tilt: ha bisogno di un amore tangibile, ha bisogno di sentirlo, toccarlo, credere che non sia solo la sua immaginazione. Il suo mondo ne è sconvolto: la novità non può passare in secondo piano, diventa la sua priorità.Si avverte la mancanza di una più puntuale descrizione della società. Si parla di Restaurazione, di povertà, di dittatura. Di scomparsa degli animali, della natura. Ma non viene spiegato nulla e non riusciamo neanche a immaginare come sia strutturata la società. Com'era prima che Juliette venisse rinchiusa? Com'è ora? Contro cosa o chi ci si ribella? Essendo un distopico, questo elemento è ovviamente indispensabile. I nostri occhi sono gli occhi di Juliette: non ha le risposte alle nostre domande, ma le sta cercando lei stessa. Non sa com'è diventato il mondo, ma vuole scoprirlo. La speranza è che i dubbi vengano risolti nel secondo volume. Siamo sicuri che sarà così. Per ora ci limitiamo a dire che questo romanzo crea assuefazione: una volta terminato ne vogliamo di più. Ancora. Aspettare chissà quanti mesi per leggere il seguito diventa una tortura.
(Shatter me #1)
Titolo originale: Shatter meAutore: Tahereh Mafi
Traduttore: Mariella MartucciEditore: RizzoliPagine: 368Isbn: 9788817056564Prezzo: €17,00
Valutazione: 4 stellineData di pubblicazione: 2 Maggio 2012