Autore: Autori vari, a cura di Fabrizio Belardetti
Editore: Maglio
ISBN: 9788897195139
Numero pagine: 184
Prezzo: € 18,50
Voto:
Trama:
Il tranquillo svolgersi del quotidiano. Poi, improvvisamente, il cortocircuito della normalità. Volti comuni, volti di strada, volti che un giorno cambiano faccia senza un motivo apparente. Biografie che impazziscono, schegge di vita fuori controllo che distruggono altre vite. Per caso o per vendetta, intrecci di sangue, follia, solitudini e miseria.
Omar Salemi, Nico Panzai, Paola Koller fino a ieri non esistevano. Erano i nostri innocui vicini di casa, il nostro medico, il nostro parrucchiere. Poi questi “nessuno” hanno ucciso e i loro volti si sono trasformati. Sono diventati nutrimento per i mass-media e morbosa attrazione per l’opinione pubblica. Le loro storie sono state raccolte nelle pagine di questa antologia. Dove la banalità del male, prima ancora di essere letta, si guarda.
Venticinque volti in bianco e nero per venticinque storie che brillano di oscura violenza. Un volto per ogni carnefice di questi racconti noir, scritti da esordienti che hanno partecipato alla prima edizione del premio letterario “Serial Chillers Award – 25 incensurati in cerca d’autore”.
Un concorso ideato da un fotografo, Fabrizio Belardetti, il cui bando conteneva già una trama: la storia di un fotografo di ritratto, appunto, che, ottenute faticosamente le autorizzazioni necessarie, riesce a entrare nelle peggiori carceri del mondo e scattare i primi piani dei 25 più pericolosi serial killers viventi. Ma chi si cela dietro queste maschere? L’inquietudine degli sguardi, dei ghigni e delle rughe ha provocato i racconti di questo volume.
In realtà le foto sono state realizzate in studio da Fabrizio Belardetti e i ritratti non sono di serial killers, ma di soggetti incensurati a cui sono stati associati profili criminali. Persone tranquille, mansuete, banali: “chillers” e non “killers”. La pronuncia è la stessa, ma la parola cambia nella sostanza.
C’è la chirurga che sevizia e ammazza solo donne bionde per vendicare il tradimento del marito. Una donna che fa della parola l’arma bianca per plagiare sbandati e trasformarli in assassini. Un torbido giallo mediatico dai contorni agghiaccianti, nato tra le sicurezze delle mura domestiche.
Un concorso letterario come occasione di riflessione sulla relazione tra crimine, comunicazione e immagine, che spesso, più che documentare, “costruisce” la realtà.
Recensione:
Mi sono trovato in difficoltà quando si è trattato di dare una valutazione complessiva all’intera opera: è sempre piuttosto complicato fare la media di tutti i testi presenti in un’antologia, dato che per quanto il tema possa essere uniforme ci sono sempre stili diversi, spesso perfino opposti tra loro.
In questo caso il tono si mantiene alto fino a circa tre quarti del libro, con la giusta dose di tensione narrativa e indagine psicologica, salvo poi calare nell’ultima parte, come se i racconti finali fossero stati aggiunti a forza per raggiungere il numero prefissato di autori nell’antologia.
Questo ha inevitabilmente abbassato un giudizio del tutto positivo, complici anche errori grammaticali e refusi che si contano un po’ troppo spesso a scapito di una grafica e un’impaginazione altrimenti molto gradevoli.
I racconti a mio parere meglio riusciti sono stati quelli più carichi di un’adeguata indagine psicologica e di un accurato impianto descrittivo: storie brevi, di provincia o di periferia, che descrivono solitudini di personaggi reietti e dimenticati che trovano nella violenza il loro unico riscatto. Alcuni autori sono poi riusciti a tracciare alla perfezione i sentimenti più contorti dell’animo umano: dall’ossessione per un ideale che diventa una missione di vita la cui trasgressione implica la condanna a morte, all’amore tradito e umiliato che porta a una vendetta su chiunque ricordi l’oggetto perduto del desiderio, all’estrema solitudine che racchiude incubi in grado di avvelenare chi non riesce a districarsene.
Molto interessante, infine, il rimando ai Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello: il tentativo di dissacrare la magia del teatro sembra corrispondere all’intento di smitizzare una tranquilla realtà borghese che non tiene conto dei disagi sociali, e le tematiche della solitudine e dell’abbandono procedono in parallelo sia in Pirandello che nei venticinque autori di questa antologia, così come la creazione di scene traumatiche mantiene il potere di scandagliare le emozioni e regalare al lettore anche qualche brivido.
È comunque un’antologia che vale la pena di leggere, con tutti i suoi alti e bassi, che forse finiscono per rispecchiare anche le diverse sfaccettature dell’umanità che descrive.