Titolo: Shadows Autrice: Jennifer L. Armentrout Editore: Giunti Y Numero di pagine: 176 Prezzo: € 12,00 Sinossi: L'ultima cosa che Dawson Black si sarebbe aspettato era Bethany Williams. Come forma di vita aliena sulla Terra, Dawson e il suo gemello Daemon trovano che le ragazze umane siano... un passatempo divertente. Ma innamorarsi di una di loro sarebbe folle. Pericoloso. Allettante. Irrinunciabile. Bethany viene dal Nevada, e l'ultima cosa che cerca nel West Virginia è l'amore. Ma ogni volta che i suoi occhi incontrano quelli di Dawson si scatena un'attrazione innegabile. E anche se i ragazzi sono una complicazione di cui farebbe volentieri a meno, non riesce davvero a stare lontana da lui. Attratta. Desiderata. Amata. Dawson però nasconde un segreto inconfessabile che non solo può cambiare l'esistenza di Bethany, ma rischia di mettere in pericolo la sua vita. Si può rischiare tutto per una ragazza umana? Si può sfidare un destino inesorabile come l'amore? La recensione Di Obsidian non ho ricordi fortissimi, vividi, ma ricordi positivi. Ricordi felici, tutto sommato. Mi piace pensare a Jennifer L. Armentrout, infatti, come all'autrice che diede realmente il via alla mia estate 2013. Era il pomeriggio del primo luglio. Sfinito e felice, ero tornato a casa dopo gli orali della maturità e, prima di salire a casa, avevo trovato questo pacchetto nella mia buca delle lettere. Un libro sottile, leggero, spensierato. Come me da quel momento in poi. L'avevo letto nel mio primo pomeriggio in spiaggia da studente e uomo libero. Il sole batteva, il mare era una fresca tavola da surf e il resto era venuto da sé, così, semplicemente. In un baleno l'avevo finito: un urban fantasy su creature che viaggiavano alla velocità della luce, letto alla velocità della luce, per rimanere sempre in tema. E con un disteso sorriso a mille watt, alimentato dalla leggerezza senza peso di un cervello senza più pensieri e dall'ironica guerra tra sessi combattuta – ad armi impari – da un lui e una lei che facevano scintille. Uno stile freschissimo e una passionale e simpatica love story avevano reso quel particolare romanzo non indimenticabile, ma piacevole e spontaneo: cosa non da poco, in un vortice di storie troppo simili in cui, spesso e volentieri, Obsidian aveva corso il rischio di essere risucchiato. Il successo editoriale era garantito. Prezzo accessibile, protagonisti popolari e belli e tutto decisamente in linea con le mode e le tendenze odierne – tra incursioni su Facebook, Twitter e, soprattutto, Blogger. Il secondo e il terzo capitolo, di cui la Giunti Y si è velocemente accaparrata i diritti negli scorsi mesi, sono già chiacchierati e non tarderanno ad arrivare e, nell'attesa, arriva in libreria questo Shadows, un prequel della storia originale, incentrato su due personaggi minori di cui, indirettamente, i lettori avevano già sentito parlare: Dawson Black e la sua ragazza, Bethany. Daemon e Kathy, la passionale coppia che li aveva preceduti, avevano una spiccata personalità e un'alchimia scoppiettante che li rendeva convincenti protagonisti di un intreccio forse troppo, troppo semplice. Loro erano il cuore, il perché della saga: l'unico, credo. Sprovvisto dell'irriverente, pazza e adorabile narratrice di sempre, Shadows perde tantissimo e, a fine lettura, ho avuto l'impressione fastidiosa che Dawson e la sua lei non meritassero un romanzo – o una novella, perché 170 pagine sono un po' poche – tutta per loro. Sono perfettini, buonisti e scialbi, nel senso culinario del termine, proprio: senza sale, senza pepe, senza un gusto deciso. Sono pesanti, melodrammatici e seriosi, se confrontati con i divertenti, autoironici e sexy protagonisti di Obsidian. Non sono capaci di dissimulare e mettono a nudo una struttura di base fragilissima, effimera, che – senza l'arma a doppio taglio di un umorismo brioso e sornione – è praticamente attaccabile, inerme, sprovvista delle difese necessarie per tenere a bada il cattivo e brutto recensore di turno. Le somiglianze con il più noto Twilight sono insostenibili, troppe, ostentate nemmeno tanto intelligentemente da un'autrice che, insieme ad altre colleghe arricchitesi d'un tratto, sembra non ricordare il significato di una parolina che fa più o meno rima con miraggio, coraggio...
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Titolo: Shadows Autrice: Jennifer L. Armentrout Editore: Giunti Y Numero di pagine: 176 Prezzo: € 12,00 Sinossi: L'ultima cosa che Dawson Black si sarebbe aspettato era Bethany Williams. Come forma di vita aliena sulla Terra, Dawson e il suo gemello Daemon trovano che le ragazze umane siano... un passatempo divertente. Ma innamorarsi di una di loro sarebbe folle. Pericoloso. Allettante. Irrinunciabile. Bethany viene dal Nevada, e l'ultima cosa che cerca nel West Virginia è l'amore. Ma ogni volta che i suoi occhi incontrano quelli di Dawson si scatena un'attrazione innegabile. E anche se i ragazzi sono una complicazione di cui farebbe volentieri a meno, non riesce davvero a stare lontana da lui. Attratta. Desiderata. Amata. Dawson però nasconde un segreto inconfessabile che non solo può cambiare l'esistenza di Bethany, ma rischia di mettere in pericolo la sua vita. Si può rischiare tutto per una ragazza umana? Si può sfidare un destino inesorabile come l'amore? La recensione Di Obsidian non ho ricordi fortissimi, vividi, ma ricordi positivi. Ricordi felici, tutto sommato. Mi piace pensare a Jennifer L. Armentrout, infatti, come all'autrice che diede realmente il via alla mia estate 2013. Era il pomeriggio del primo luglio. Sfinito e felice, ero tornato a casa dopo gli orali della maturità e, prima di salire a casa, avevo trovato questo pacchetto nella mia buca delle lettere. Un libro sottile, leggero, spensierato. Come me da quel momento in poi. L'avevo letto nel mio primo pomeriggio in spiaggia da studente e uomo libero. Il sole batteva, il mare era una fresca tavola da surf e il resto era venuto da sé, così, semplicemente. In un baleno l'avevo finito: un urban fantasy su creature che viaggiavano alla velocità della luce, letto alla velocità della luce, per rimanere sempre in tema. E con un disteso sorriso a mille watt, alimentato dalla leggerezza senza peso di un cervello senza più pensieri e dall'ironica guerra tra sessi combattuta – ad armi impari – da un lui e una lei che facevano scintille. Uno stile freschissimo e una passionale e simpatica love story avevano reso quel particolare romanzo non indimenticabile, ma piacevole e spontaneo: cosa non da poco, in un vortice di storie troppo simili in cui, spesso e volentieri, Obsidian aveva corso il rischio di essere risucchiato. Il successo editoriale era garantito. Prezzo accessibile, protagonisti popolari e belli e tutto decisamente in linea con le mode e le tendenze odierne – tra incursioni su Facebook, Twitter e, soprattutto, Blogger. Il secondo e il terzo capitolo, di cui la Giunti Y si è velocemente accaparrata i diritti negli scorsi mesi, sono già chiacchierati e non tarderanno ad arrivare e, nell'attesa, arriva in libreria questo Shadows, un prequel della storia originale, incentrato su due personaggi minori di cui, indirettamente, i lettori avevano già sentito parlare: Dawson Black e la sua ragazza, Bethany. Daemon e Kathy, la passionale coppia che li aveva preceduti, avevano una spiccata personalità e un'alchimia scoppiettante che li rendeva convincenti protagonisti di un intreccio forse troppo, troppo semplice. Loro erano il cuore, il perché della saga: l'unico, credo. Sprovvisto dell'irriverente, pazza e adorabile narratrice di sempre, Shadows perde tantissimo e, a fine lettura, ho avuto l'impressione fastidiosa che Dawson e la sua lei non meritassero un romanzo – o una novella, perché 170 pagine sono un po' poche – tutta per loro. Sono perfettini, buonisti e scialbi, nel senso culinario del termine, proprio: senza sale, senza pepe, senza un gusto deciso. Sono pesanti, melodrammatici e seriosi, se confrontati con i divertenti, autoironici e sexy protagonisti di Obsidian. Non sono capaci di dissimulare e mettono a nudo una struttura di base fragilissima, effimera, che – senza l'arma a doppio taglio di un umorismo brioso e sornione – è praticamente attaccabile, inerme, sprovvista delle difese necessarie per tenere a bada il cattivo e brutto recensore di turno. Le somiglianze con il più noto Twilight sono insostenibili, troppe, ostentate nemmeno tanto intelligentemente da un'autrice che, insieme ad altre colleghe arricchitesi d'un tratto, sembra non ricordare il significato di una parolina che fa più o meno rima con miraggio, coraggio...
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