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Recensione: "Shining" di Stephen King

Creato il 25 aprile 2014 da Saraguadalupi
Buon 25 aprile amici *-*
Qui a casa mia stiamo preparando un pranzo in famiglia in stile "Pasquetta #2 - la vendetta" , ma sono riuscita a ritagliarmi un attimo per scrivere finalmente questa recensione!
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"SHINING" di Stephen King
• Editore: Bompiani • Pagine: 429 • Prezzo: 9,90 € (cartaceo) L'Overlook, uno strano e imponente albergo che domina le alte montagne del Colorado, è stato teatro di numerosi delitti e suicidi e sembra aver assorbito forze maligne che vanno al di là di ogni comprensione umana e si manifestano soprattutto d'inverno quando l'albergo chiude e resta isolato per la neve. Uno scrittore fallito, Jack Torrance, con la moglie Wendy e il figlio Danny di cinque anni, accetta di fare il guardiano invernale all'Overlook ed è allora che le forze del male si scatenano. Dinanzi a Danny, che è dotato di potere extrasensoriale, lo shine, si materializzano gli orribili fatti accaduti nelle stanze dell'albergo, ma se il bambino si oppone con forza a insidie e presenze, il padre ne rimane vittima.



Recensione:
Ci ho messo una vita a finire questo libro e me ne sono resa conto solo adesso! Molte volte mi capita di portarmi dietro un romanzo per diversi giorni perchè proprio non riesco a continuare, per questioni di trama, dialoghi e quant'altro..ma non è questo il caso. "Shining" non mi ha annoiata, né spazientita, ma ho sentito il bisogno di "assumerlo a piccole dosi", leggendo pochi capitoli alla volta ma prestandoci la massima attenzione. Qualche settimana fa ho deciso anche di guardare il film con Jack Nickolson e l'ho trovato decisamente ansiogeno: da come ne avevo sentito parlare mi aspettavo un horror (anche un po' splatter, se devo essere sincera), ma in realtà ho trovato un turbinio di tensione e ansia che non provavo da tempo durante un film. Indubbiamente Nickolson è grande, e probabilmente l'unico in grado di interpretare un ruolo difficile come quello di Jack Torrance, così complicato e tormentato nel profondo: così, dopo averlo visto, ho deciso di leggere anche il libro, cercando di rendermi più facile il compito, grazie al fatto di avere ben chiare le espressioni del film..se devo essere sincera, però, non è stato affatto così semplice come credevo.
«Tutti i grandi alberghi hanno degli scandali, così come ogni grande albergo
ha il suo fantasma. Perchè? Diavolo, la gente va e viene. A volte uno degli
ospiti tira le cuoia in camera sua. Attacco cardiaco o infarto o qualcosa del genere.
Gli alberghi tengono conto dei superstiziosi. Non c'è mai un tredicesimo piano
o una camera numero tredici; non ci sono specchi sul retro della porta dalla quale si entra.»

Lo sfondo di questo romanzo è un hotel, l'Overlook, in cui Jack Torrance, sua moglie Wendy ed il piccolo Danny si trasferiscono per custodirlo durante il periodo di chiusura. Fin dalle prime pagine ci si rende conto del tormento che assale i componenti della famiglia Torrance, per l'alcolismo di Jack, per le strane visioni di Danny e per la paura costante di Wendy, innamorata si, ma forse più di questo, intimorita da una vita d'incertezze quotidiane.
Per quanto però, già i genitori siano abbastanza inquietanti, qui, la punta di diamante è proprio il piccolo Danny, ed in particolare il suo dono: egli infatti, è in grado di vedere oltre le semplici persone, lui non vede solo l'aspetto fisico e gli atteggiamenti, vede la luccicanza dei comuni mortali. Ha un amico (immaginario o non che sia), Tony che, al posto di giocare con lui, gli fa vedere immagini simili ad incubi, con una parola che si ripete di continuo "redrum". A questo punto, Stephen King, ci fa scavare sempre più nel profondo dei nostri protagonisti, alternando immagini a pensieri, verità e bugie che si susseguono e si mischiano in un insieme intricato di fili: dal loro trasferimento all'Overlook Hotel, impariamo che niente è come sembra, né nell'hotel, né tantomeno nella famiglia Torrance. I segreti sono dietro l'angolo, oscuri come l'atmosfera che aleggia nelle stanze - in una in particolare - ed insieme ad essi, la follia che s'impossessa dell'animo umano, in un gioco pericoloso e terrificante.
Ho imparato che Stephen King è così: ti da una dose infinita di particolari, a tratti inquietanti, a tratti semplicemente reali, mischiandoli in un mix che confonde l'animo. In più di un'occasione mi è capitato di leggere un capitolo, con tutta la tranquillità del mondo, per poi sentire, nel momento in cui spegnevo la luce, l'ansia del thriller. E' un autore che, non solo ti tiene incollato al suo libro, ipnotizzandoti, ma che ti lascia qualcosa di sé anche dopo la lettura..anche quando le pagine si chiudono.
«Quando l'adulto vede cose che non esistono, lo giudichiamo subito pronto per la cella con le pareti imbottite. Quando invece un bambino dice di aver visto uno gnomo in camera sua o un vampiro fuori dalla finestra, ci limitiamo a sorridere con indulgenza» 
"Shining" è un incubo che prende forma pagina dopo pagina, fino al risveglio, in un bagno di sudore e angoscia ma con la certezza che è stato solo questo, un incubo. Capire le motivazioni che portano Jack alla follia è stato illuminante e terribile allo stesso tempo e per questo ringrazio di aver letto il romanzo, perchè molte di queste motivazioni mi erano totalmente oscure dopo la visione del film - credevo seriamente che alcuni fotogrammi fossero stati messi lì a caso, per tappare un buco, ed invece mi sbagliavo: tutto s'incastra perfettamente tra le pagine scritte dal Re, tutto ha un suo senso (più o meno logico) e, prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine, anche se fanno male. Durante la lettura, si percepisce chiaramente la finta tranquillità che aleggia sull'intero contesto e la tensione è palpabile, come se il lettore stesso si ritrovasse a camminare per i corridoi vuoti dell'Overlook Hotel e sentisse addosso l'angoscia provocata dal non-sapere cosa ci sia effettivamente tra quelle pareti. Fantasmi e follia: un mix esplosivo che porta al delirio ed alla distruzione emotiva dei protagonisti (e a tratti anche del lettore).
Se dovessi descrivere questo libro con delle metafore direi che è glaciale come l'artico, ed al tempo stesso, infuocato e folle come l'inferno. E credo che, adesso che sono partita, andrò avanti a leggere gli altri libri di Stephen King, anche se ammetto di averne un po' paura..
In conclusione, beh, credo si capisca già che ve lo stra-consiglio! Affrontate le vostre paure letterarie e lasciate che King vi trasporti nel suo mondo follemente inquietante: non sarete più gli stessi, dopo. 
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