Recensione: “Shiver”, Maggie Stiefvater.

Creato il 01 giugno 2015 da Chiara

Sarebbe stato così facile attraversare con le labbra i centimetri che separavano le nostre bocche.

Titolo: Shiver (I lupi di Mercy Falls #1)
Titolo originale: Shiver (The wolves of Mercy Falls #1)
Autore: Maggie Stiefvater
Editore: Rizzoli
Pagine: 406
Anno: 2009

Grace e Sam non si sono mai parlati, ma da sempre si prendono cura l’una dell’altro. Non si conoscono, eppure lei rischierebbe la vita per lui, e lui per lei.
Perché Grace, fin da piccola, sorveglia i lupi che vivono nel bosco dietro casa sua, e in particolare uno dotato di magnetici occhi gialli, che negli anni è diventato il suo lupo. E perché Sam da quando era un bambino vive una doppia vita: lupo d’inverno, umano d’estate. Il caldo gli regala pochi preziosissimi mesi da essere umano prima che il freddo lo trasformi di nuovo.
Grace e Sam ancora non si conoscono, ma tutto è destinato a cambiare: un ragazzo è stato ucciso, proprio dai lupi, e nella piccola città in cui vive Grace monta il panico, e si scatena la caccia al branco. Grace corre nel bosco per salvare il suo lupo e trova un ragazzo solo, ferito, smarrito, con due magnetici occhi gialli. Non ha dubbi su chi sia, né su ciò che deve fare.
Perché Grace e Sam da sempre si prendono cura l’una dell’altro, e adesso hanno una sola, breve stagione per stare insieme prima che il gelo torni e si porti via Sam un’altra volta. Forse per sempre.

I suoi occhi mi scrutavano, grandi e luminescenti, nel bagliore del pomeriggio, e per un attimo rimasi intrappolata nel suo sguardo e ripensai a quegli stessi occhi che mi scrutavano dal muso di un lupo.

Non ho saputo resistere, non questa volta.
Cercavo una lettura veloce, in attesa di una serie di libri che non sono ancora arrivati – dannate poste, uscire di casa è una tortura perché io so che quando passerete io non ci sarò! -, e mi sono finalmente decisa a regalarmi un nuovo libro della mia adorata Maggie Stiefvater. Tra tutti, ho scelto il più vecchio: una storia d’amore e di lupi, recita la copertina, e una storia d’amore e di lupi è quello che ho trovato, assieme ad una scrittura ancora acerba ma inconfondibile e un’ambientazione a tratti cupa, fredda di una neve che si annuncia nell’aria col suo profumo freddo e sterile, e a tratti luminosa, simile ad un’estate incandescente, piena di sole dorato tra foglie verdissime. Eppure non mi è piaciuto. Reduce, memore, innamorata di The Raven Cycle, I Lupi di Mercy Falls non mi ha stupita, non mi ha sorpresa né, tantomeno, mi ha stregata. Capita, del resto, che mettere assieme ingredienti che presi da soli ci fanno impazzire non porti che ad una poltiglia grigia insapore – è il caso di questo romanzo e, con la morte nel cuore, adesso proverò a spiegarvi perché.

Con un ringhio e un bagliore di denti mi feci avanti. Salem ringhiò a sua volta contro di me, ma ero più agile di lui nonostante la giovane età e la fame.” Paul emise brontolii minacciosi per sostenermi. Ero accanto a lei, e lei guardava il cielo infinito con occhi distanti. Forse morti. Spinsi il naso nella sua mano; il profumo del suo palmo, tutto zucchero e burro e sale, mi riportò in un’altra vita.
Poi vidi i suoi occhi. Svegli. Vivi. La ragazza mi fissava, e sosteneva il mio sguardo con un’ onestà estrema.
Indietreggiai con un balzo e cominciai a tremare; ma stavolta non era la collera che mi tormentava.
I suoi occhi nei miei occhi. Il suo sangue sul mio muso.
Stavo andando a pezzi, dentro e fuori.
La sua vita. La mia vita.

Quando era bambina, Grace è stata aggredita da un branco di lupi nel cortile dietro casa. Nel gelo del rigido inverno del Minnesota, Sam era lì – un ragazzo nel corpo di un lupo e un lupo nel corpo di un ragazzo – e da quel cortile non se ne è mai andato. Si guardano, separati da una distanza che è infinita seppur raccolta in una manciata di metri, fino a quando Sam non si trasforma in un ragazzo dagli occhi gialli e irrompe nella vita di Grace con una prepotenza senza uguali, trascinandola in un mondo verde bosco, striato di sangue e intrighi misteriosi, alla ricerca di risposte che stentano a farsi trovare. Le premesse per un romanzo con i fiocchi, inutile dirlo, ci sono tutte: la romance, il mistero, la spolverata fantasy… tutti elementi che mi fanno impazzire. Eppure, il risultato complessivo fa pensare da una fanfiction di bassa lega, mal editata, popolata da personaggi costruiti con il chiaro intento di far squittire le lettrici e che, alla fine della fiera, convincono molto poco. In primis, le loro voci sono praticamente identiche. Trattandosi di un romanzo scritto con un’alternanza di punti di vista, il minimo che si deve pretendere è di non leggere due punti di vista assolutamente speculari, uguali in tutte le loro impressioni, che si discostano pochissimo nel modo di pensare. Non che sia noioso leggerei di carinerie di Sam e Grace, ma insomma… anche si. Per non parlare poi dell’assurdità del loro amore, nato quando uno era un lupo e l’altra una bambina: se guardo al mio cane, l’ultima cosa che penso – e non perché è una femmina – è che sono innamorata di lei così come potrei essere innamorata di un ragazzo. Che Grace, al contrario, provi sentimenti così forti nei confronti di qualcuno che non può neppure sospettare essere in parte umano, risulta vagamente inquietante ad una seconda occhiata. I personaggi secondari, inutile dirlo, non sono meglio: tra amiche inesistenti, genitori che davvero, ma come si può essere così inutili? e uomini lupo dai modi piuttosto discutibili, Shiver non ha dato prova di eccezionale brillantezza e mi ha lasciata quanto mai delusa proprio sul fronte che più mi sta a cuore. La trama, poi, non parliamone. Anzi no, facciamolo, perché raramente ho avuto per le mani il lavoro di un’autrice che idolatro e ancor più raramente sono arrivata a lamentarmi dell’eccessiva lentezza con cui la storia di sviluppa. Per quanto non siano mancati i momenti adorabili, quelli che fanno sospirare anche i cuori di pietra, nel complesso son state più le volte in cui ho sbadigliato che non quelle in cui ho manifestato una qualsivoglia emozione. E non è positivo, mai, soprattutto per un romanzo che si rivolge ad un target altamente infiammabile dal punto di vista emotivo.
Nel complesso mi aspettavo di più, molto di più, e per quanto in alcuni punti mi sia sentita rassicurata da uno stile ancora grezzo ma inconfondibile, non posso dire di aver apprezzato la lettura del primo capitolo di questa trilogia e dubito di avventurarmi in Linger e Forever. Vorrei potervi dire che mi son goduta lo spessore inesistente, che è stato una buona pausa, ma sarebbe una bugia e, in tutta onestà, non lo consiglierei a nessuno. Volete leggere qualcosa della Stiefvater? Leggete qualcosa di più recente.



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