Data di pubblicazione: 2013 Trama: Questa è la storia di Paul, ventenne, che da un po’ di tempo si sente osservato da un anziano, spiato da un vecchietto che si nasconde tra le pieghe della vita e lo guarda da lontano, con occhi di compassione. Ma questa è anche la storia di Paul, quasi ottantenne, emigrato in Asia alla significativa età dei 33 anni e tornato a casa più di quarant’anni dopo, per trovarsi davanti, paradossalmente, se stesso giovane, ventenne, nella sua quotidianità di allora, quando non sapeva di essere giovane e si illudeva di avere il destino nelle proprie mani… Come se si fosse aperto un varco nella barriera del tempo, come se i vari universi paralleli convergessero in uno stesso luogo, i due Paul si ritrovano a confrontarsi con riflessioni coinvolgenti ed ironicamente serie da ciascuno dei due punti di vista: il se stesso giovane ed il se stesso anziano.
RECENSIONE Dopo un iniziale senso di fastidio dovuto al doppio prologo, un po’ noioso e ripetitivo ma necessario per la comprensione globale, mi sono addentrata nella narrazione vera e propria. Ogni capitolo presenta due sezioni, A e B, all’interno delle quali si alternano le riflessioni dello stesso protagonista, giovane e anziano.
Lo stile di scrittura alterna costruzioni sintattiche e termini elaborati con frasi semplici, secche che accolgono espressioni dialettali piemontesi. Il primo capitolo narra del primo amore e delle fantasie che si costruiscono su di esso, Paul porta a passeggio il cane Chicco e incrocia la donna amata, la quale si discosta parecchio dall’ideale dell’innamorato. Si rivela uno scorcio narrativo delizioso e divertente per quanto riguarda le considerazioni del protagonista nei confronti del suo cucciolo, il quale non trova nessun impedimento nel gettarsi tra le braccia della ragazza desiderata.
Le pagine seguenti raccolgono una carrellata di pensieri e riflessioni varie che toccano temi molteplici e di difficile comprensione come l’amore, la vita, Dio, la morte. Si analizza la perenne inquietudine umana e della derivante tensione scaturita dalla ricerca della libertà, della felicità e di un senso della vita stessa. Tali argomenti vengono elaborati dall’autore attraverso l’uso di numerose citazioni, miti e leggende di culture esotiche, ad esempio, molto bello il passo che ripropone una visione tradizionale indiana e che recita:
La vita di un uomo è divisa in quattro stagioni precise e distinte, ognuna con i suoi frutti, i suoi diritti e i suoi doveri.Vorrei precisare, però, che la maggior parte di tali citazioni non sono corredate da un apparato informativo causando al lettore due problemi: - Il lettore, non potendo risalire al vero e legittimo proprietario della citazione, viene privato di quella informazione necessaria per approfondire o comprendere a fondo un eventuale percorso svolto dall’autore e - Le riflessioni di altri si mescolano con quelle del narratore e non si capisce quali siano da attribuire allo scrittore o ad altri. Così facendo non si riesce a distinguere il pensiero originale dal sapiente assemblaggio di espressioni altrui.
Ad eccezione di quest’unico "inconveniente” che mi sento di rilevare, il libro ti guida a scoprire angolini narrativi piacevolissimi. I quali riassumono, con chiarezza e semplicità, la differenza vigente tra Oriente e Occidente e su come queste due civiltà analizzano la realtà circostante creando schemi di pensiero diversi e unici. Sintetizzano in poche facciate i complessi meccanismi scattati durante la guerra del Vietnam e introduce alla cultura vietnamita. Sfiorano con grazia un periodo storico dell’Italia che va dalle ideologie sessantottine al concetto di democrazia, dal desiderio di fuga e libertà all’amara presa di coscienza dei limiti della cosiddetta società borghese, radicati nelle stesse persone che li disprezzavano.
Sono molti i personaggi del passato giovanile del protagonista che si intrecciano nel racconto, di essi vengono svelate le qualità, ma anche smascherate le ipocrisie.
In generale il romanzo è piacevole, scorrevole e ben costruito, ma in poche occasioni riesce a far breccia nel lato emotivo del lettore, ad eccezione, forse, dei capitoli conclusivi. È un testo estremamente cerebrale, a volte difficile da seguire dato che il pensiero vero e proprio, si sa, non è mai lineare o logico ma una valanga di stimoli diversi che ruotano nella testa per poi irreggimentarne una parte con la comunicazione scritta e parlata. Tuttavia è in grado di donare spunti di riflessione validi e momenti di sincera e reale meditazione.