SMITH E WESSON
Feltrinelli |108 pp. | €10,00
Tom Smith e Jerry Wesson si incontrano davanti alle cascate del Niagara nel 1902. Nei loro nomi e nei loro cognomi c'è il destino di un'impresa da vivere. E l'impresa arriva insieme a Rachel, una giovanissima giornalista che vuole una storia memorabile, e che, quella storia, sa di poterla scrivere. Ha bisogno di una prodezza da raccontare, e prima di raccontarla è pronta a viverla. Per questo ci vogliono Smith e Wesson, la coppia più sgangherata di truffatori e di falliti che Rachel può legare al suo carro di immaginazione e di avventura. Ci vuole anche una botte, una botte per la birra, in cui entrare e poi farsi trascinare dalla corrente. Nessuno lo ha mai fatto. Nessuno è sceso giù dalle cascate del Niagara dentro una botte di birra. È il 21 giugno 1902. Nessuno potrà mai più dimenticare il nome di Rachel Green? E sarà veramente lei a raccontarla quella storia?Mi ritrovo seduto a teatro, le persone intorno a me iniziano a prendere posto, le luci si affievoliscono gradualmente insieme al brusio. Si apre il sipario, un silenzio solenne, una scenografia povera di dettagli, due personaggi, la vera essenza del palcoscenico libero da orpelli e elementi decorativi. Prima battuta, scena prima. È questa la sensazione che si ha leggendo l'ultimo libro di Alessandro Baricco scritto sotto forma di copione teatrale perchè questa volta non per il lettore, ma per la recitazione in primo luogo è stata pensata e creata questa nuova storia. Leggendo il testo si ha la sensazione di sostare dinanzi a una parete bianca, di per sè noiosa e poco attrativa, che acquista man mano colore e luce grazie alle parole repentine e scattanti dei personaggi che vengono fuori a poco a poco, interrotte da pause e silenzi lunghi ma non pesanti, come a concedere un momento di riflessione sulle battute appena pronunciate un attimo prima. Ho letto soltanto un altro libro di Alessandro Baricco, "Oceano mare", ben lontano da questo sia per la storia che per alcune caratteristiche peculiari, ma c'è un elemento comune che forse è possibile riscontrare in ogni suo libro: l'introduzione, attraverso una piccola porticina di legno, in un'atmosfera eterea nonchè l'abilità creativa dello scrittore nell'utilizzare e manovrare a proprio piacimento le parole. Il filo narrativo di questa storia è semplice, quasi banale rispetto al Baricco cui siamo abituati, ma bisogna andare dietro il sipario ancora una volta: sarà lì che il libro si presenterà in realtà come un insieme di coraggio e speranza, rischio e vita in un crescendo di note e battute. La vicenda si svolge nei pressi delle cascate del Niagara, uno dei luoghi più belli della natura ma macchiato da ripetuti suicidi, uomini e donne che si gettano dall'orlo per sprofondare nel baratro lasciandosi trascinare dalle correnti del fiume. Tuttavia non è il desiderio di morte bensì quello di vita che anima la giovane Rachel, una giornalista che, dopo aver subito "soprusi" ed essersi adattata a una vita lontana dai suoi sogni, decide di mollare tutto e cambiare la sua carriera per sempre: si lancerà infatti dalle cascate per rimanerne viva e avere così lo scoop perfetto per raggiungere il suo traguardo, una vittoria sia lavorativa e sociale che emozionale e psicologica. Verrà aiutata nella sua impresa da Smith e Wesson, rispettivamente un meterologo-inventore e un pescatore di cadaveri suicidi, simpatici nei loro battibecchi continui,che proprio grazie a Rachel scopriranno, come si evince dalla fine del libro, il significato stesso della vita e la voglia di viverla davvero. Proprio la parte finale è stata forse la parte più piacevole: qui ancora una volta, attraverso il monologo della signora Higgins, Baricco si lascia andare a una descrizione saliente dell'emozione e della natura umana.
"Le avrei dovuto dire che tanti saltano nello stesso modo via dalla loro vita, oltre se stessi, rischiando tutto per sentirsi davvero vivi. Avrei dovuto dirle che tutti lo fanno chiusi nelle loro paure, chiusi dentro la botte metifica delle loro paure. Un posto piccolissimo, molto nero, dove sei solo, e fai fatica a respirare. Non c'è nulla che si possa fare per cambiare le cose e già si è fortunati se qualcuno ha avuto per noi l'attenzione di mettere una piccola musica, là dentro; o se capita di avere un amico ad aspettarci in un'ansa del fiume per riportarci a casa, in una qualche casa."
Tuttavia questo non credo sia uno dei migliori libri scritti da Baricco: i personaggi rimangono appena abbozzati (ne conosciamo solo qualche aspetto grazie alle loro manie e a piccoli accenni del passato) e in alcuni punti la storia appare ferma. Ancora una volta trionfa però lo stile e la capacità di saper raccontare una storia che, seppur semplice, nasconde alcune tematiche umane e filosofiche, traendo spunto anche da eventi e fatti di cronaca contemporanei.
VOTO:
Infine ringrazio ancora Christy per avermi fatto questo regalo di Natale.. con tanto di autografo *_*