So che sei qui è una storia che affronta un tema molto delicato.
Elsa ha 30 anni e da cinque mesi è in coma dopo un brutto incidente in montagna. Il suo corpo non dà segnali di miglioramento, ma nessuno sa che lei è lì,ancora presente, e sente tutto quello che le accade intorno senza però poter reagire o far capire di essere cosciente. Dopo cinque mesi le speranze della sua famiglia di vederla svegliarsi si sono affievolite sempre di più, le visite sono diventate sporadiche, una routine fatta più per dovere che per altro.
Un giorno nella sua stanza entra uno sconosciuto, Thibault, che scambia la stanza di Elsa per una sala d'attesa. Imbarazzato ma allo stesso tempo incuriosito da quella ragazza che profuma di gelsomino e che dorme da mesi, Thibault inizia a visitarla regolarmente, inizia a desiderare di poterla conoscere davvero e di aiutarla in qualche modo ad uscire da quel sonno. Non sapendolo Thibault diventa l'ancora di salvezza di Elsa, l'unica cosa che la tiene attaccata alla vita, l'unica persona che sembra credere in lei e avere abbastanza speranza da credere che si risveglierà...
La storia che racconta l'autrice non è una di quelle storie leggere ma piuttosto una storia spesso dura, dolorosa. Elsa aveva una vita davanti ma un terribile incidente l'ha spezzata, riducendola a passare mesi in un letto d'ospedale perfettamente cosciente di quello che accade ma impossibilitata a farlo capire alle persone che ama.
La sua storia sembra non prevedere un lieto fine, dopo cinque mesi in cui i medici non hanno registrato nessun cambiamento, la sua famiglia sta iniziando a pensare di staccare la spina e di porre fine al suo calvario.
Quando Thibault irrompe nella stanza e poi nella vita di Elsa, nessuno dei due può immaginare che diventeranno così importanti l'uno per l'altra, anche se da subito entrambi percepiscono un forte legame che li unisce a dispetto di tutto.
E' proprio questo legame ad essere l'elemento portante del romanzo, un sentimento che diventa sempre più forte e arriva a sconfiggere anche quello che sembrava l'unico finale possibile della storia di Elsa.
Le pagine di questo romanzo scorrono via velocissime grazie ad uno stile narrativo scorrevole, delicato e molto elegante. La storia raccontata, nonostante la particolarità dell'argomento, è affrontata in maniera molto delicata. La narrazione si divide in due parti, infatti sia Elsa che Thibault hanno il loro punto di vista; questa scelta non solo si rivela essere vincente dal punto di vista della narrazione, ma rende molto più semplice imparare a conoscere meglio i personaggi e il modo in cui si rapportano l'un altro.
Nonostante abbia trovato qualche punto della storia un po' troppo romanzato o comunque sopra le righe, alla fine ho apprezzato moltissimo la storia!
Quello che mi è piaciuto di più è il modo così poco convenzionale in cui si sviluppa il rapporto tra Elsa e Thibault. Lei non può davvero interagire con lui, è Thibault a parlare con lei e a farla sentire ancora viva, ma nonostante questo il legame che stringono sembra essere più forte di qualsiasi altro abbiano mai sperimentato, più forte anche delle statistiche e di quello che i dottori dicono della condizione di Elsa. Una storia emozionante che vi resterà nel cuore! Buona lettura!
Passiamo spesso per vasi completamente vuoti, invece io so che nella mia mente infuria sempre la tempesta...E non riusciamo a capire che cosa farne della nostra tempesta.