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Recensione: Sogni tra i fiori

Creato il 13 maggio 2012 da Topolinamarta

Ventitrè. Sono questi i giorni che mi mancano alla fine della scuola. Dopo, ahimè, ne avrò ancora parecchia di roba da fare, tra esami e concerti vari, ma non vedo l'ora di andarmene almeno da scuola. Mentre il conto alla rovescia va avanti, godetevi questa recensione, che ho scritto in uno dei sempre più rari ritagli di tempo.
Ah, dimenticavo: dopo aver letto, ditemi se le novità che trovate in fondo vi piacciono. Si tratta di un esperimento, per ora, perciò fatemi sapere :)

Recensione: Sogni tra i fioriTitolo: Sogni tra i fiori
Autore: Mariagrazia Buonauro
Genere: narrativa, storia d'amore, riflessione
Editore: CSA
Pagine: 128
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo di copertina: €13,00
ISBN: 9788896703038
Formato: brossura
Valutazione: Recensione: Sogni tra i fiori
Grazie all'autrice per avermi spedito il libro.

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RIASSUNTO - Laura, una donna dolce e riflessiva, dopo aver cavalcato la tempesta per la fine di un amore e la vendita della casa, recupera la gioia di vivere. Quando la sua vita prende un nuovo corso, canta la sua storia che narra d'amore, magia, sogni e speranze in uno stile immaginifico e vibrante che tocca le corde più intime del cuore.

Recensione: Sogni tra i fioriL'AUTRICE - Mariagrazia Buonauro è nata e risiede a Marigliano, in provincia di Napoli.
Laureata con lode, a ventisette anni è entrata nel mondo della scuola ove ha insegnato Italiano e Latino, Filosofia e Storia.
Adesso è docente di materie letterarie presso il Liceo "S. Cantone" di Pomigliano D'Arco (NA). "Sogni tra i fiori" è il suo primo romanzo pubblicato.

* * *

Oggi parleremo di un romanzo di quelli brevi, che si leggono nel giro di poche ore, e che personalmente mi ha lasciata soddisfatta sotto alcuni aspetti; abbastanza delusa per altri. Ma vediamo nei dettagli che cosa contiene Sogni tra i fiori.

Chi ci racconta la vicenda è Laura, la protagonista, giovane insegnante che ha alle spalle una storia d'amore finita male, ma che nonostante tutto non abbandona mai la voglia di vivere e non esita a imbarcarsi in una nuova avventura quando, durante un viaggio a New York, conosce Sergio, professore napoletano proprio come lei. E se l'intento dell'autrice era far provare fin dalla prima pagina una forte empatia verso la nostra protagonista, posso ben dire che ci sia riuscita alla grande, perché si è rivelata un personaggio davvero ben realizzato: il suo carattere è equilibrato, con i suoi pregi - come la dolcezza e la simpatia - e i suoi difetti - come una leggera impulsività che talvolta la fa agire senza riflettere. Insomma, potrei definirla una ragazza innamorata che si è lasciata già da tempo alle spalle l'adolescenza, ma ciononostante l'ottimismo e la passione il suo cuore che le trasmette mi ha ricordato molto l'entusiasmo che si vede negli occhi dei bambini. Una giovane in cui non è senz'altro difficile identificarsi almeno in parte, a mio giudizio.

Questo che vi ho appena riferito, dunque, è di sicuro l'aspetto più riuscito di Sogni tra i fiori, ma sfortunatamente è anche l'unico degno di nota. Ciò non significa che il resto del romanzo faccia acqua da tutte le parti, ma l'impressione che ho avuto a lettura ultimata è stata la seguente: i pregi sono pochi ma notevoli; i difetti, invece, sono perlopiù piccolezze, ma devo purtroppo dire che ne ho riscontrati una quantità non irrilevante, anche considerate le poche pagine che ha questo libro.
Recensione: Sogni tra i fioriPer esempio, sempre parlando di Laura, se la sua caratterizzazione mi è piaciuta molto, lo stesso non si può dire del modo in cui si esprime, che spesso mi è parso forzato.
Un aspetto che mi ha alquanto infastidito, per esempio, è il frequente uso di termini stranieri (come "dandy", "kitsch" o "freak")... Ma non tanto l'utilizzo in sé, quanto il fatto che Laura ce ne illustri il significato con delle sgradevoli spiegazioni in stile Wikipedia, anche quando il concetto è ovvio. Insomma, sembra che la narratrice - quindi di conseguenza l'autrice stessa - abbia paura che chi legge si trovi davanti un termine che non conosce, e perciò cerchi in tutti i modi di prevenirlo, a volte persino troncando di netto la narrazione. Andrebbe bene per un racconto pubblicato su un testo scolastico per ragazzi, ma non per un libro destinato a un lettore medio: in fondo, hanno inventato i dizionari, perciò è inutile rischiare di essere pedanti anche con parole che bene o male la maggior parte della gente conosce.

L'altro aspetto del modo di esprimersi di Laura che, secondo me, cozza con il suo carattere è il seguente: da una persona come lei non ci si aspetterebbe di cadere in pregiudizi e luoghi comuni... e invece in più di un punto la vediamo mentre spara a zero sui suoi giovani alunni, anche sostenendo cose che di sicuro non sono vere per tutti, come in questo passo:

"L'insegnamento è una missione. Il problema e che i ragazzi, distratti da tanti divertimenti, sono refrattari allo studio." mi rispose soprappensiero.
"É vero. Non hanno capito che si devono piazzare con il culo sulla sedia a spremere te meningi per almeno cinque, sei ore, come facevamo noi."
"Già, il fatto è che, per loro, è più importante apparite che essere. È fichissimo avere il giubbino firmato, la moto, il telefonino supergettonato e la ragazza bella come una dea." Sergio scuoteva la testa.
"Danno più importanza alla forma che alla sostanza." asserii.

Insomma, Laura critica gli adolescenti, anche se poi spesso non si rende migliore di loro, per esempio riguardo ai pregiudizi. Questa è forse l'unica cosa che non mi è piaciuta davvero di lei.

Proseguendo con la lettura, troviamo un'impaginazione che poteva essere migliorata.
Se rileggete lo stralcio riportato poco sopra, vedrete che i discorsi diretti terminano con un punto anche se dopo la frase continua, e la cosa si ripete per tutto il libro:

"Stupefacente." g li risposi, uscendo dalla Cappella palatina.

Se fosse semplicemente così, sarei io la prima a dire: "Ok, è una scelta della casa editrice. Non la migliore che si possa fare, forse, ma va bene anche così." Il problema, però, è che nel corso del romanzo il modo di scrivere i dialoghi cambia: il punto, per esempio, a volte viene sostituito dalla virgola, e in altre occasioni manca proprio. In poche parole, al di là della scelta discutibile, tutto ciò risulta incoerente.

Recensione: Sogni tra i fiori Tra gli altri difetti di stile, ho notato che a volte le virgole sono posizionate in un modo che spezza il ritmo della lettura, e i frequenti errori di ortografia non migliorano le cose, come gli accenti usati al posto degli apostrofi ("va'" che diventa "và", "ma'" che diventa "mà"...). Inoltre, spesso mancano le virgole accanto al vocativo, altro errore se vogliamo non grave ma da evitare comunque in un libro pubblicato.

Insomma, dopo aver letto il curriculum dell'autrice, mi sarei aspettata uno stile più raffinato e consapevole, e invece ho dovuto constatare che purtroppo certi scivoloni di stile - spesso non piccoli - non mancano.
C'è da dire comunque che la cultura e la preparazione di Mariagrazia Buonauro vengono fuori spesso, per esempio quando si incontrano scelte lessicali originali e una scelta di termini molto accurata, perciò il romanzo è stato ugualmente piacevole da leggere.
Il mio suggerimento all'autrice, dunque, è quello di lavorare più sui dettagli: la storia c'è, i personaggi carismatici anche, ma sento che manca ancora qualcosa.

Recensione: Sogni tra i fioriRecensione: Sogni tra i fiori

Il personaggio di Laura è davvero
riuscito ed equilibrato...

... anche se a volte non si esprime in
modo coerente.

Lo stile è accurato e si avverte la
preparazione dell'autrice...

... ma si poteva fare di meglio.

La trama è ben architettata e ci si
affeziona facilmente ai personaggi.

Ci sono termini stranieri e spesso
spiegazioni inutili e pedanti dei suddetti.

Errori di impaginazione (virgole,
apostrofi e accenti, dialoghi...)

In generale, i molti difetti sono piccoli
ma fastidiosi e ledono quel che c'è di
buono.

* * *

Una frase significativa...
Un sole di paglia tramontava nell'acqua, quando ritornammo a casa.
A sera inoltrata ci affacciammo dalla finestrella che dava sul mare. Avevamo un vento leggero in faccia e una luna di fronte che spaccava, illuminando di striscio il giardino della casa. I tetti delle villette scintillavano al suo chiarore; il mare era platino nelle tenebre.
Gli scogli bianchi si stagliavano scultorei nella notte fonda. Silenzio. Solo il fruscio del mare e del vento. [...]
Quella notte fu magica e non si parlò di dormire. Finimmo uno delle braccia dell'altro. Sergio mi strinse a sé, smanioso. Mi baciò sul collo.
"Lo sai, Laura? Avevo proprio bisogno di stare solo con te. Ti ho spogliato dante volte nei sogni. Adesso è tutto vero." Mi persi nei suoi occhi; tra quelle pagliuzze dorate, lessi tutto il calore del sentimento.
Lo percepii intenso. I baci diventarono cose più intime. Nella penombra della camera, risposi con passione alle sue carezze sempre più audaci e diventammo un corpo solo.

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