Ascoltare questo disco significa fare due salti temporali: il primo è per la data con cui questo cd è uscito, 1988, in pratica una delle prime ristampe su cd prodotte dalla London una divisione della casa discografica Decca, famosa per le sue incisioni curatissime soprattutto in ambito classico èe che è ormai un ricordo nelle menti degli appassionati di dischi over 40.
Il secondo perché tute queste registrazioni vengo da 78 giri incisi tra il 1936 e il 1946. In pratica è come se venissero da Marte, di quell’epoca non è rimasto più nulla se non i ricordi.
Il passato è tornato a perseguitarci? Non credo, però fa sinceramente impressione sentire questo quintetto capitanato da Django Reinhardt e Stephane Grappelly suonare. Hanno un swing incredibile e il dono, orami raro, della sintesi. Visti i mezzi dell’epoca (il 78 giri consentiva solo 3 minuti di registrazione su un lato solo) ai musicisti non erano certo concesse improvvisazioni lunghe e anche i temi dovevano essere svolti in modo rapido e efficiente. Una nota fuori posto era una nota sprecata e con essa il tempo che occupava, quindi niente errori e soprattutto niente indecisioni, niente takes di riserva.
Il passato è tornato a perseguitarci? Forse sì, perché ascoltare questi musicisti ha dell’incredibile, sono la testimonianza degli ultimi bagliori di un epoca e di una società di illusioni che ancora sopravviveva alla Grande Depressione e che sarà definitivamente cancellata nel tritacarne della Seconda Guerra Mondiale e negli orrori del Nazismo.
Il passato è tornato a perseguitarci? Se è così allora adoro esserne perseguitato, queste musiche esprimono una freschezza e una creatività artistica fuori dal tempo, Django Reinhardt e Stephane Grappelly vivono nelle intensità e nelle altezze delle loro musiche, sono davvero eccezionali, il loro interplay è eccezionale e non di rado li si sente incitarsi durante l’esecuzione del brano.
Se credete che il jazz sia finito con Duke Ellington, questo cd è indispensabile.
Se credete che il jazz NONsia finito con Duke Ellington, questo cd è indispensabile.
Se non sapete cos’è il Jazz, questo cd è indispensabile.
Recensione Souvenirs di Django Reinhardt & Stephane Grappelly con The Quintet of the Hot Club of France, London, 1988
Creato il 10 giugno 2013 da Empedocle70Possono interessarti anche questi articoli :
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