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RECENSIONE: Spire di fuoco di Marta Palazzesi

Creato il 12 aprile 2015 da Bookland
Buona domenica e buona lettura!
Copertina Spire di fuoco Titolo: Spire di fuoco Autrice: Marta Palazzesi Pagine: 304 Prezzo e-book: 6,99 euro Prezzo cartaceo: 12,00 euro Editore: Giunti Saga: La casa dei demoni 3# 
Trama «Tu non conosci la paura» si è sentita dire tante volte dopo uno dei suoi gesti avventati. Ma adesso Thea, la giovane cacciatrice di demoni Azura, sa che non è così: la morte improvvisa di qualcuno a lei caro sta facendo vacillare la sua spavalderia. Soprattutto quando, durante una spedizione nel folto dei boschi rumeni, si trova di fronte un nuovo, insidioso nemico: le Vâle Nere, entità malefiche delle foreste. Ma le sfide non sono finite. Rientrata a Palazzo, Thea scopre che il padre Zarmayr se ne è andato senza spiegazioni, ossessionato da una sua personale crociata. Ormai la ragazza può contare soltanto sull’amore di Damian, ancora più forte dopo tante difficoltà. Eppure neanche lui potrà aiutarla quando si ritroverà nella torre nera di Vera Ruja, potentissima regina delle Vâle…  Uno scontro all’ultimo sangue per un finale che vi lascerà senza fiato.  La serie è composta da: 1-Il bacio della morte 2- Il sogno dell'incubo RECENSIONE: Spire di fuoco di Marta Palazzesi Per chi segue il blog se bene quanto io mi entusiasmi quando una trilogia/serie arriva a conclusione. Nel nostro paese non c’è mai la garanzia che vengano pubblicati tutti i volumi, ormai l’ho imparato a mie spese (e tasche soprattutto). Devo ammettere che questa è una delle motivazioni che mi ha condotta ad accantonare quasi completamente il genere young adult/fantasy. Però, per la conclusione di serie in corso c’è sempre spazio, anzi, precedenza! “Spie di fuoco” è il terzo volume della serie di Marta Palazzesi, una trilogia iniziata non molto tempo fa e che mi aveva piuttosto convinta, nonostante le molte similitudini trovate con la saga dell’Accademia dei vampiri di Richelle Mead. Questo terzo volume mi ha lasciata piuttosto interrogativa, non l’ho trovato malvagio ma sono rimasta un po’ spiazzata. Non vi scriverò altro perché, per forza di cose, dovrò lasciarmi andare a qualche spoiler.
****************spioler****************** Dopo che il piano di Arno è stato sventato, alla fine del secondo libro è stata resa parzialmente pubblica una verità scomoda: Serena non è figlia di Grigor ma di suo fratello, morto suicida anni addietro a causa dei suoi poteri che lo rendevano mentalmente instabile. Serena, saputa la notizia, impazzisce e, dopo poco, si suicida a sua volta. Il terzo libro inizia così con Thea che deve affrontare la morte della sua migliore amica e andare avanti. Durante una ricognizione, la protagonista incontra e libera degli strani bambini e si avvicina al mondo di strane creature femminili che determineranno il suo destino. In contemporanea il padre di Thea affronterà i demoni del suo passato, rivelandosi ai lettori.
Come ho già detto nell’introduzione, il libro mi ha piuttosto spiazzata perché ho trovato che molti avvenimenti avvengano alla velocità della luce lasciando tante cose in sospeso. Insieme a questo vengono presentati nuovi personaggi quasi completamente slegati dalla storia narrata fino a quel momento. Mi è parso, sin dalle prime pagine, di stare leggendo uno spin-off e non la conclusione della trilogia. La morte improvvisa di Serena, di cui non si racconta praticamente nulla e la reazione pacifica e riflessiva della protagonista mi hanno lasciata perplessa. Serena, un personaggio molto centrale nei primi due libri, viene spazzata via così, di punto in bianco, senza un apparente motivo. Personalmente, le mie aspettative su questo terzo libro erano molto incentrate su questo personaggio vista la conclusione de “Il sogno dell’incubo”: la sua morte ci sta tutta, ma non in questo modo, raccontata in poche pagine e ormai a conti fatti. Insomma, ho avuto l’impressione che il plot della storia fosse stato forzatamente focalizzato su altro lasciando indietro molti dei personaggi centrali dei precedenti libri. Shane, Came, Rayna e anche Damian sono come dei fantasmi e non hanno dei ruoli importanti, anzi, sembrano essere stati dimenticati. La relazione tra Thea e Damian non subisce alcuna modificazione e la protagonista, pur essendo comprensibilmente cambiata, sembra davvero un’altra: ha perso molto della sua autoironia e simpatia. Altra cosa che non ho pienamente capito è l’apparizione delle Iele e Vale mai nominate in precedenza. Questa parte, così come la storia del passato e delle avventure del padre di Thea, mi hanno dato decisamente l’impressione che il libro fosse uno spin-off. Devo dire che i capitoli dedicati al padre, figura enigmatica che non era stata approfondita, mi sono piaciuti: si è rivelato essere un bel personaggio. La conclusione è stata veloce ma comunque carina, molto in linea con il genere d’appartenenza dei romanzi. Tirando le somme il libro non mi è dispiaciuto ma mi ha lasciata un po’ così, non mi aspettavo questi forti cambiamenti e questa diversa focalizzazione dell’intreccio. Assegno comunque tre stelline anche se sono un po’ delusa.
Lya
 

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