Ps: ho cambiato font, va meglio?
Titolo: Storia di una ladra di libriAutrice: Markus ZusakEditore: FrassinelliPrezzo: 16,90 €Pagine: 563 Valutazione: quattro fiocchi di neveMi sono ritrovata qualche giorno fa a descriverlo in pochissime parole ad alcune mie amiche e, be', oggi ho in mente di fare proprio questo.
La storia è incentrata su Liesel Meminger, una bambina tedesca con un grande amore per le parole e i libri. Un libro nella neve, il giorno del funerale del fratellino, sarà il primo che salverà, poco prima di arrivare nella casa di Hans e Rosa Hubermann, la coppia che ha accettato di tenerla in affidamento.Grazie a Hans imparerà a leggere, e grazie a Rosa riuscirà a frequentare la maestosa e ricca biblioteca del sindaco di Molching, una cittadina nei pressi di Monaco. Da lì e dai roghi nazisti la piccola ruberà qualche libro, e condividerà col suo amico Max Vandenburg, un ebreo che verrà protetto nella cantina di casa Hubermann, grazie a Hans, debitore della vita al padre del giovane.
Vecchia cover (col vecchio titolo)
“Storia di una ladra di libri”èun libro intenso, ha donato una nuova sfaccettatura alla tragedia grazie agli occhi di Liesel, una ragazzina niente male per la sua età, dotata di istinto e intelletto.Il narratore (e questo è uno dei tratti che ho amato di più) è la Morte, che in quei periodi sovrasta la Germania. Ironica, sadica e irriverente, ha dato alla storia un quadro suggestivo e singolare. La storia è costruita bene, l'intreccio è elaborato, ma chiaro. L'unica cosa che mi ha fatto crucciare è stata la prematura morte di un personaggio che avrei voluto vedere fino alla fine -non faccio nomi e cognomi per evitare spoilers-. Il linguaggio è curato, con la presenza di parole e frasi in tedesco -poi tradotte-. Nello sfogliare il libro, si trovano a intervalli più o meno regolari delle piccole parti in grassetto, che "spezzano" la narrazione, spesso sono parole tedesche -che portano tutto a un livello di veridicità qualitativamente alto- o pensieri della Morte, talvolta descrizioni o ricordi.Per cui, consiglio fortemente questo libro, mi ha donato profonde emozioni e in 563 pagine tutto si sviluppa a dovere. Io di solito prendo in modo diverso i romanzi sull'Olocausto, per il semplice motivo che sono mere ricostruzioni, sulla base sì di ricerche, ma pur sempre storie inventate su uno sfondo storico-culturale reale, che rende il tutto quasi un romanzo storico. Oltre a queste mieChe ve ne pare?
Taylor.