Buon mercoledì a tutti! Oggi torniamo in Giappone in compagnia del più famoso tra gli investigatori di sempre. Sì proprio lui: Sherlock Holmes. No, un momento ma Sherlock non era inglese? E cosa ci fa laggiù nel Sol Levante? Questo sì che è davvero un giallo! A parte gli scherzi, questo romanzo di Dale Furutani mi è piaciuto un sacco e non poteva essere altrimenti. Elementare, Watson!
Titolo : Strane avventure di Sherlock Holmes in Giappone Autore : Dale Furutani Traduzione di Paola Mazzarelli Pagine : 256 Prezzo di copertina: 15.00 € cartaceo Casa editrice : Marcos y Marcos Genere : Giallo (acquistabile anche su Amazon)
Strani questi stranieri che si lavano poco, mangiano il loro dio per adorarlo e non sanno nascondere le emozioni. Più strano di tutti quest’uomo allampanato che il dottor Watanabe ha accolto in casa sua: si spaccia per un esploratore norvegese, ma ha l’accento inconfondibile di Londra e il desiderio febbrile di indagare. Anche una cittadina sonnacchiosa come Karuizawa ha la sua dose di sangue e disavventure, e a un medico, se è un buon medico, tutti chiedono consiglio. Voci sinistre nel buio che fanno impazzire un uomo, progetti navali trafugati, un missionario che precipita nel vuoto: per essere ospitale sino in fondo, il dottor Watanabe offre al suo ospite i misteri che approdano al suo ambulatorio.
Il fascino di Sherlock Holmes è indiscusso ma, quando un personaggio di questo tipo entra in contatto con un Paese altrettanto seducente, siamo di fronte ad un evidente successo. La voce narrante è quella del dottor Watanabe, medico di un piccolo villaggio giapponese di montagna, il quale si ritrova a dover dare alloggio ad un bizzarro esploratore norvegese, il signor Sigerson. Immediatamente ci si ritrova coinvolti in diverse vicende che tengono il lettore saldamente incollato al libro. I pregiudizi giapponesi nei confronti di quello straniero, così distante dai canoni di precisione nipponici, si attenuano man mano che Sigerson-san entra in contatto con la realtà di quel luogo lontano anni luce dall’Europa.
“Era il gaijin più insolito che avessi mai incontrato. In poche parole era la più esotica di tutte le novità: un henna gaijin che mi incuriosiva molto“
In questo modo quell’henna gaijin (lo straniero bizzarro) diventa un motivo di richiamo per tutto il villaggio ed è così che iniziano ad emergere degli interessanti casi da risolvere. Dal caso delle tre scimmiette, all’avventura del maneki neko, passando per antichi demoni da zittire, fino al caso del barattolo di cetrioli rubati. La stravaganza e la singolarità degli avvenimenti che si susseguono rendono la lettura avvincente e simpatica al tempo stesso.
Se il vero alter ago di Sherlock Holmes è il dottor Watson, qui il suo braccio destro diventa il dottor Watanabe il quale, con proverbiale eleganza e discrezione, cerca di rendersi utile con il suo ospite facendo da interprete della lingua e della cultura giapponese. Il signor Sigerson, attraverso le sue, eccentriche ma affidabili, investigazioni criminali, riesce a guadagnarsi la stima di tutti. Le sue ineguagliabili capacità deduttive finiscono per stupire anche il suo sensei, il dottor Watanabe, inevitabilmente coinvolto in tutte le sue peripezie.
Ciascun capitolo inizia con un haiku, un brevissimo componimento di tre versi, il quale offre al lettore un rapito e poetico preambolo sulla storia che andrà a leggere.
Dale Furutani, scrittore americano dalle origini nipponiche, è stato abile nel coniugare gli aspetti tradizionali della cultura giapponese con gli ingredienti tipici del genere mystery. Ne deriva così un romanzo dall’ intrigo raffinato e dal sapore speziato. Un bouquet di suspense ed ironia allieta la lettura di un romanzo insolito e dai toni garbati.
Durante la lettura, il giallo si intensifica e ci si domanda: Chi è davvero il signor Sigerson? Si tratta davvero di un esploratore norvegese oppure si tratta di un altro personaggio, probabilmente sotto copertura?
“Ormai lo avevo visto più volte alle prese con la scena del delitto ed era evidente che quell’attività lo appassionava“
Dale Furutani
Episodio dopo episodio i due protagonisti finiranno per legarsi l’un l’altro e si aiuteranno a vicenda per risolvere antiche ferite non ancora rimarginate. È impossibile non appassionarsi a questi racconti, cercando di collegare tutti gli elementi e provando a trarre qualche conclusione prima che il nostro Sherlock Holmes emetta la propria sentenza sul caso, chiudendo l’indagine con poche parole ed una boccata di pipa.
L’esaltazione della bellezza paesaggistica del Giappone, scorci di una cultura feconda di tradizioni millenarie, fanno da cornice a storie che di elementare hanno ben poco, ma che risultano semplicissime per quella mente geniale e diabolica di Sherlock-san.
“Sigerson-san non fece commenti, né mostrò alcuna reazione di fronte a quegli sviluppi imprevedibili. Ma forse erano imprevedibili solo per me. Evidentemente lui aveva capito che cosa sarebbe successo.“
Questo autore mi ha davvero conquistata e sicuramente leggerò anche altri suoi romanzi, ad esempio “Agguato all’incrocio“, “Vendetta al palazzo di giada” e “A morte lo Shogun“, i quali fanno parte di una trilogia tutta ambientata naturalmente in Giappone.
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