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Recensione: Suburra

Creato il 18 ottobre 2015 da Mattiabertaina

SuburraGenere: Drammatico

Regia: Stefano Sollima

Cast: Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Greta Scarano

Durata: 130 min.

Distribuzione: 01 Distribution

Roma. 2011. Filippo Malgradi, un politico appartenente alla maggioranza di governo, svolge la sua tipica attività da parlamentare. Quando il sole tramonta, si reca nel solito hotel della Capitale per soddisfare i suoi vizi più proibiti: droga e prostituzione. Sebastiano, uno dei gestori di feste più influenti della città, ritrova suo padre dopo molto tempo, incontro che cambierà notevolmente la sua vita, a causa degli ingenti debiti che quest’ultimo ha accumulato nei confronti di Manfredi Anacleto, il boss di uno dei clan di zingari che comandano alcuni quartieri di Roma. Numero 8, esponente di spicco della criminalità di Ostia, è un uomo d’istinto, che desidera con tutto se stesso di conquistare il territorio della città assieme alla sua ragazza Viola, tanto da preferire più la mano ferma rispetto alla testa. Tre storie apparentemente distanti, ma intrecciate dalla presenza “mediata” di Samurai, uno degli ultimi della banda della Magliana che nel tempo ha guadagnato rispetto e una reputazione di ferro da tutte le associazioni criminali, a tal punto  di avere in cantiere uno dei progetti più redditizi sul suolo balneare in grado di accontentare tutti, nessuno escluso.

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Che Stefano Sollima sia uno dei più talentuosi registi italiani, lo dimostrano i fatti. Con  le serie tv Gomorra e Romanzo Criminale, l’autore non si è mai tirato indietro nel raccontare certe realtà nelle maggiori città italiane. Suburra rappresenta il capitolo conclusivo sulla Capitale romana, descrivendo gli eventi successivi alla dissoluzione del potere della Banda della Magliana, unica protagonista nella scena criminale negli anni ’70. Ora le cose sono completamente cambiate. Non c’è un potere superiore in grado di controllare tutti gli altri, ma è avvenuta una vera e propria spartizione del territorio romano, dove ognuno governa incontrastato il proprio quartiere. La domanda sorge spontanea. Che cos’hanno in comune la vita di un parlamentare, di un organizzatore di feste e di un criminale? Il desiderio di possesso e di potere. Ognuno cerca di portare acqua al suo mulino, con ogni mezzo a disposizione, da quelle legali, come la legge sulle periferie, a quelle illegali, come la vendetta sull’altro. Sollima mostra una Roma diversa da quella che spesso si conosce, una città oscura, ingrata, impotente rispetto a quello che succede. E lo fa con un cast che riesce a dare spessore ai personaggi, dal grandissimo Pierfrancesco Favino (già protagonista in A.C.A.B, il presedente lavoro del regista romano) alla “faccia d’angelo” Elio Germano, passando per Alessandro Borghi, presente in un altro film simile per tematica come il recente Non essere cattivo di Claudio Caligari, e Greta Scarano, la giovane attrice recentemente apparsa sugli schermi con Senza Nessuna Pietà. Il risultato è inequivocabile: un film che racconta l’Apocalisse di una metropoli in perenne declino, dove nessuno è innocente di fronte a questo disastro annunciato.

Voto: 3,5 su 5

Il trailer


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