Fonte: www.sardegnareporter.it
Il quotidiano online SardegnaReporter, pubblica la recensione critica di Stefano Fogliardi sul concerto che ho tenuto a Firenze il 6 Giugno 2014.
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La recensione integrale di Stefano Fogliardi
La recensione integrale di Stefano Fogliardi
Porqueddu, messaggero di entusiasmante contemporaneità
di Stefano Fogliardi
“FIRENZE – Entusiasmare la platea con un programma interamente contemporaneo al di fuori dei festival riservati a nicchie specialistiche non è cosa facile. Questa titanica sfida, lanciata al pubblico fiorentino dal chitarrista Cristiano Porqueddu, ha colpito nel segno, venerdì 6 giugno scorso, nella splendida cornice della Chiesa duecentesca di S. Lorenzo sulla collina ripolese di Firenze, per il terzo appuntamento della Stagione di Primavera. Dopo lo splendido successo del duo formato dal violoncellista Marco Dalsass col cembalista Manuel Tomadin (“Viaggio nell’Italia barocca”) e quello del duo violino-pianoforte Dejan Bogdanovic-Gabriele Vianello, gli Amici di Vicchio di Rimaggio hanno collezionato un’altra grande serata, stavolta con la soddisfazione di aver osato programmare l’intera locandina con musiche del ventesimo e ventunesimo secolo. Il merito principale, naturalmente, va riconosciuto al chitarrista sardo Cristiano Porqueddu, effettivamente considerato dalla critica internazionale “un punto di riferimento per la nuova generazione di chitarristi” e sicuramente accreditato fra le figure di maggior spicco, anche per quanto riguarda la recente ed attuale produzione discografica per lo strumento a sei corde, basti pensare alle sue due release discografiche del 2014: la prima in gennaio (Angelo Gilardino: 3 Concertos for Guitar and Orchestra), la seconda da luglio con cinque volumi contenenti 19 sonate per chitarra del XX e XXI secolo.
Impegnato per l’occasione fiorentina nel repertorio contemporaneo di Franco Cavallone, Alfredo Franco, Angelo Gilardino e Juan Manèn, Porqueddu si può definire – oltre che uno specialista – un autentico ed appassionato divulgatore della musica d’oggi. La scommessa di poter incontrare anche il gusto del pubblico che non conosce, o ancora non apprezza il linguaggio contemporaneo, è stata giocata da Cristiano Porqueddu con una sapiente regia interpretativa, capace di alternare tensione e distensione, virtuosismo e lirismo, compiaciuta ironia e profonda malinconia.
Così, nell’apertura della serata dedicata alla Sonata I di Cavallone, i registri di una tavolozza emotiva filtrata dal piacere dei rimandi citazionistici (Ponce e Ravel) permettevano agli ascoltatori di abbandonarsi ad un sound confortevole, non privo di sorprese, sempre garbatamente sottolineate dal raffinato chitarrista sardo. Di foggia marcatamente legata alle peculiarità idiomatiche dello strumento a sei corde apparivano i 3 Preludi e Novembrina di Alfredo Franco, opere valorizzate da Porqueddu, grazie alla magia di una ricerca timbrica e dinamica stupefacente. A concludere la prima parte della serata erano Tropicale, Burlesca, Tombeau e Ventanas (da 20 Studi facili) di Angelo Gilardino e, ancora una volta, l’attenzione di Porqueddu nel dare significato ad ogni nota, rendeva queste pagine in ogni momento interessanti e coinvolgenti. Concludevano il programma la Fantasia-Sonata op. A=22 di Juan Manen e una scelta di sei Studi di virtuosità e trascendenza di Gilardino, entrambi offerti da Porqueddu con quella particolare disinvolta chiarezza e semplicità che appartiene solo ai grandi virtuosi, in grado di affrontare le prove strumentali più impegnative con totale assoluto dominio, sempre finalizzando i risultati sonori – anche più strepitosi – alle ragioni comunicative e simboliche dell’intrinseco valore semantico. Alla calorosa ovazione del pubblico entusiasta, Porqueddu rispondeva generosamente, offrendo ancora due bis.”