Nell'editoria c'è sempre quel libro di cui si parla un po' ovunque in quel determinato momento, che tutti hanno sulla punta della lingua, che tutti citano almeno una volta sul proprio profilo Facebook/Twitter/Instagram e chi più ne ha, più ne metta. C'è sempre, e puntualmente molti finiscono per leggerlo sul serio. Nel caso di Talon, tra quei "molti" ci sono finita anche io durante la sua pubblicazione italiana a Ottobre, gustandomi con l'occasione una nuova avventura descritta da Julie Kagawa, già autrice di romanzi che ho amato come tutta la trilogia delle Regole di Sangue (recensione qui!). Talon è una storia che aspettavo di leggere da un po', con preamboli che mi avevano seriamente incuriosita. Parliamo dell'Ordine di San Giorgio e i draghi, parliamo di draghi dall'aspetto umano e un cacciatore che gli sta alle costole - tutti elementi che preannunciano una storia coinvolgente e piena d'azione, elementi che però, in questo caso, sono stati un po' fuorvianti. Ember e Garrett sono i nostri protagonisti. Nello specifico, il romanzo è narrato da entrambi i loro punti di vista, che si alternano per mostrare più angolazioni di una guerra secolare che va avanti tra le due fazioni. Ember, infatti, è un drago con sembianze umane, mentre Garrett è un cacciatore di draghi, incaricato dall'Ordine di San Giorgio di trovare il giovane drago e ucciderlo... senza però la certezza che questo sia Ember. Inizia tra loro, quindi, una danza di incertezze e attrazione che si protende lungo l'intero romanzo, lasciando il lettore in balia della curiosità costante derivante dalla domanda più grande: cosa andrà storto? I presupposti ci sono, lo ammetto. Ci sono così come la scrittura della Kagawa, sempre in linea con i suoi romanzi e accompagnata in questo caso da un'ottima traduzione a opera di Roberta Maresca. Eppure Talon non è stato capace di coinvolgermi come i precedenti libri dell'autrice, di lasciarmi con il fiato sospeso e il bisogno di averne ancora. Mi è piaciuto, certo... ho anche ritrovato l'intreccio che nei romanzi della Kagawa non manca mai, ben pensato, ma purtroppo è mancata la profonda caratterizzazione e il senso di "drammaticità" che solitamente permea i lavori di questa scrittrice, rendendo quindi Talon una storia carina, ma di poco impatto, con però molti margini di miglioramento nei suoi seguiti. Nell'attesa dunque della pubblicazione del sequel in Italia (che sarà targato ufficialmente HarperCollins!), consiglio questo romanzo a chi non abbia troppe pretese e desideri una storia incentrata sul mondo dei draghi. Consigliato anche a chi abbia letto la trilogia Firelight, di Sophie Jordan (edita Piemme Freeway), e voglia leggere qualcosa di simile, ma con un intreccio più complesso.
3 stelline su 5
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Talon (Versione italiana)