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[Recensione] The Babadook (di Jennifer Kent, 2014)

Creato il 17 novembre 2014 da Frank_romantico @Combinazione_C
[Recensione] The Babadook (di Jennifer Kent, 2014)
Probabilmente l'horror cinematografico è a un bivio. Probabilmente, ma è più che altro una mia idea personale, il cinema horror ha trovato un muro di fronte che ora sta provando a raggirare puntando su un ritorno al passato, all'introspezione. Al dramma, in certi casi. Praticamente il rifiuto dello spavento fine a se stesso e la riproposizione di stilemi più "classici" tanto da un punto di vista tecnico quanto da quello narrativo. Cicli, ritorni storici, ne ho già parlato abbondantemente ed è inutile rimanere qui ad ammorbarvi con le mie idee anche perché, se questo tentativo avrà successo, potrà dircelo solo il tempo. 
E intanto, dall'Australia, dopo una marea di rinvii e aspettative, ecco arrivare The Babadook di Jennifer Kent.
Ecco, Jennifer Kent. Un'australiana che ci ha provato come attrice senza mai riuscirci e che nel 2005 scrisse e diresse un corto intitolato Monster, attirandosi le attenzioni di una casa di produzione locale che spinse poi per un lungometraggio, il primo nella carriera dell'attrice, che ha visto la luce solo in tempi recentissimi. Una pellicola da 93 minuti tirata via da un corto di 10 che, stranamente, non risente della dilatazione di una storia derivativa (come lo stesso film) ed anzi avrebbe richiesto persino più tempo per essere sviluppata a dovere. Questo perché penso che The Babadook abbia avuto il potenziale per diventare il miglio film della stagione ma non abbia saputo esprimerlo. E dico questo andando controcorrente: tutti, chi più chi meno, hanno trovato in The Babadook il riferimento per gli horror a venire.
[Recensione] The Babadook (di Jennifer Kent, 2014)
La storia è classica: Amelia è vedova e vive assieme a suo figlio di sei anni Samuel. Amelia è sola, Amelia è stanca perché deve badare a se stessa e al suo bambino, continuamente bisognoso di cure e vittima del trauma che ha coinvolto i suoi genitori. Un giorno Amelia trova un libro: Mr. Babadook. Un volume illustrato per bambini, la filastrocca su di un mostro che, come fosse stato invocato, comincia a perseguitare la donna sull'orlo di una crisi di nervi. Ma sarà vero o solo il frutto della fragile psiche di Amelia?
LA RECENSIONE PUO' CONTENERE SPOILER
The Babadook è un horror dall'inconfondibile tocco femminile. Ancora meglio: The Babadook non è un horror e sin dalle prime scene vira nel thriller sovrannaturale dalle sfumature psicologiche. Perché l'orrore, in questo film, non viene mai mostrato bensì suggerito, guardato dal punto di vista di Amelia e costantemente a metà strada tra il sogno surreale e il dramma familiare.  Attraverso suggestioni polanskiane (L'Inquilino del Terzo piano, Repulsion) la Kent costruisce un castello di ansie e paure che la protagonista si troverà costantemente ad affrontare con il rischio di andare in frantumi. Perché la vita è difficile, il mondo è cattivo e una donna può rimanere vedova nel momento stesso in cui da alla luce un figlio. E allora la quotidianità diventa un inferno, le sicurezze lasciano spazio ai dubbi e i mostri che abbiamo chiuso a chiave nell'armadio rischiano di venire fuori all'improvviso trasformandoti in quello che non sei ma potresti essere. 
La forza di The Babadook sta proprio qui, nel suggerire attraverso immagini, riferimenti, citazioni (quelle di Mario Bava su tutte) il collasso di una mente usando il tema del mostro (o meglio, del bau bau) come metafora. Per questo il babadook, durante tutto il film, aleggia come uno spettro ma evita di rivelarsi apertamente, tratteggiato attraverso disegni pastello e la raffigurazione (incubesca) burtoniana. E fin qui tutto bene, anzi, fin qui meglio di così non poteva andare: lo spettatore si appassiona, si stranisce, il film si dimostra disturbante e si arriva a mettere in dubbio quel che si sta vedendo, sospeso com'è tra fantasia e realtà, sogno/incubo e quotidianità. Finché qualcosa non cambia e la pellicola prende una nuova piega.
[Recensione] The Babadook (di Jennifer Kent, 2014)
"Cause if it's in a word, or if it's in a book you can't get rid of the Babadook"
Mi sono accostato a The Babadook pensando si trattasse di un film che facesse paura. Era quello che avevo letto in giro, era ciò che mi aspettavo. Ma per almeno 2/3 di pellicola, al di là di qualche sporadico spavento, di paura neanche l'ombra. Ansia, forse, trasmessa dalla sgradevolezza di personaggi principali (interpretati da Essie Davis e il giovane Noah Wieseman) ottimamente tratteggiati e da una fotografia plumbea. Poi però, ad un certo punto, il film cambia. L'uomo nero fino a quel momento rimasto sullo sfondo, spauracchio tratteggiato con accuratezza e demone interiore, viene fuori e mostra il proprio potere sovrannaturale. Per come la vedo io non ce n'era bisogno. Per come la vedo io l'horror alla The Conjuring non centrava nulla con questo film. Quando però il babadook arriva e si fa palese infrangendo gli argini della metafora, qualcosa comincia a stonare. E parlo proprio della rappresentazione dello stesso, tra effetti alla poltergeist e possessioni demoniache. Quasi bisognasse dare un contentino a chi si aspettava il classico film "di paura". Un mix di sballottolamenti, oggetti che cadono, persone trascinate via da forze invisibili. E urla. Tante urla. Una sterzata innaturale che si affievolisce in un finale affrettato. E' quasi ovvio che l'intento della Kent fosse rappresentare il male con cui si deve convivere per forza di cose, perché ce lo portiamo addosso. Quel male che può essere chiuso in cantina, a cui dare da mangiare, da tenere a bada e magari, un giorno, da dare in eredità a qualcun altro. Eppure una cosa del genere, una tale presa di coscienza, a me è parsa forzata. Perché, svelata la natura del babadook, non si poteva (secondo me) liberarsene in un attimo. E invece è quello che succede nel film. Il male che, nella propria dolorosa ciclicità, viene addomesticato: l'opposto di quel che succede in Shining, solo per citare un altro influsso ovvio. 
[Recensione] The Babadook (di Jennifer Kent, 2014)
Forse sono io che chiedo troppo (tipo, il libro Mr. Babadook è una delle cose più belle mai viste, ne vorrei una copia). Forse non ho compreso la portata stessa dell'opera. Eppure credo che The Babadook sia un film incompleto che perde la bussola. Avrei voluto si osasse di più. Certamente un buon film, tecnicamente ineccepibile, sopra la media. Ma per me non è ancora abbastanza. 
[Recensione] The Babadook (di Jennifer Kent, 2014)

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