Sembra davvero impossibile tornare con i piedi per terra e recensire un altro film dopo il mezzo capolavoro (l'ennesimo) di Christopher Nolan, si parla ovviamente di Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno, ma purtroppo devo passare ad una nuova recensione e per l'occasione ho scelto The Bourne Legacy, quarto capitolo della saga cinematografica legata al romanzo di Robert Ludlum.
Nella prima trilogia il protagonista principale era l'agente "smemorato" Jason Bourne interpretato da Matt Damon, l'agente nei primi tre capitoli lotta contro il tempo, ma soprattutto contro la CIA essendo egli la prova vivente di esperimenti fatti sull'uomo per aumentare la forza fisica e quella mentale.
In questo quarto capitolo abbiamo un nuovo protagonista, l'onnipresente Jeremy Renner veste infatti i panni di un nuovo agente anch'egli sottoposto agli esperimenti della CIA denominati Treadstone, egli dovrà scoprire il motivo della caccia all'uomo diretta dalla CIA contro tutti gli agenti dell'esperimento in questione.
Alla regia per la prima volta c'è Tony Gilroy, uno che conosce benissimo l'universo Bourne avendone scritto le sceneggiature per l'intera trilogia precedente, Matt Damon come detto non è stato sostituito, ma momentaneamente messo da parte per iniziare a raccontare la storia di Aaron Cross, un altro agente coinvolto negli esperimenti.
Gilroy riesce ad imprimere la sua linea guida senza problemi, nonostante si tratti di un nuovo protagonista, il tutto è estremamente collegato, i riferimenti agli accadimenti della trilogia precedente sono ben costruiti in modo da trasformare The Bourne Legacy più che in sequel, in uno spin-off di qualità.
In tutta la trilogia di Bourne i punti fondamentali di forza erano l'azione e un affascinante intrigo internazionale che lega l'agente al mondo dello spionaggio, Gilroy a questi elementi aggiunge un personaggio che più che cercare di fermare i piani della CIA cerca di mettersi in salvo, al contrario Bourne sembrava costretto a puntare dritto al cuore di Treadstone per affrontare il suo passato.
In The Bourne Legacy nuovi segreti e nuovi esperimenti sono stati scoperti, Jason Bourne si scopre non essere il solo, ma soltanto la punta dell'iceberg, obiettivamente era un'impresa ardua non entrare in un campo minato per il regista, la trama è divenuta troppo intricata e difficilmente intuibile per lo spettatore che soffre spesso di dubbi nonostante la conoscenza dei primi tre capitoli.
Insomma se da un lato Gilroy è riuscito nell'intento di realizzare un buon spin-off dall'altro ha rischiato seriamente di mettere troppa confusione nella mente dello spettatore, molte infatti le facce un pò stralunate in sala durante la visione.
Il cast è stato uno dei punti cardine di The Bourne Legacy, il protagonista Jeremy Renner non ha fatto minimamente rimpiangere l'assente Matt Damon (a mio parere sopravvalutato) , egli oramai è divenuto uno dei più grandi e richiesti interpreti del genere action.Jeremy gode finalmente del ruolo di protagonista assoluto, dopo il film che lo ha lanciato (The Hurt Locker) si era limitato ad interpretare spalle di lusso, in Mission: Impossible - Protocollo Fantasma la fa a Tom Cruise, in The Avengers il suo personaggio (Occhio di Falco) è più volte secondario, in The Bourne Legacy tutto è sulle sue spalle ed esse sono veramente potenti, porta avanti l'azione come se fosse realmente nato per questo personaggio.
Il cattivo di turno è interpretato da uno spietato Edward Norton, quasi sempre abituati a vederlo come colui che sta dalla parte del bene in questo film deve calarsi in un oscuro personaggio dei servizi segreti chiamato a risolvere la crisi interna alla CIA, ottimo il suo apporto che da al suo personaggio una patina di drammaticità mista ad un carisma d'altri tempi.
Il personaggio femminile è interpretato da un premio oscar come Rachel Weisz e questo la dice lunga sulla grandezza del progetto Bourne, nella prima trilogia infatti l'interesse femminile non era mai stato legato ad una grande attrice, indice questo di grande maturità nel nuovo capitolo.
La Weisz ha dato il suo contributo interpretando un personaggio spaventato dagli avvenimenti, ma allo stesso tempo anche pronto a rischiare la sua vita per salvare quella di Cross, ottima la sua interpretazione che avrebbe a mio avviso potuto avere più peso con un personaggio più coinvolto.
Se parliamo del franchise legato a Bourne non si può non parlare anche brevemente dell'aspetto adrenalico della storia, l'azione è da sempre il marchio di fabbrica e per questo c'è da sottolineare la continuità nel progetto da parte di Gilroy e company.
Inseguimenti mozzafiato, combattimenti corpo a corpo ed incredibili esplosioni continuano ad essere di ottimo livello, ciò che un pò tradisce è l'incredibile abilità di Aaron Cross (Jeremy Renner) a svolgere azioni più da supereroe che da uomo "potenziato geneticamente" , sembra di vedere per certi aspetti una versione minore di Captain America, sinceramente qui si è esagerato, bello a vedere, ma non a commentare.In conclusione posso dire che l'esperimento della Universal di cambiare completamente strada con regista e protagonista nuovo sia riuscito anche se non senza difetti, la presenza di Gilroy alla cabina di regia ha dato continuità, ma forse un pò di confusione, il cast di qualità ha dato una marcia in più celando alcuni difetti altrimenti troppo visibili.
The Bourne Legacy è un ottimo trampolino di lancio per un franchise che potrebbe a breve aprire un nuovo percorso sempre più grande ed intrigato, questo quarto capitolo dovrà servire alla produzione per riuscire a non fare il passo più lungo della gamba riuscendo così a realizzare lo spy-action per eccellenza, The Bourne Legacy promosso, ma con riserva.
Frenck Coppola