Ps. Mi devo decidere ad inaugurare una rubrica dedicata alle recensioni cinematografiche! Ho l'impressione che, visti i titoli bellissimi di quest'anno, ne scriverò moltissime da Gennaio in poi :) Niente è più potente dell'animo umano.
La commovente rievocazione di una delle tragedie più grandi del nostro tempo: lo tsunami che, con la sua potenza distruttiva, colpì lo Sri Lanka il 26 Dicembre del 2004. Interpretata da Naomi Watts (The Ring) e Ewan McGregor (Moulin Rouge), la pellicola racconta l'incredibile ed emozionante storia vera di una famiglia che visse in prima persona l'orrore e la devastazione del disastro, ma che, miracolosamente, riuscì a ritrovarsi e sopravvivere. A raccontarcela.
Maria ed Henry, coniugi sulla soglia dei quarant'anni, decidono di trascorrere le feste con i loro tre bambini in un lussuoso resort sulla costa tailandese. Un Paradiso in terra. Dopo tanti anni di matrimonio, si amano ancora, e i piccoli Lucas, Thomas e Simon sono la gioia dei loro occhi mai stanchi. Hanno passato il Natale in spiaggia, con le maniche corte, un pallone da calciare sul bagnasciuga, tuffi nell'acqua più limpida e rinfrescante di questo mondo e il sole ad arrossare i loro volti delicati e pallidi. Hanno salutato il nuovo giorno guardando una flotta volante di lanterne cinesi solcare poeticamente e silenziosamente il cielo notturno. Ma nessuno poteva prepararli al peggio. All'inevitabile. All'impossibile. Il giorno successivo, mentre noi, forse, stavamo facendo gli auguri a tutti gli Stefano della nostra rubrica telefonica, loro, sempre vicini e sorridenti, sono a bordo piscina. Maria, lontana dalle chiacchiere, immersa nella lettura di un libro; Henry ed i bambini alle prese con tuffi acrobatici e giochi interminabili.Improvvisamente, il silenzio. Il loro sangue si gela nelle vene, assieme a quello dell'inerme e tremante spettatore. Le palme rigogliose cadono come tessere di domino, i vetri si infrangono, i palazzi crollano. Loro sono inghiottiti dalle onde e dal fango. L'acqua li allontana, li tira a fondo, nasconde nella spuma sporca e gelida tremendi pericoli. Lamiere che lacerano, macchine che diventano scatole mortali, rami e foglie che graffiano, grattano e imprigionano. La gente del posto non era preparata a quella catastrofe e, nel profondo, non lo è nemmeno lo spettatore, che, tuttavia, ne ha sentito parlare per la prima volta ai telegiornali quasi dieci anni fa.
Dopo l'indimenticabile The Orphanage, l'unico film horror in grado perfino di commuovermi, ci prova Juan Antonio Bayona, avvalendosi di effetti speciali inquietantemente verisimili e di un cast formidabile.Il suo film, lontano dalla spettacolarizzazione del dolore e dei drammi umani, è una forza della natura. Spaventoso, forte, indistruttibile come l'anima del mondo e degli uomini. E' pelle d'oca, dal primo fotogramma all'ultimo nome dei titoli di coda. Magnifico e struggente, risulta costellato di momenti preziosi e pieni di familiarità, che lubrificano i nostri occhi e i nostri cuori oltre ogni aspettativa. Ewan McGregor è un papà che, suo malgrado, non può più essere il cardine della sua adorata famiglia. I suoi figli lo vogliono forte e impavido, ma davanti alla catastrofe non può fare altro che piangere e tentare. Da impegnato uomo d'affari, a più piccolo degli uomini. Maria, sua moglie, lontana miglia e miglia da lui, è aggrappata al tronco di un albero assieme a Lucas, il suo primogenito.Lui, interpretato dal bravissimo Tom Holland, è solo un bambino che, sulla soglia dell'adolescenza, gioca a sentirsi grande. Non le dice “ti voglio bene” da anni, sfugge ai suoi baci e dalle sue carezze, si ribella. Ma, attaccato a quella zattera di fortuna, sarà gli occhi, le braccia e le gambe della sua mamma. La sua unica forza.