Tom Arnold, Jessica Lundy, Bug Hall e Alex McKenna sono una scatenata famiglia di simpatici idioti in The Stupids, sottovalutata commedia demenziale firmata nel 1996 dal grande John Landis.
Joan e Stanley Stupid sono una felice coppia di idioti che vive insieme ai due figli piccoli. I coniugi sono convinti che qualcuno rubi loro la spazzatura: ogni mattina infatti i bidoni davanti alla loro casa sono vuoti. Stanley decide così di appostarsi una notte e di seguire il camion della spazzatura. Preoccupati dall'assenza del padre, i bambini Buster e Petunia decidono di mettersi sulle sue tracce, lasciando un erroneo messaggio alla madre con scritto "la polizia ha rapito i tuoi figli"; la donna ritiene così che le forze dell'ordine abbiano rapito la sua prole. Nel frattempo Stanley finisce invischiato in un complotto ordito da militari corrotti che hanno intenzione di vendere un cospicuo arsenale ad un gruppo di terroristi. La famiglia si riunirà per mettere fine alla minaccia, ignorandone la reale portata e convinta che dietro a tutto via sia il misterioso Mr. Sender, un anziano signore che brucia tutte le lettere recapitategli.
Ridi che ti passa
Mai titolo è stato più adatto ad una narrazione così demenziale. Attenzione però, perché The Stupids a dispetto delle aspettative non è un'altra stupida commedia americana, e non a caso è stata incompresa dal pubblico e dalla critica d'Oltreoceano. D'altronde in cabina di regia sedeva un vecchio volpone come John Landis, uno che con la comicità è sempre andato a braccetto rivoluzionando il filone con cult come Animal House (1978) e The Blues Brothers (1980). In quest'occasione il cineasta statunitense ha deciso di trasportare su grande schermo le disavventure dell'idiota famiglia protagonista della serie di libri scritta da Harry Allard, trovando nella spiccata demenzialità della fonte originaria il miglior modo per esprimere il suo cinema libero e anticonformista. Perché qui la verve comica / parodistica viene sfruttata con un'intelligenza lucida e rapace, in grado di cogliere le sfumature parodiche e critiche verso una certa american way of life, raggiungendo veri apici di cinica e sottile cattiveria nel lungo spezzone ambientato all'emittente televisiva, con un pubblico ebete che scatta ad applaudire solo perché spinto dal relativo cartello luminoso, mosso inconsapevolmente dal personaggio di Joan. Ma tutti i novanta minuti di visione sono pervasi di gag irresistibili, dalla sequenza all'osservatorio e al relativo incontro con un fittizio creatore sino al salto nella preistoria al museo naturale, con la spiccata stupidità dell'allegra famigliola a dar vita a situazioni e battute, non sempre facilmente adattabili nel doppiaggio italiano, figlie di un trash sublime. La sensazione di trovarci davanti ad un cartone animato è ben espressa dalla caratterizzazione visiva, con i protagonisti che sembrano fuoriuscire da un fumetto degli anni '50 (con tanto di animali di compagnia, più intelligenti dei loro padroni, realizzati in claymation) e da virate pseudo-action nella parte finale degne di un'ispirata follia fanciullesca. A completare la riuscita dell'operazione le ottime performance del cast, dagli scatenati Tom Arnold e Jessica Lundy (senza dimenticare i piccoli birbantelli di Bug Hall e Alex McKenna) sino alle partecipazioni / camei d'eccellenza di Christopher Lee e Jenny McCarthy e di colleghi registi del calibro di David Cronenberg, Atom Egoyan, Norman Jewison, Costa Gravas, Gillo Pontecorvo e Robert Wise.
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