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Recensione The Whispering Star

Creato il 25 ottobre 2015 da Lightman
    Recensione The Whispering Star

Roma 2015

The Whispering Star: il regista giapponese Sion Sono firma un viaggio intergalattico ai confini dell'umanità e nei meandri di ciò che resta del valore umano del ricordo e della 'materialità' delle cose.

Recensione The Whispering Star

L'androide Machine ID 722 Yoko Suzuki vive su una casa 'galleggiante' nello spazio e lavora come 'postina' intergalattica, spostandosi da un sistema solare all'altro per consegnare alcuni oggetti-ricordo ai pochi umani ancora esistenti, sparpagliati nei mondi e sopravvissuti a un futuro post apocalittico che sembra aver fatto quasi piazza pulita dell'esistenza umana. Per spostarsi, Yoko Suzuki utilizza il teletrasporto, interrogandosi senza sosta sul motivo per cui gli umani siano ancora così legati all'idea di ricevere i pacchi piuttosto che cercare loro stessi di andare a recuperarli. Il senso di attaccamento all'idea della spedizione, ma anche agli stessi beni materiali, sono concetti che l'androide non riesce a comprendere del tutto, mentre svolge il suo compito in una scansione temporale sfasata, che segue da un lato la lentezza del tempo spaziale (secondo cui Yoko rimarrà giovane a vita) e dall'altro la velocità relativa del tempo terreno (che invece corre mutando le esistenze in anziani). Il suo viaggio attraverso i vari pianeti del sistema solare attraverserà poi anche (The) Whispering Star, pianeta dove vivono esclusivamente umani, per i quali un rumore superiore ai 30 decibel potrebbe essere fatale. L'androide Yoko Suzuki dovrà dunque portare a termine la missione cercando di non generare più rumore di un sussurro.

Sussurri intergalattici

Recensione The Whispering Star

Il pluripremiato regista giapponese Sion Sono ( Himizu, The Land of Hope) racconta con The Whispering Star (titolo originale Hiso Hiso Boshi) la realtà di un mondo post-apocalittico in cui gli androidi sono destinati, col tempo, a sopravvivere agli umani. La protagonista Yoko Suzuki attraversa con il suo lavoro queste lande umane desolate, dove dell'umanità non sono rimasti altro che ombre e tracce di un passato oramai andato. Ma il tempo che la ragazza impiega per effettuare le consegne non è che un ulteriore elemento dello scollamento esistente tra la realtà terrena e quella spaziale. Ogni azione compiuta dalla ragazza rispecchia infatti una temporalità particolare, mentre viene effettuata con una programmatica attenzione, una precisione maniacale, quella stessa meticolosità che differenzia l'operato dell'androide da quello dell'umano. Dalla pulizia dell'astronave all'infusione del tè, fino al gocciolio di un rubinetto, tutto nella dimensione spazio temporale di Yoko ha un 'peso ponderale' particolare, esemplare. Il suo compito di tracciare una parabola di ricordi dell'umanità consegnando i pacchi ai loro rispettivi destinatari, è narrato dal regista Son Sono con straordinaria cura dell'aspetto visivo, a tratti una realtà quasi fiabesca di una Piccola Principessa androide, assegnando a ogni singola inquadratura un peso specifico estremo, come quell'ultima camminata e in puntai di piedi su Whispering Star e tra i corridoi di un'umanità ormai ridotta a ombre cinesi, priva di una vera fisionomia. Un film visivamente avvolgente che incontra però il limite concettuale di una sovrastruttura a simbolismi e rimandi concettuali/metaforici che non riesce a raggiungere lo stesso compimento del livello formale. Il risultato è l'inevitabile distanza tra lo spettatore e il complesso (spesso inafferrabile) panorama di suggestioni che l'opera proietta.

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