Il remake di Atto di Forza è solo l'ultimo di una lunga lista di rifacimenti sbucati fuori negli ultimi anni. Giuro, è una vera e propria invasione che non accenna a fermarsi. Ma come amo ripetere, un remake non è necessariamente una brutta cosa. Magari ne esce un bel film. Magari. Purtroppo Total Recall non è esattamente un capolavoro...
Ricapitolando: il Total Recall del 2012, diretto da Len Wiseman, è il rifacimento dell'omonimo film del 1990 con Paul Verhoeven alla regia, a sua volta ispirato al racconto breve Ricordiamo per Voi di Philip K. Dick. Il film del 1990 si discostava parecchio dalla fonte originale, e il remake si allontana ulteriormente da entrambi mantenendo come cardine lo stesso elemento: una compagnia che vende ricordi prefabbricati ai propri clienti desiderosi di evasione. Total Recall scarta anche l'ambientazione marziana presentandoci un pianeta Terra di fine XXI secolo devastato da una guerra chimica. Solo due territori sono ancora abitabili: la Federazione di Britannia (che comprende grossomodo il Regno Unito) e la Colonia (Australia), collegati tra loro dalla Caduta, un titanico ascensore che passa attraverso il centro della Terra. (Don't ask).
Va da sè che, se avete visto il film originale con Shwarzy, non sarete minimamente sorpresi. Douglas Quaid (Colin Farrell), umile operaio insoddisfatto della sua vita monotona (comprensibile, ha uno stipendio stabile ed è sposato con Kate Beckinsale, poveretto) si rivolge alla Rekall per installare nuovi ricordi nel suo cervello, giusto per provare qualcosa di eccitante...perchè non provare ad essere un agente segreto? Ma qualcosa va storto, e Quaid si ritrova braccato dalla polizia e da sua moglie. E' tutto un malinteso, o Quaid è davvero una spia super-addestrata?
Leviamoci subito il pensiero: il remake non è neanche lontanamente al livello del Total Recall più anziano. La direzione distopica/postapocalittica presa dalla trama è lodevole ma realizzata in maniera ridicola: due territori in contrasto, quello Ricco e quello Povero, con gli agenti Cattivi da una parte e i ribelli Buoni dall'altra, giusto per non confondere troppo lo spettatore odierno che- come sappiamo- a volte fatica a comprendere anche come scaccolarsi. Una contrapposizione talmente definita e talmente banale che ci sarà già chi ci vede dentro qualche allegoria dello sfruttamento coloniale britannico del passato. Guarda, un film ricchissimo di sottotesti politici, in confronto The Dark Knight Rises non è nulla. La serie di facilonerie "perchè sì" raggiunge il top quando il Cancelliere britannico decide di guidare personalmente un'invasione di robot (in bretelle e senza protezioni di sorta) tramite l'ascensore gigante. Un'invasione annunciata dai media. Dice, la Colonia piazzerà esplosivi e attaccherà la Caduta? No, stanno lì ad aspettare e a piangere. Wtf?
Due ore di esplosioni e fughe intervallate da spiegoni imbarazzanti. Tutto qui. Non pensavo di riuscirci, ma giuro, mi sono addormentato per un paio di minuti durante l'interminabile sequenza dell'inseguimento in autostrada. Total Recall è un generico action-thriller futuristico che si ispira più alla saga di Bourne che al film originale: intrighi, trappole, salti e capriole da platform videoludico, il tutto con la massima serietà (salvo qualche brevissimo sprazzo di humor, subito soffocato da spari).
Di motivi per guardare il film ce ne sono. Tanto per cominciare Kate Beckinsale. Dio la benedica, non si è ancora fatta raggiungere dall'età e fa ancora schiattare d'invidia le colleghe più giovani. Il suo personaggio ha una presenza scenica molto più consistente di Sharon Stone (moglie di Quaid nell'originale), diventando una vera e propria nemesi che bracca il protagonista per tutto il film. Dite che il fatto che sia sposata col regista aiuti? Naaah... Peccato invece per Jessica Biel, qui relegata ad un ruolo a dir poco marginale e poco approfondito. Colin Farrell porta avanti la storia con dignità, anche se Swarzeneggher aveva tutta un'altra presenza scenica, c'è poco da dire.
Il design del mondo futuristico è un simpatico cocktail di "già visto, già fatto." Salvo qualche simpatica aggiunta (come i tatuaggi luminosi, i telefonini innestati nelle mani, e altre chiccherie) tutto il resto è stato trapiantato di peso da film e videogiochi fantascientifici. Ombrellini di carta, pioggia onnipresente, scritte orientali ovunque... vi dice niente? Già, l'ennesima conferma che dopo Blade Runner il look delle città del futuro non ha fatto esattamente passi da gigante.
Quello che vi starete sicuramente chiedendo è... ma c'è anche qui la prostituta con tre seni? Si, c'è, (coi capezzoli coperti nella versione ammeregana puritana, scoperti in Europa) insieme ad una manciata di strizzate d'occhio più o meno riuscite. Con la differenza che nel film del 1990 aveva senso (il terzo seno, come numerose altre stranezze, era frutto delle radiazioni marziane) mentre qui è stata messa "perchè si". Cos'è, nel 2100 va di moda innestarsi tette in più? Mah.
Alla fine della fiera Total Recall non è bruttissimo. Non ti da nemmeno la soddisfazione di fare schifo, esattamente come uno studente pieno di potenziale che non si impegna, arrivando sempre al sei tirato. Il risultato è talmente generico, nonostante la mole di scene action, che si dimentica tutto appena fuori dalla sala. Non posso che consigliarvi di riprendere in mano Atto di Forza e riguardarlo il prima possibile. E' un film ancora attuale, a mio avviso l'apice della carriera di Verhoeven, proveniente da un periodo in cui tutto quello che il pazzerellone olandese toccava si trasformava in oro puro. C'è azione, c'è humor, ci sono mutanti , agenti segreti, robotaxi, una Sharon Stone da urlo,ed è fenomenale. Quella di Verhoeven era vera fantascienza, in grado di accontentare i fan di Swarzeneggher E gli appassionati di Dick allo stesso tempo. Quella di Wiseman è aria, e svanirà molto in fretta.