Recensione: Tregua. Il segreto
Creato il 30 settembre 2014 da Miriam Mastrovito
@miriammas
Titolo: Tregua
Autrice: Ilaria Goffredo
Editore: Selfpublishing
Pagine: 285
Prezzo cartaceo: 10,78
Prezzo ebook: 0,99
Disponbibile su Amazon
Descrizione:
Puglia, gennaio 1943.
Elisa ha diciotto anni, è una ragazza semplice e vive con il padre
Vito e il fratello maggiore Antonio. La sua vita è scandita da una
monotonia triste e a volte spaventosa: razioni insufficienti,
sottomissione agli uomini di casa, rappresaglie delle Camicie Nere e
bombardamenti alleati. Non sa cosa siano il mare, la libertà, l’amore,
eppure la sua vita sta per cambiare. L’incontro con un uomo misterioso
getterà ombre e dubbi sulle convinzioni della comunità del paese e su
quelle di Elisa, sui suoi legami familiari. Anche la ragazza però cela
un segreto: esso potrebbe rappresentare la fine dell’unica speranza che
si affaccia all’orizzonte.
In un romanzo che ha il sapore di sole e calce, terra e pane nero,
la vita rincorre e sfida gli orrori della dittatura e dei campi di
concentramento, spera nelle attività antifasciste e incassa le perdite.
La storia di una ragazza che, costretta dalla guerra, dall’odio e da un
amore travolgente, potente, diventa donna. Il ritratto di un’Italia che
non c’è più. La coscienza degli eroi dimenticati che, con il loro
contributo, hanno fatto grande la Storia.
L'autrice:
Nata nel 1987, Ilaria Goffredo vive in Puglia ed è laureata in scienze
della formazione. Ha viaggiato in tutta Europa e lavorato in agenzie di
viaggi e grandi villaggi turistici. Nel 2005 ha lavorato come volontaria
in una scuola professionale di Malindi, in Kenya. Lì si è innamorata di
quella terra meravigliosa e della sua gente straordinaria. È stata
giurato ufficiale del concorso “Casa Sanremo Writers Edizione 2013”. Ha
vinto diversi premi letterari per racconti e diari di viaggio. Gestisce
un blog che tratta di arte, storia e letteratura. È ricercatrice
indipendente. Con il romanzo TREGUA si è classificata finalista nel
concorso nazionale ilmioesordio 2012.
La mia recensione:
Normalmente a diciotto anni si sogna
il futuro, l’amore; ci si affaccia al mondo adulto e si comincia ad assaporare
la libertà. Non è così in tempo di guerra, quando il domani è incerto, l’odio
prevale e la fame soffoca qualsiasi voglia di fantasticare.
Elisa, per esempio, deve fare i conti
con i razionamenti, con la costante minaccia dei bombardamenti, con le angherie
delle camicie nere. Nel suo caso, l’orrore del conflitto in corso è amplificato
dalle restrizioni imposte dal regime fascista. Siamo a Martina Franca nel 1943:
il fuoco nemico incombe mentre il duce rinsalda il suo pugno di ferro.
Rimasta orfana di madre, Elisa vive
con il padre e il fratello Antonio. Le sue giornate scandite dalle estenuanti
code per ottenere le razioni di cibo concesse e le corse nei rifugi antiaerei a
ogni suono di sirena.
Un’esistenza così non lascia spazio
ai sogni, eppure per leiil destino ha
in serbo una svolta inattesa. Inizialmente saranno solo due bellissimi occhi
d’ambra, capaci di scombussolarla come non è mai successo prima, poi quegli
occhi diventeranno lo specchio della speranza. Saranno tregua in un conflitto
che toglie il respiro, una promessa a cui aggrapparsi per lottare e alimentare
il desiderio di sopravvivere, nonostante tutto.
È così che Ilaria Goffredo incastona,
come fosse una pietra preziosa, una romanticissima storia d’amore in uno
scenario intessuto di morte, violenza desolazione.
Prestando cura ai dati documentali,
dipinge con efficacia l’affresco di un’ Italia del sud martoriata dal
conflitto, ci guida attraverso l’incubo dei campi di lavoro di Alberobello e
Gioia del Colle, ci narra la lotta antifascista e il coraggio della resistenza,
tracciando nel contempo un fil rouge che, contrastando lo sfondo, valorizza i
sentimenti in senso lato.
Sebbene l’amore fra i due
protagonisti occupi un ruolo centrale nel romanzo, ampio spazioè concesso anche al sentimento che lega Elisa
alla sua famiglia – in particolare al fratello Antonio, per ritrovare il quale
sfiderà l’incubo dei campi di lavoro – e alla solidarietà.
Quella narrata in Tregua è dunque la grande Storia
riflessa negli gli occhi di una ragazza comune, una ragazza strappata alla sua
stessa giovinezza e agli affetti, costretta a vivere sulla sua pelle l’abominio
della deportazione, ma anche votata a lanciarsi in una fuga disperata verso la
libertà.
Custode di un grande segreto, come
fosse la protagonista di una favola,Elisa
finirà, infatti, per incontrare il suo principe azzurro nel bel mezzo
dell’inferno.
Attraverso uno stile semplice ma
curatissimo, l’autrice dà vita a un romance storico davvero emozionante, in
grado di far convivere realtà e finzione in una trama ricca di passione e
avventura.
Personalmente ho trovato quest’opera
doppiamente coinvolgente perché ambientata nella mia terra. Le descrizioni
puntuali e assolutamente realistiche mi hanno permesso di rivisitare idealmente
luoghi a me familiari, inoltre, in alcuni tratti, ho avuto l’impressione di
riascoltare vecchi racconti dei nonni o di conoscenti anziani che in quegli
anni hanno vissuto.
Confesso di essere rimasta spiazzata
dalcliffhanger finale. Pur sapendo che
questo fosse il primo capitolo di una saga, non mi aspettavo che la storia si interrompesse
proprio sul più bello lasciandomi con un grande interrogativo. Lo ammetto, avrei preferito un epilogo meno
sospeso, ma si tratta di un dettaglio che nulla toglie alla validità del
romanzo.
Un ottimo esempio di come il self
publishing , spesso, possa offrire letture di altissima qualità.
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