Recensione "Tutti i giorni sono dispari" di Pierdomenico Baccalario
Creato il 06 giugno 2014 da FranciNon so se sia questa la bellezza che ho tanto cercato, ma di sicuro so che di questa bellezza voi non ve ne state accorgendo, e la considerate normale, quando invece è straordinaria.
Titolo: "Tutti i giorni sono dispari"Autore: Pierdomenico BaccalarioCasa editrice: Sperling & KupferPagine: 180Prezzo: 16.90SINOSSICerte volte, in Afghanistan, il cielo è talmente limpido che se alzi la testa hai la sensazione di poter assaggiare il gusto delle stelle. E ci sono laghi così trasparenti che persino l'aria sembra riflettersi dentro. È il mondo dove è cresciuto Hazrat, che lui conosce da sempre. Ma è anche il mondo dove resta l'odore della guerra, che ti impregna i vestiti e nella mente ti gioca terribili scherzi. E così, quando a casa arriva un brutto incantesimo, e il sorriso di suo padre scompare, Hazrat sa che qualcosa sta per accadere. Quando arriva la follia, di notte, della famiglia di Hazrat non restano che macerie. Niente è più come prima, il mondo gli ha girato le spalle. E lui avrebbe potuto restare lì, a piangere, oppure fare la stessa cosa: girarsi, e scappare dalla parte opposta, il più lontano possibile. Gli basta uno zaino con lo stretto indispensabile, un paio di scarpe da ginnastica per quando bisognerà correre veloce, e una sola idea chiara in testa: vivere. Anche quando incontrerà i vigliacchi che gli insegneranno una parola, kamikaze, che ora non riesce nemmeno a sussurrare. Hazrat viaggia e scappa per migliaia di chilometri, attraversa confini che mai avrebbe pensato di valicare, con persone che barattano la vita con tutto quello che trovano, e altre che mai avrebbe pensato esistessero. E alla fine arriva in Italia, un paese che è quasi un miraggio, dove le persone sembrano sempre ballare e dove, ne è sicuro, tutti i giorni sono dispari.
RECENSIONE Una storia vera raccontata in terza persona, che ripercorre l'infanzia e il lungo viaggio di Hazrat Safari per raggiungere l'Italia.Un racconto dove non troverete lunghi orpelli, ma solo la verità nuda e cruda, espressa in maniera chiara e semplice in brevi capitoli, per capire i motivi che l'hanno spinto a venire in Italia, motivi comuni a tanti immigrati.Hazrat lascerà a soli 12 anni la vita semplice, i colori e i cibi del suo paese, ma anche l'odore della guerra che lo impregna, un padre con poco amore, orrori, violenza, e parenti che sono legati a lui solo per la parentela di sangue, per cominciare un viaggio verso l'Italia colmo di pericoli, di prove da superare con l'aiuto di Dio, persone perfide, ore passate al buio dove l'unico rumore era quello di un bus o di una macchina che lo nascondeva, chiuso in spazi angusti dove l'unica cosa che poteva fare era respirare, ore passate ad aspettare il proprio turno per ammirare uno scorcio di cielo, e giorni in cui l'importante era correre fino a superare il limite, fino a non sentire più le gambe, pur di scappare verso la libertà, via da mani violente e dal rumore delle armi, per avere una vita tranquilla e normale.L'infanzia di Hazrat non è stata come quella di tanti bambini italiani: lui ha cominciato a correre, non per giocare ma per fuggire, ha imparato come comportarsi per far sì che le botte terminassero o che gli causassero meno danni, andava a scuola felice finchè non era arrivato a pensare che era una cosa brutta, ha dovuto lavorare sopportando turni insostenibili e pericolose mansioni, ha imparato a diffidare delle persone, ha imparato che essere bambini non era una fortuna, perché non era utile per farsi ascoltare e valere, e si è dimenticato cosa voleva dire giocare.Ciò che mi ha colpito del protagonista è stato il suo coraggio, il suo ottimismo nonostante tutto e la sua forza d'animo, per vivere un'esistenza migliore, una vita degna di essere chiamata così.Mi è piaciuta la mappa all'inizio e alla fine, che percorre le tappe del lungo viaggio di Hazrat, la scelta della cover e il titolo, perché tutti i giorni sono dispari in quanto quasi tutti i tentativi verso una vita migliore sono capitati in un giorno dispari e dispari per lui significa quindi fortuna.Quando vi domandate: che cosa vengono a fare in Italia queste persone, quando la vita qui risulta difficile già per noi? Bè, leggete la storia di Hazrat Safari e lo capirete.
GLI AUTORIPierdomenico Baccalario è nato il 6 marzo del 1974 ad Acqui Terme, una piccola e tranquilla cittadina piemontese. Vive e lavora a Reading, in Inghilterra. Ha scritto numerosi libri di avventure per ragazzi, alcuni dei quali, firmati con lo pseudonimo di Ulysses Moore, sono stati tradotti in più di 25 lingue. È una delle firme per ragazzi delle pagine della cultura di Repubblica.
Hazrat Safari è nato in Afghanistan 20 anni fa. Questo non è sempre stato il suo nome, ma ha viaggiato con lui. E lo ha reso una persona libera.
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