Tutto quello che pensiamo quando parliamo d'amore racconta la storia di una famiglia italo-americana.
Antonio e Maddalena Grasso sono partiti per l'America subito dopo il matrimonio, si sono stabiliti nel Delaware e hanno aperto un ristorante che è diventato l'attività della famiglia. La vita in America ha riservato alla coppia molte gioie ma anche dolori. I loro figli, Prima e Frankie, non sono mai stati in Italia, è per questo che Prima decide di regalare a tutta la famiglia un viaggio in Italia alla scoperta dei luoghi d'origine dei Grasso. L'idea non piace a Maddalena che pensa ormai di essersi lasciata tutto alle spalle, inclusi i ricordi più dolorosi, e non ha intenzione di tornare in Italia per ricordare.
Ma una serie di imprevisti costringono i Grasso a fare ritorno in Italia e ad affrontare i ricordi che hanno sepolto.
La storia della famiglia Grasso, più che una storia legata al fenomeno dell'emigrazione, riguarda più che altro la famiglia e i rapporti che si sviluppano all'interno di essa.
La storia inizia con la presentazione dei vari componenti della famiglia: ci sono Antonio e Maddalena, emigrati in America alla ricerca di una vita migliore, c'è Prima, la figlia maggiore, sposata e con quattro figli a carico, e infine c'è Frankie, il figlio più piccolo e un po' la pecora nera della famiglia, l'unico che si è allontanato dalla famiglia e dal ristorante per studiare e diventare professore. Il viaggio organizzato da Prima, quel viaggio che dovrebbe portare tutti nella terra d'origine, diventa un punto di svolta e un modo in cui ogni componente della famiglia riflette su quello che ha e quello che si è lasciato alle spalle.
Da questo romanzo mi aspettavo una storia diversa, credevo che avrei letto una storia legata all'emigrazione, alla nostalgia di casa di chi è partito, e all'orgoglio e alla gratitudine per quello che si è riusciti a conquistare lontani da casa. In realtà questo romanzo è incentrato sulle dinamiche della famiglia Grasso, sul passato che continua a tormentarli e sul futuro che in parte li spaventa.
Lo stile dell'autore è semplice e scorrevole, non ho trovato particolari guizzi di originalità nella storia, anzi a tratti l'ho trovata anche un po' banale e ho fatto fatica a portare a termine la lettura.
Probabilmente i personaggi sono l'aspetto che mi è piaciuto di meno, li ho trovati in generale sottotono e stereotipati. I Grasso sono la tipica famiglia italo-americana, sono uniti, legati alle tradizioni, Frankie è l'unico che si differenzia un po' rispetto agli altri.
Purtroppo la storia è in generale fiacca, quasi noiosa. La parte che ho preferito è quella finale in cui finalmente assistiamo al ritorno in patria della famiglia.
In conclusione devo ammettere che questa lettura mi ha delusa. Mi aspettavo una storia diversa e molto più interessante, invece la trama si riduce a seguire le dinamiche di una famiglia simile a molte altre, e sopratutto non offre su quelle dinamiche un punto di vista particolarmente originale.