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Recensione: Un disastro è per sempre, di Jamie McGuire

Creato il 06 maggio 2014 da Mik_94
Buongiorno a tutti! Questa settimana mi sono dato alle recensioni e ai romanzi brevi. Oggi, riflettori puntati su un'autrice criticatissima che, lo scorso anno, aveva ambito al ruolo di mio Guilty Pleasure per eccellenza, con le sue storie facili, innocue, giovani. Quest'anno, mi sa, mi tocca trovarle un rimpiazzo. Suggerimenti? Sparate gli autori più tamarri, grazie. Vi lascio, per oggi, con il mio commento, che contiene spoiler sugli avvenimenti del primo libro. Ma li contiene anche il titolo. E anche la copertina. Quindi niente. Un abbraccio, M. Avevi ragione. Sei stato il mio primo e ultimo bacio.
Recensione: Un disastro è per sempre, di Jamie McGuire Titolo: Un disastro è per sempre Autrice: Jamie McGuire Editore: Garzanti Prezzo: € 14,90 Numero di pagine: 127 Sinossi: Vuoi sposarmi?" Abby non ha dubbi: è Travis l'uomo che vuole accanto a sé per tutta la vita. Lui è l'unico in grado di leggerle dentro, l'unico a sapere cosa c'è nel profondo della sua anima. "Sì." La risposta di Travis viene direttamente dal suo cuore. Un cuore ferito. Un cuore che era chiuso in una corazza impenetrabile finché non è arrivata lei, Abby. Timida e silenziosa, ma la sua insicurezza nasconde in realtà un grande coraggio. Qualcosa di speciale unisce Abby e Travis. Qualcosa di intenso e indescrivibile. Ma lei sa bene che i guai non sono mai troppo lontani con un ragazzo come Travis nei paraggi. Per questo hanno davanti una sola scelta per realizzare il loro sogno: volare a Las Vegas. Quando il fatidico momento si avvicina Abby e Travis inaspettatamente sono nervosi. I loro dubbi si risvegliano all'improvviso: sono giovani e si conoscono da pochi mesi. E soprattutto, lui è il ragazzo sbagliato per eccellenza e lei una ragazza in fuga da sé stessa e da un segreto difficile da confessare. Eppure davanti all'altare, mano nella mano, occhi negli occhi, non c'è più nulla da temere.                                                  La recensione Recensione: Un disastro è per sempre, di Jamie McGuire Il mio augurio è che litighiate per poter stabilire chi dei due è più bravo a perdonare.” Ops, I did it again. Come direbbe Britney Spears, scuotendo sedere e codine bionde in uno scenario da manga perverso. Mi avete beccato di nuovo, a nemmeno un anno di distanza, con le mani nella marmellata... e con il naso tra le pagine di un libro della McGuire. L'aggettivo nuovo è da virgolettare. Come, com'è stato possibile. Cattive compagnie, noia, solitudine da numero primo. E perché non affidarmi alle canne o al porno, come fanno i tizi normali, santo cielo? Domanda lecita, la vostra. Perché. Come ricorderete voi e gli avventori occasionali incappati nel mio blog davanti al bel voto assegnato al libro più chiacchierato dello scorso anno, gli Splendidi Disastri mi avevano divertito. Rilassanti, romantici, innocui. Possibile causa del femminicidio nel mondo – ok, la smetto di ridere -, io li avevo letti per quel che erano. Né più, né meno. Un disastro è per sempre perde l'aggettivo “splendido” e si concentra sul lato meno “splendido” del primo romanzo. Quello che aveva fatto storcere il naso a tutti, me compreso. Il matrimonio tra Pigeon e Travis: spoiler degli spoiler! Ma se avete letto il titolo di questo terzo libro, avrete sicuramente visto le fedi in bella mostra, giusto sotto il primo piano di un lui e una lei – sempre gli stessi – che ridono e fan cose da fidanzati: Recensione: Un disastro è per sempre, di Jamie McGuire abbracciarsi, scambiarsi saliva e germi, evitare di mettere nel carrello una copia di L'amore bugiardo. Troppo tardi. Per loro, di ripensare al loro grande sì; per voi, di resettarvi. Ci siete arrivati, volendo o non. Poche cose sono per sempre: il matrimonio, l'alopecia, l'alitosi, le unghie incarnite. Sull'unghie incarnite non sono sicuro. Non faccio ricerche su Google per evitare di imbattermi in immagini che potrebbero togliermi il sonno e l'appetito. Cancellate quella quarta voce, su, e sostituitela con Jamie McGuire. Jamie McGuire è per sempre. Nel senso che non finirà mai, non che sarà ricordata doverosamente dai posteri. Non finirà di scrivere le stesse storie, con gli stessi protagonisti, gli stessi avvenimenti, gli stessi toni giovanili. Ha congelato la storia che l'ha resa nota a livello internazionale e, ogni tanto, apre il frigo costosissimo e strapieno che si ritroverà e ne prende un pezzo. Scorte a vita di pizza surgelata e di surgelati Abby e Travis Maddox. Il primo romanzo raccontava il loro innamoramento, i loro tira e molla, la loro eterna promessa. Il secondo raccontava il loro stesso innamoramento, i loro stessi tira e molla, la loro stessa eterna promessa, ma da un punto di vista maschile. Avevo riascoltato a cuor leggero e molto volentieri, lo ammetto, un'altra traccia di quella sciocca canzone d'amore. Alla radio, questo mese, ne è passata un'altra. La solita, ma con un ritmo da marcia nuziale. Avete visto la valutazione finale, perché avete visto la valutazione finale. Avete tirato un sospiro di sollievo, perché avete tirato un sospiro di sollievo. Avete pensato che ho visto la luce e che sono prodigiosamente rinsavito. Eppure non è mica vero che Un disastro è per sempre l'ho detestato, ehi: fa compagnia, è scorrevole, si legge. Ha quell'entusiasmo da autore di fan fiction che fa una certa tenerezza. D'altronde, i protagonisti sono diventati così famosi da meritarsene una tutta loro, ormai. Peccato che questa sorta di fan fiction l'abbia firmata la stessa Jamie McGuire: il confine tra intrattenere i fan e “cantarsela e suonarsela” si fa labile, come quello tra il New Adult e l'onesto Harmony da ombrellone. L'autrice avrebbe potuto fare un sunto di queste 120 pagine, tagliare via un sospiro, un pianto, un ripensamento, e inserire il poco che accade in questo libro all'interno dei primi due. In comode rate mensili, magari. Del resoconto del loro matrimonio a Las Vegas, invece, ha voluto fare una novella, arrivata da noi come se fosse un romanzo a tutti gli effetti. I quindici euro del prezzo di copertina, no?, sono gli stessi pagati altre cento volte per una storia inedita, diversa, di sicuro più interessante. Il font si fa per i non vedenti, i capitoli sono brevi, spezzettati, a due voci. Ecco che quello che va negli album, nelle foto ricordo, in lista nozze, finisce in un volumetto unico. Loro non mi sono sembrati poi così carini, poi così avventati. Anche il gesto di incontrarsi all'altare, dopo qualche mese di convivenza forzata, ha trovato un perché vagamente più razionale. Quel perché è opera di Abby, che mi è sembrata manipolatrice, antipatica, melodrammatica. Ancora un volta, ancora di più. La loro fuga d'amore è una fuga dalla notte in cui un incendio arse un seminterrato e matricole innocenti. Tragedia che non mi era sembrata tragedia, raccontata senza pathos, gravità, impegno. Mi era importato di loro, non degli altri: insensibile io, vaga e frettolosa la McGuire. In Un disastro è per sempre l'incendio, d'un tratto, è diventato la seconda eruzione del Vesuvio. Lì dove poteva essere profonda, lì dove poteva raccontare i sensi di colpa di Travis e non il colore dei suoi occhi, si dà ai salti temporali e ai voli pindarici. 
Recensione: Un disastro è per sempre, di Jamie McGuire Cede la patata bollente a Miss Simpatia che, in un rigo, dice qualcosa come: “Travis, povero: aveva tanti, tanti sensi di colpa” e stop. Il ragazzo bello e dannato, incubo tatuato per mamme e padri di famiglia, diventa noioso. La sua dolce metà lo tratta come un cane, lo tira per quel braccio che pare un guinzaglio. Lui si limita a guardare i soffitti degli alberghi di lusso, a sentirla sospirare al telefono, a essere un cane pazzo che insegue la sua stessa coda. Un po' ebete. Hanno il sosia di Elvis alla cerimonia, un donnone con un nome da torta come testimone di nozze, addii al celibato tranquilissimi. Lei è bellissima in abito bianco e tutta ingioiellata, lui attira gli sguardi di ogni milf con il suo smoking grigio, la camicia senza cravatta e, tocco di classe, le Converse ai piedi: apprezzo la scelta delle scarpe, davvero. Mi conoscete. Altro che trasgressivi e diseducativi. Il matrimonio, ancora prima di compiersi, li rende mansueti e assuefatti come Sandra e Raimondo. In un capitolo, una prima notte di nozze che non osa stramberie: standard - uno sotto, uno sopra. Qualche frase bellina pronunciata ogni tanto, la visione di loro un anno dopo. Se non fosse che costa troppo, per i curiosi, potrebbe essere una piacevole lettura. Perché piacevole lo è, nulla da dichiarare. Sulla McGuire, lo scorso anno, tra letture belle e letture brutte, era ricaduto il ruolo di mio personale, semplice, segreto Guilty Pleasure – segreto un corno, poi: l'ho recensita alla luce del sole e del blog, per ben due volte. Questo suo racconto non mi è dispiaciuto, ma il prezzo troppo elevato non me lo rende consigliabile senza riserve. C'è poco da leggere, quasi niente da valutare. L'ho finito, però, con il consueto sorriso – di superiorità, di spensieratezza. Senza la tentazione di sposarmi ora e subito, di picchiare la gente in strada, di farmi un tatuaggio, o – scempio, orrore, incubo! - di iscrivermi in palestra. Il mio voto: ★★ Il mio consiglio musicale: Bruno Mars – Marry You

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