Autore: J. G. Ballard
Editore: Feltrinelli
Pagine: 92
Prezzo: € 5,95
Il mio voto
Nel 1988, nell'esclusiva e nuovissima residenza del villaggio di Pangbourne, pochi chilometri fuori Londra, si verifica un massacro: trentadue adulti vengono trovati morti. Sono stati brutalmente uccisi nonostante i dispositivi di sicurezza e i loro tredici figli adolescenti sono scomparsi. Il delitto pare perfetto come il luogo in cui si è consumato, ed è durato solo pochi minuti. Nessuno sa come sia stato possibile e né riesce a immaginare il motivo. Ma forse la risposta si trova nel fatto che in una società totalmente sana, in un contesto di ricchezza e abbondanza, dove tutto è predefinito e organizzato per ottenere il massimo della felicità, l'unica via di scampo è la follia. E forse sotto l'apparente perfezione si cela una realtà ben diversa. Per risolvere lo sconcertante caso, la polizia chiede l'aiuto di un consulente psichiatrico, il dottor Richard Greville. E saranno le sue indagini a svelare uno scenario inquietante cui nessun vuol credere dal momento che si ipotizza la colpevolezza dei ragazzi.
La mia opinione
"Un gioco da bambini" inaugura il mio primo incontro con J.G. Ballard, autore che fino ad'ora non avevo mai preso in considerazione. Sebbene questo romanzo non abbia ricevuto valutazioni troppo positive da parte degli aficionados di Ballard, sono certa che in futuro acquisterò altre sue opere. "Un gioco da bambini" figurava tra i romanzi raccomandati presso la Feltrinelli della mia città e mi ha colpita non tanto per la copertina (che io personalmente trovo inquietante), quanto per la breve e lapidaria frase riportata sul retro della copertina:
"Questi ragazzi hanno ucciso per liberarsi della tirannia dell'amore paterno"
"Un gioco da bambini" segue le indagini svolte a seguito di un efferato massacro avvenuto nell'esclusiva
residenza di Pangbourne, un villaggio nei pressi di Londra. In una mattinata come tutte le altre, ben trentadue adulti sono stati brutalmente uccisi senza alcun apparente motivo, mentre i tredici figli adolescenti sono scomparsi nel nulla. Inutile dire che la tragedia occupa le prime pagine dei giornali e delle emittenti nazionali per lungo tempo, mentre addetti e curiosi snocciolano tesi ed improbabili spiegazioni di quanto sia accaduto. Killer solitari, psicopatici, esercitazioni militari, terrorismo internazionale e criminalità organizzata sono solo alcune delle ipotesi che precedono l'avvio delle indagini per mano del nostro protagonista.
Richard Greville è consulente psichatrico della polizia metropolitana e viene incaricato di svolgere le prime indagini, a seguito delle quali giungerà all'incredibile quanto agghiacciante verità. Devo dire che Ballard ha saputo coinvolgermi senza mai annoiarmi, presentando resoconti dei filmati della sorveglianza, descrivendo minuziosamente le famiglie coinvolte ed i sopralluoghi compiuti sulla scena del delitto.
Sarà un piccolo particolare osservato nell'unica ragazzina rintracciata a spingere Greville verso la soluzione dell'enigma. L'ordinata esistenza pre-programmata dai genitori, la
deprivazione sensoriale e la gabbia di cristallo in cui l'esistenza dei tredici adolescenti si dipanava con apparente perfezione ha finito per trasformarsi in un desiderio di evasione e di follia per conquistare la propria libertà e indipendenza. Una verità scomoda e difficile da digerire questa, al punto da non essere accettata, fino a concludere le indagini con un nulla di fatto (attenzione, non ci sono spoiler in quanto viene specificato addirittura sulla copertina che ad essere sospettati sono i figli delle vittime, mi raccomando).
Certo non si tratta di un capolavoro ma, ad eccezione del post-scriptum finale che a mio avviso poteva tranquillamente essere evitato, "Un gioco da bambini" è un romanzo che si legge in poco tempo (non arriva nemmeno a 100 pagine) e che porta a riflettere sulla società odierna, sull'apparente benessere e sui valori che (non) regolano la nostra società.